mini Arrivo_Ciclosi_in_ProvinciaIl capitolo finale, forse, lo scriverà il Parlamento, che sarà chiamato a discutere il disegno di legge costituzionale approvato dal governo Letta pochi giorni fa. Il grosso della trama, però, è ancora tutto da sviluppare, e un contributo corposo in questo senso potrebbe venire fuori anche dalle aule giudiziarie. A ogni modo la storia ventennale della Provincia di Vibo Valentia – che è tra quelle che l'esecutivo delle larghe intese vorrebbe tagliare – è densa di avvenimenti, non tutti proprio esaltanti, che hanno determinato, in buona parte, una sorte per cui l'eventuale soppressione potrebbe risultare come una sorta di eutanasia istituzionale, una morte indotta che però ha ben poco di dolce.
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mini sancalogeroTra il 2000 e il 2007 a San Calogero arrivavano in media 60 tonnellate di rifiuti al giorno. In teoria si trattava di rifiuti «non pericolosi», prodotti per lo più dalla centrale termoelettrica a carbone Enel di Brindisi. I camion, provenienti dalla Puglia, si recavano sul monte Poro in una località che, per uno scherzo del destino, è conosciuta come “Tranquilla” – un aggettivo che oggi suona parecchio beffardo –, che ha dato il nome anche alla fabbrica di laterizi finita al centro dell'operazione “Poison”.
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mini polizia-1Gli agenti del commissariato di Polizia di Serra San Bruno, guidati dal commissario capo Antonio De Tommaso, in collaborazione con i colleghi di Gioia Tauro, hanno individuato e sequestrato in località ‘Chieli la morte’, nel comune di Galatro a cavallo tra le province di Vibo Valentia e Reggio Calabria, 1200 piantine di cannabis, celate tra la vegetazione. Al momento, la Procura di Palmi ha aperto un procedimento penale a carico di ignoti, mentre le forze dell’ordine hanno dato il via alle indagini per cercare di risalire ai proprietari del fondo. Prosegue senza sosta, dunque, l’attività del locale commissariato, volta a prevenire reati in genere.

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Martedì, 16 Aprile 2013 13:23

Il lago di gomma

mini alaco_schiumaLo hanno battezzato il lago di gomma. Un bacino artificiale nelle montagne delle Serre, a quasi mille metri d’altezza, nel cuore verde della Calabria centro-meridionale. Non è una montagna come un’altra, quella che ospita l’invaso dell’Alaco. Probabilmente ha nascosto tra i suoi abeti molti briganti sfuggiti ai Savoia e, più recentemente, anche qualche latitante di ‘ndrangheta. Una montagna in cui sono stati investiti tanti soldi, che ha dovuto cedere i suoi spazi incontaminati ad un parco eolico e ad una megapiscina abbandonata, che ha visto anche l’orrore delle nuove faide che hanno insanguinato tre province. Negli anni 70, qui, sono cominciati i lavori per costruire una diga diventata ben presto leggenda: decine di sospensioni e altrettante varianti, lavori bloccati per vincoli ambientali poi spariti, 160 miliardi di lire di fondi pubblici spesi a fronte dei 15 previsti nel progetto iniziale. Un’opera maestosa su cui si sono addensati gli interessi della malapolitica, di imprenditori e multinazionali senza scrupoli, e della ‘ndrangheta

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mini alaco_schiuma
Riceviamo e pubblichiamo
 
 
Stamani abbiamo depositato un’interrogazione parlamentare sull’invaso dell’Alaco, per verificare se va chiuso. L’atto, di mia iniziativa, è firmato anche dagli amici Paolo Parentela, Federica Dieni e Sebastiano Barbanti, deputati Cinque Stelle. Grazie a un impegno collettivo insieme alle associazioni e ai comitati del territorio, nel testo è ricostruita la storia dell’opera, che rifornisce 88 comuni del Catanzarese e Vibonese, in tutto circa 400 mila persone. Il lago fu sequestrato dalla Procura di Vibo Valentia, col sospetto di avvelenamento, tornato nei mesi scorsi con il caso del benzene nei prelievi dell’Arpacal, che poi fornì la sua giustificazione. L’odierno atto ispettivo serve per avere certezze – sottolinea Federica (Dieni) – visto che finora sono stati dati elementi inesatti e contraddittori, con un pessimo esempio di prontezza e coordinamento istituzionale”.
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mini schiumaVIBO VALENTIA –  "L'Istituto Superiore di Sanità, a seguito della richiesta del Prefetto, in relazione alla potabilità delle acque del sistema acquedottistico Alaco, ha dichiarato la propria disponibilità ad assicurare consulenza in merito alle problematiche connesse alla sicurezza delle acque, ai sensi delle disposizioni normative vigenti in materia". Lo rende noto la prefettura di Vibo, comunicando anche che Il Prefetto, pertanto, ha convocato per lunedì 25 marzo 2013 alle ore 12 una riunione tecnica con la partecipazione dei rappresentanti dell’Istituto Superiore della Sanità e degli altri organismi competenti.

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mini alessandra_sarloVIBO VALENTIA - Nel luglio del 2010 il governatore Scopelliti, nel vano tentativo di evitare il commissariamento dell’ente, nominava Alessandra Sarlo a capo dell’Asp vibonese. Dirigente alla formazione presso la Provincia di Reggio, commercialista e manager di lungo corso, la candidata, che di certo non temeva concorrenti, fu catapultata in una delle realtà sanitarie più complesse della regione. Certo, apparve subito chiaro ai più che non sembrava affatto ferrata in materia sanitaria. Dichiarazioni rilasciate col contagocce e pochi, fugaci incontri con la stampa per evitare domande scomode. Ma a tracciare il bilancio senza lode del suo operato fu il ministero dell’Interno, che, nel dicembre dello stesso anno, decretò il commissariamento dell’Asp vibonese per infiltrazioni mafiose, mettendo fine all’ingloriosa parentesi Sarlo.

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mini hotel_501Il reato contestato è quello di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. La Procura della Repubblica di Vibo Valentia  ha inviato l'avviso di conclusione indagini a tre imprenditori, Giovanni e Giuseppe Mancini (componenti del consiglio di amministrazione della struttura alberghiera) e Sergio Casati (presidente del consiglio di amministrazione del 501 hotel), accusati di aver effettuato false fatturazioni per ottenere dall'Inps le erogazioni per la cassa integrazione guadagni per alcuni dipendenti mentre altri erano assunti in nero. Secondo l’accusa gli indagati avrebbero fatturato solo parzialmente i ricavi di eventi e matrimoni in modo da integrare i presupposti per la Cassa integrazione di alcuni lavoratori impiegati invece nelle ore di non occupazione coperte dalla C.i.g. Altra contestazione è poi quella di aver utilizzato altri lavoratori in nero in aggiunta a quelli già interessati dalla Cassa integrazione. In tal modo, dal 2010 ad oggi, secondo la Procura sarebbe stata truffata l’Inps, ente erogatore delle prestazioni assistenziali.

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mini 50_9_mediumSi sono radunati in silenzio, di nascosto come fieri partigiani, per dirci che in fondo tutto va bene e che non dobbiamo ‘allarmarci’: “L’acqua dell’Alaco è potabile”. Lo comunica in pompa magna il polivalente - professionista delle ‘tavole rotonde da parata’ - Franco Zoccali. Lo stesso direttore generale della presidenza della giunta regionale aveva, per la giornata di ieri, convocato appunto una delle sue solite tavole rotonde, spacciata per riunione operativa, a cui avevano partecipato anche il direttore generale del dipartimento Lavori pubblici, Giovanni Laganà, gli ingegneri Pallaria e Merante, (custodi giudiziari degli impianti sequestrati dalla Procura di Vibo Valentia), i vertici dell'Arpacal, della Sorical, delle Asp di Catanzaro, Vibo e Reggio Calabria e, stranamente, nessuna rappresentanza di cittadini.

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Martedì, 27 Novembre 2012 12:45

'Calibro 12': i nomi degli arrestati

mini Soriano_Calabro_generaleSono Giovanni Emanuele, 24 anni, e Giacinto de Marco, 23, entrambi di Soriano, gli arrestati nell'ambito dell'operazione "Calibro 12" condotta stamattina all'alba dalla Squadra Mobile di Vibo Valentia. Emanuele, scampato a un tentato omicidio l'1 aprile scorso, è accusato di aver condotto una trattativa con De Marco per la vendita di cinque fucili di vario tipo. Le indagini coordinate dalla Procura vibonese, dopo mesi di attività sul territorio, e in particolare dopo l'escalation di violenza culminata con l'omicidio del 19enne Filippo Ceravolo, innocente, hanno portato anche ad una serie di perquisizioni mirate a scovare le armi della cruenta faida di 'ndrangheta in atto tra Soriano, Gerocarne e Sorianello.

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