Volano gli stracci nel Partito democratico vibonese, alle prese con una guerra intestina che si acuisce con il passare dei giorni. Dopo la nota diffusa dai 26 referenti territoriali (inizialmente erano 27, ma il segretario del circolo di Zambrone, a distanza di qualche ora, ha preso le distanze dal contenuto del comunicato) e l’intervento dei 14 componenti dell’assemblea provinciale contro i vertici del partito, anche i consiglieri provinciali del Pd Maria Condello e Gregorio Profiti si aggiungono alla lista dei dissidenti e intervengono «nel dibattito che sta animando il nostro partito», unendosi alla «voce dei circoli e dei componenti della segretaria provinciale» e facendo «nostro - affermano Condello e Profiti - il grido di insofferenza rispetto alle perpetrare, ingiuste ed immeritate esclusioni nel dibattito politico della più consistente parte del Pd vibonese. Vorremmo far sapere ancora una volta, a chi non fosse chiaro che il Pd è casa nostra, lo è sempre stata, è sempre lo sarà. Ognuno di noi ha una storia politica alle spalle, oltre che una dignità personale, e non permetteremo a nessuno di calpestarla. Continueremo a combattere con forza questi comportamenti atti soffocare qualsiasi forma di dissenso interno». Condello e Profiti, dunque, annunciano che nei prossimi giorni, «insieme a tante donne e giovani daremo vita a una raccolta firme, percorreremo in lungo e largo la Calabria per chiedere con forza la rimozione del commissario regionale Stefano Graziano. Dopodiché solleciteremo un incontro a Letta, non con lo scopo di ottenere candidature o incarichi, in verità non ci risulta di averne mai richieste, ma col fine di prospettate quel che sta accadendo in Calabria allo scopo di ripristinare la democrazia e far riacquisire l’agibilità politica a tanti militanti oggi delusi». Il fronte della polemica sarebbe guidato dall’ex deputato serrese Bruno Censore che, dopo lo strappo con l’ormai ex discepolo Luigi Tassone, vorrebbe ritagliarsi uno spazio nel Pd in vista delle Regionali.