Venerdì, 14 Ottobre 2016 14:47

Regione, partecipate ed enti strumentali: è l’Aterp di Vibo la regina degli sprechi

Scritto da Redazione
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La Corte dei Conti ha espresso “disco verde” per il Bilancio 2015 della Regione Calabria. L'udienza, che si è tenuta a Catanzaro, è servita alla Corte presieduta da Tommaso Salamone a porre in evidenza, però, alcune criticità riscontrate nei conti della Regione. Sono stati numerosi, infatti, i rilievi negativi evidenziati. In primis, il largo spreco di fondi regionali legato alla gestione delle partecipate e degli enti strumentali.

Secondo la magistratura contabile, in cima alla graduatoria delle partecipate “meno virtuose” c'è l'Aterp di Vibo Valentia. L’Azienda Territoriale per l'Edilizia Residenziale Pubblica del Vibonese ha infatti pesato in bilancio con un aumento della spesa pari al 56,76%, tasso di incremento di gran lunga superiore a quello dell’Aterp di Cosenza (+44,64%), dell'Ardis (+13,17), dell'Aterp di Reggio Calabria (+7,78) e dell'Arsac (+1,63). Di contro, i risultati positivi hanno interessato enti quali Arcea, Arpacal, Calabria Verde, Calabria Lavoro e Aterp di Crotone, tutti con una riduzione superiore al 10%. Leggermente inferiore il dato dell'Aterp di Catanzaro, con un meno 7,69%. 

La relazione ha evidenziato, inoltre, l'incremento della spesa per il personale, rispetto al 2014, relativa a Calabria Verde e, in misura minore, per l’Aterp di Reggio Calabria e Catanzaro, mentre Calabria Lavoro ha quasi raddoppiato la stessa voce a causa dell'assorbimento del personale Ardis. I giudici hanno evidenziato, dunque, numerose  inadempienze nel controllo e nella gestione delle società e degli enti strumentali della Regione, compresa la mancata pubblicazione dei compensi agli amministratori e agli organi di controllo delle società partecipate, mentre ha ribadito «un quadro problematico» rispetto alle perdite delle partecipate, «ancora caratterizzato da risultati di esercizio (fortemente in alcuni casi) negativi».

Sotto la lente di ingrandimento della Corte dei Conti, anche la pressoché totale mancanza di comunicazione tra gli enti sub regionali, i dipartimenti della Regione e i suoi organi politici. Infatti, su 8 società di capitale attive, 9 in liquidazione e 3 sottoposte a procedura fallimentare (per un valore totale di 46milioni di euro) la Regione è riuscita a fornire dati, per altro parziali, solo di 4 società. La carenza sarebbe, in tal senso, connessa alle difficoltà riscontrate nel reperimento delle informazioni presso le stesse società e partecipate. Un paradosso ancora maggiore, amplificato dal fatto che non si tratta di comunicazioni discrezionali, ma, piuttosto, rigorosamente prescritte dalla normativa vigente. 

Sulla questione, però, Oliverio ha spiegato come si stia concretizzando «un cambio di passo, attestato anche dal fatto che stiamo approvando ora dei documenti contabili relativi ad esercizi lontani nel tempo e mai sottoposti a verifica» e un'azione di bonifica «basata sull'uso, esteso ma necessario, del commissariamento che ha consentito di portare alla luce parecchie criticità che erano rimaste sommerse». Il presidente della Regione mira, dunque, ad una “nuova stagione” che troverebbe leva nella «riqualificazione dei servizi erogati, sostenibilità economica-finanziaria degli enti e la loro razionalizzazione». Un processo «già in corso, sancito dall'accorpamento delle cinque Aterp provinciali e dalla chiusura di fondazioni come Field, Calabria Etica, Calabresi nel Mondo e Magna Graecia, proprio quelle che hanno rappresentato il modello da non seguire».

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