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Direttore responsabile: Bruno Greco
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Dovrà rispondere dei reati di sequestro di persona e omicidio il 38enne Davide Sestito, attualmente detenuto, destinatario di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, notificatagli dai carabinieri del nucleo investigativo di Catanzaro.
Secondo quanto riportato dall'Ansa, l'uomo avrebbe in sostanza prelevato dalla propria abitazione Giuseppe Todaro, per poi sequestrarlo e ucciderlo. Lo stesso Sestito, stando alla Dda di Catanzaro, avrebbe dunque partecipato all'eliminazione del cognato, scomparso a Soverato nella notte tra il 21 e il 22 dicembre 2009. Al delitto avrebbero preso parte Maurizio Tripodi, già condannato in Appello a venti anni di carcere; Michele Lentini, per il quale il pm ha di recente chiesto l'ergastolo nel processo davanti alla Corte d'Assise, e i defunti Vittorio Sia e Agostino Procopio.
L'omicidio di Giuseppe Todaro rientrerebbe in un ampio contesto 'ndranghetistico che ha visto contrapporsi il sodalizio formatosi nella zona di Soverato, facente capo al gruppo Sia-Tripodi-Procopio, e quello storicamente operativo nel territorio di Guardavalle ma con influenza anche sul territorio del Soveratese guidato da Vincenzo Gallace, al quale anche la vittima con il padre Domenico Todaro facevano riferimento.
Per gli inquirenti, inoltre, Giuseppe Todaro sarebbe stato eliminato poiché ritenuto un "elemento di disturbo nelle attività della cosca nonchè fonte di pericolo per i componenti della compagine mafiosa". Le indagini hanno appurato che il movente della scomparsa sarebbe da ricondurre al tentato omicidio - avvenuto nella serata del 21 dicembre 2009 - del boss soveratese Vittorio Sia, il quale ordiva l'immediata reazione contro Todaro, ritenuto con Pietro Chiefari, che verrà assassinato il 16 gennaio 2010, l'autore dell'agguato fallito.
Sestito avrebbe, dunque, attirato il cognato in una vera e propria trappola mortale, invitandolo a salire a bordo del furgone Doblò bianco di Agostino Procopio, mentre si accingeva a rincasare con la compagna. Cosa accadde dopo lo ha svelato il collaboratore di giustizia Bruno Procopio. Il pentito ha raccontato che il corpo di Todaro "è stato occultato da Michele Lentini in un primo momento presso il parco eolico di San Sostene, successivamente e' stato spostato in quanto si riteneva che il luogo potesse essere individuato a causa dei telefonini posseduti da qualcuno dei partecipanti all'azione". Nella mattinata successiva, lo stesso Bruno Procopio avrebbe partecipato alle operazioni di trasferimento del cadavere. "La salma aveva la gamba spezzata e si presentava con molto sangue in viso, ci preoccupammo anche di disperdere tracce di sangue sul terreno versando liquidi quale olio e benzina per confondere le tracce". Sestito era riuscito a sfuggire agli arresti scattati nel maggio 2012 nell'ambito dell'operazione Showdown, per poi finire in manette 9 mesi più tardi in Germania mentre tentava di ricongiungersi alla moglie e alla figlia.
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