Lunedì, 13 Luglio 2020 10:11

La storia di Sandro Pertini e della piccola Maria Luisa Costa di Zaccanopoli

Scritto da Redazione
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Qualche giorno fa il mondo istituzionale e politico ha celebrato il quarantaduesimo anniversario della elezione a Presidente della Repubblica di Sandro Pertini. A tal proposito, il dirigente socialista vibonese, Domenico Tomaselli, ha colto una testimonianza che racconta dell’«amore e dell’attaccamento del presidente nei confronti delle gente».

«Sono andato a Zaccanopoli, in provincia di Vibo Valentia - scrive Tomaselli - a trovare Maria Luisa Costa che, assieme ai suoi genitori Giuseppe e Anna, mi ha raccontato la loro storia con Pertini. Maria Luisa nasce nell’estate del 1981, i medici sin da subito diagnosticano alla piccola un mal funzionamento della valvola mitralica e la mancanza di separazione tra atri e ventricoli del cuore. Per quei tempi queste problematiche potevano essere fatali ma l’amore dei genitori e l’impegno dei medici danno una speranza alla piccola Maria Luisa. Sennonché dopo una serie di primi interventi la situazione precipita e le condizioni cliniche impongono un nuovo intervento che, in quel periodo, poteva essere eseguito solo presso l’ospedale civile di Massa-Carrara. Il tempo era poco e non era facile trasportare la piccola presso il nosocomio. Pertini viene avvisato della situazione e senza esitare contatta la Prefettura di Catanzaro per coordinare la delicata operazione. Un aereo dei carabinieri viene fatto atterrare nella piazza di Zaccanopoli. Sull’aereo - racconta Tomaselli - salgono Maria Luisa e i sui genitori che vengono trasportati all’aeroporto militare di Lamezia Terme dove ad aspettarli c’è il DC-9 della Presidenza della Repubblica allestito per l’emergenza con a bordo due medici militari. La piccola, assieme ai suoi genitori, viene trasportata sino all’ospedale di Massa Carrara. Ma non finisce qui: durante la degenza il presidente si preoccupò diverse volte di contattare i medici e i familiari della piccola a testimonianza del profondo senso di vicinanza e di affetto che Pertini nutriva nei confronti di quelli che non erano meri cittadini ma veri e propri “figli”».

«Sandro Pertini, partigiano e socialista - afferma Tomaselli - fu il Presidente della Repubblica più amato dagli italiani perché col suo modo di fare riuscì a far ritrovare alla gente quel senso di fiducia che si era perso nelle istituzioni. Pertini, durante il suo mandato, dovette affrontare anni di difficili rapporti politici tra i partiti, scandali, ed episodi di corruzione, ma soprattutto di stragi sanguinose, il cui apice venne toccato nel 1978, con il rapimento di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse. Uomo carismatico come quando si alzò, con l’immancabile pipa, per il secondo gol degli azzurri nel mondiale 1982. Pertini più volte fu l’uomo giusto per le situazioni difficili sempre vicino ai cittadini come nel caso in cui denunciò i ritardi per la ricostruzione delle zone colpite dal terremoto nel Belice, come quando si precipitò nell’Irpinia terremotata o davanti al pozzo di Vermicino o come quando si rifiutò di firmare l’aumento degli stipendi ai parlamentari. A distanza di 38 anni l’emozione dei genitori è ancora viva nel ricordare l’episodio in cui il Presidente fu costantemente presente. Oggi - conclude il dirigente vibonese del Psi - ci piace raccontare questa storia di un uomo delle istituzioni vicino alla gente con un modo di vivere la politica al servizio delle persone che molti dovrebbero imitare. Grazie presidente Pertini. Un saluto e un augurio alla piccola Maria Luisa Costa e a tutta la sua famiglia».

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