Martedì, 25 Maggio 2021 10:17

Percepivano indebitamente il reddito di cittadinanza, 43 denunce nel Vibonese

Scritto da Redazione
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I militari del Comando provinciale della Guardia di finanza di Vibo Valentia hanno avviato specifici controlli finalizzati a contrastare le condotte di indebita richiesta, percezione o fruizione di prestazioni sociali agevolate, individuando e segnalando all’autorità giudiziaria 43 soggetti per l’indebita percezione del reddito di cittadinanza.

Gli accertamenti svolti dalle fiamme gialle della Tenenza di Tropea sono stati eseguiti mediante il riscontro delle informazioni dichiarate in sede di autocertificazione da parte dei richiedenti, relative sia agli stessi che a ciascun componente del nucleo familiare. I controlli hanno consentito di individuare 43 soggetti che, in prima persona o attraverso i propri familiari, hanno chiesto e ottenuto dall’Inps il beneficio economico del reddito di cittadinanza, omettendo di dichiarare l’esistenza a loro carico di condanne (anche per associazione a delinquere di tipo mafioso).

Tra i soggetti implicati figurano, tra gli altri, esponenti di spicco e affiliati alle cosche vibonesi, come Leonardo Melluso, di 56 anni, ritenuto al vertice dell’omonima cosca di Briatico, già coinvolto nell’operazione “Costa Pulita”; Francesco La Rosa, di 47 anni, affiliato all’omonima cosca di Tropea, già condannato per il reato di associazione di tipo mafioso; Gaetano Muscia, di 57 anni, ritenuto affiliato alla cosca Mancuso di Limbadi, già coinvolto nell’operazione “Ossessione”; Pasquale Accorinti, di 52 anni, ritenuto affiliato alla cosca La Rosa di Tropea, già coinvolto nell’operazione “Cerbero”; Raffaele Pardea, di 62 anni, ritenuto affiliato alla cosca Pardea-Ranisi di Vibo Valentia e Francesco Gasparro, di 50 anni, considerato affiliato allo cosca Accorinti di Zungri, già implicati nell’operazione “Rinascita Scott”.

I soggetti coinvolti sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Vibo Valentia, guidata dal procuratore Camillo Falvo. L’importo complessivo delle somme indebitamente percepite e, quindi, segnalate alla magistratura e all’Inps per il recupero, la revoca del beneficio, ammonta a 225mila euro.  

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