Giovedì, 09 Luglio 2015 19:10

Torna a casa Nazzareno

Scritto da Salvatore Albanese
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Il timore, sempre più avvertito nel cuore della conca umida delle Serre, è che qualcuno tra i figli migliori di questa stessa terra abbia ormai imbarazzatamente potuto perdere la bussola. Disorientato dal forte trambusto degli ultimi mesi, indaffarato nel passaggio da una casacca all’altra, tra una campagna elettorale e l’altra, si teme abbia definitivamente smarrito la rotta di casa. Ma non preoccupatevi, anzi, per il momento siate indulgenti. Sforzatevi magari di immaginare che per colpa di una fantascientifica dislocazione spazio-temporale, il paese della Certosa, la ridente Serra San Bruno, all’improvviso si sia trovata trasferita altrove.

Solo siffatta lettura permetterebbe di accogliere con appassionato battimani le dure prese di posizione operate negli ultimi mesi dal consigliere regionale di Forza Italia, Nazzareno Salerno da Serra San Bruno: Nazzareno Salerno: «A Girifalco premiate le competenze di Siniscalco» (24 giugno 2015); Rocca di Neto, Salerno: «Confermato lo spessore politico di Lidonnici» (22 giugno 2015); Migranti, Salerno: «L’Europa faccia subito la sua parte» (16 giugno 2015); Marrelli Hospital di Crotone, Salerno: «Subito una svolta, i malati non possono attendere» (13 giugno 2015); Grande partecipazione per “Solo Girifalco” con l’onorevole Nazzareno Salerno (25 maggio 2015); Urgono provvedimenti per la pediatria di Lamezia Terme (3 marzo 2015); Io tradito dal partito sul candidato a sindaco di Lamezia Terme (1 marzo 2015); Opportuno riaprire il carcere di Lamezia Terme (ancora 1 marzo 2015); Per Ruberto candidato a sindaco di Lamezia Terme (28 febbraio 2015); Elezioni regionali, Salerno: «Grazie al sostegno degli elettori di Lamezia Terme» (25 novembre 2014); eccetera, eccetera, eccetera. Questi i titoli delle autoritarie note diffuse dall’ufficio stampa del politico nostrano (o forse nostrano pentito) negli ultimi mesi.

Nulla è arrivato, di contro, rispetto ai mille nodi che assillano la terra natia ed il vibonese, un tempo “roccaforte” del consigliere regionale. Nemmeno una lacrima di inchiostro – perché poi nel concreto di questo si tratta – ad esempio per l’allarme occupazionale che si è esplicitato nella vertenza dell’ex Infocontact, della GamOil, della Marenostro o per quello ancora attuale, anzi attualissimo, dei dipendenti della Provincia di Vibo Valentia, di altri enti pubblici o aziende private; nulla è arrivato neanche rispetto alla soppressione delle sedi del Giudice di Pace ubicate a Serra e Nicotera o sull’annosa vicenda dell’invaso Alaco che continua a fornirci la nostra beneamata dose di veleno quotidiano; nulla sulla viabilità da terzo mondo; sulla sede Inps di Serra pronta, pare, ad essere smantellata al pari di quella dell’Agenzia delle Entrate; sul mistero, sempre più fitto, del presunto interramento di scorie radioattive nelle nostre montagne; nulla nemmeno sul tasso di disoccupazione ormai arrivato alle stelle nei territori dell’entroterra e su molto molto altro ancora.

Poi, come un fulmine a ciel sereno, ecco arrivare ieri un timido sussulto di provincialismo: Trasversale delle Serre, Salerno: «Ritardi inammissibili, frenato lo sviluppo», ha denunciato con vigore il consigliere regionale come se negli ultimi anni avesse vissuto su Marte e non, piuttosto, comodamente adagiato fra gli scranni cotonati della giunta guidata prima dal governatore Scopelliti e poi dalla facente funzioni Antonella Stasi. Ma niente panico, si è trattato di un piccolo mancamento, una debolezza temporanea. Sono bastate due ore e quarantacinque minuti e Salerno è tornato subito, con una nuova nota stampa, alla sua collocazione ordinaria: Marrelli Hospital, Salerno: «Oliverio chieda rimozione di Scura e Urbani», ha tuonato a tutela della clinica privata di proprietà, ironia della sorte, del marito della stessa ex facente funzioni Antonella Stasi. E proprio il Marrelli Hospital pare essere diventato il cavallo di battaglia di queste ultime settimane. Impressiona infatti la mole consistente di note stampa prodotte a tutela del presidio crotonese, proprio mentre gli ospedali pubblici di montagna, come quello di Serra San Bruno, si preparano a ricevere dritta sul collo l’ennesima scure di tagli e ridimensionamenti. Ma anche rispetto a questo nulla di nulla è stato proferito. Il presidio serrese, che avrebbe dovuto presto trasformarsi nel famigerato “Ospedale del Futuro", nelle memorie del consigliere regionale berlusconiano è ormai un ricordo lontano. C’è la sanità privata, quella del crotonese, adesso da tutelare, forse perché vale più applausi, più voti, più consensi o forse perché in alcuni territori si è riuscito a mantenere una parvenza di credibilità che si è ormai definitivamente spenta in altri.

Non sappiamo, allora, se già Nazzareno Salerno si sia presentato allo sportello dell’Ufficio anagrafe del Comune di Crotone per inoltrare formale richiesta di cambio di residenza o se ancora abbiamo il piacere di poterlo annoverare tra l’elenco, sempre più striminzito, dei nostri concittadini (molti fuggono ormai realmente da questa landa sempre più desolata). Ma, al netto delle faziosità campanilistiche, nella piena coscienza che alcuni dei temi toccati nelle citate note stampa siano di rilevante importanza e che il ruolo di un consigliere regionale debba chiaramente essere esercitato a piena tutela di un territorio il più ampio possibile, verrebbe da chiedersi: perché la stessa premura riservata a tutte le “virgole” del Lametino, del Crotonese e non solo, non viene esplicitata a favore della terra d’origine, Serra San Bruno o delle Serre o, meglio ancora, dell’intera provincia di Vibo Valentia, vittima oggi di un degrado che – forse senza eguali – ha ormai colpito ogni comparto? Perché, tra un incontro pubblico a Rocca di Neto, un vertice con la Stasi e marito a Crotone, un the con Pasqualino Ruberto a Lamezia, una sfilata da vittoria elettorale a Girifalco, una visita istituzionale in qualsivoglia angolo del mondo, non trova il tempo di voltarsi romanticamente indietro per guardare alle sue origini? Perché tutta questa solerzia, assai stranamente, non viene adoperata rispetto alle emergenze che quotidianamente assillano il vibonese? Niente, su questo territorio è silenzio assoluto. Neanche una misera intervista, un freddo comunicato pro forma, un appunto lasciato sul quadernino a righe del discepolo. Nessuna levata di scudi.

Ma non temete, le verità evangeliche ci ricordano che ogni figliol prodigo che si rispetti farà, presto o tardi, ritorno a casa. Vuol dire allora che – quando Salerno lo riterrà utile – noi saremo lì, nelle amene prossimità di località San Rocco, all’ingresso di Serra San Bruno, ad attendere il suo ritorno. Prepareremo gradualmente il rimpatrio per renderlo meno brusco. Lo accoglieremo sventolando una bandiera bianca e con in mano un malinconico cartello: vogliamoci ancora bene.  

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