Giovedì, 08 Settembre 2016 16:07

Piani di emergenza comunali, è caos nel Vibonese

Scritto da Redazione
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La polemica era scaturita dalla segnalazione del Meetup 5 Stelle di Pizzo Calabro, pronto a lanciare strali nei confronti del primo cittadino Gianluca Callipo, reo di non aver ancora dato seguito all’approvazione del Piano di emergenza comunale. Un’accusa dettata, in particolare, dalla preoccupazione generata dalla tragedia che ha colpito il Centro Italia di recente, ma che ha stranamente finito per suscitare reazioni più in molti altri centri del Vibonese che, piuttosto, tra gli scranni del consiglio comunale di Pizzo.

Nella nota gli attivisti pentastellati avevano ricordato al primo cittadino napitino che «il Piano di emergenza comunale rappresenta un indispensabile strumento per la prevenzione dei rischi» e che «la nostra Regione, così come riporta la mappa dell’Ingv, è uno dei punti più a rischio della penisola».

«Nell’elenco della Protezione civile – spiegavano ancora i componenti del Meetup 5 stelle – risultano solo quattro Comuni nella provincia di Vibo Valentia che hanno redatto un Piano di emergenza con dati aggiornati sino a settembre 2015: Serra San Bruno, Zambrone, Fabrizia e Polia», su un totale di 50 comuni.

Un quadro allarmante, certo, ma che alla fine – come già detto – ha finito per destare la reazione, non di Callipo, ma di altri sindaci della provincia, pronti a mettere in discussione la lista striminzita di comuni in “regola” con il Piano di emergenza comunale. Il primo a mettere i punti sulle “i” era stato l’ex sindaco di Maierato, Sergio Rizzo, pronto a correggere l’elenco della Protezione civile, assicurando – copia delle delibera alla mano – che «il Piano di emergenza era stato approvato anche nel suo Comune nel dicembre 2013 e che quindi non può rimanere escluso dalla lista diffusa dall’ente di difesa civile che individua nel Vibonese l’area più critica sul fronte della prevenzione dei rischi connessi ai fenomeni naturali pur ricadendo nell’area di maggior rischio sismico e idrogeologico».

Dopo l’ex primo cittadino Rizzo, ecco arrivare contestazione di altri due sindaci che hanno reclamato, pane al pane e vino al vino, le approvazioni già da tempo siglate dei rispettivi Piano di emergenza. Ad intervenire sono stati Raffaele Scaturchio, alla guida del Comune di Dasà, e Michele Pannia, sindaco di San Gregorio d’Ippona, pronti – anche loro – a correggere i dati forniti dalla Prociv nazionale. Ai comuni menzionati nell’elenco, ossia quelli di Zambrone, Serra San Bruno, Polia e Fabrizia, dovrebbero quindi aggiungersi anche Maierato, Dasà e San Gregorio d’Ippona. Resta da capire però se l’esclusione era stata dettata da semplice sviste o da anomalie e ritardi nella trasmissione dei Piani di emergenza comunale.

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