La presa di posizione – già nell’aria da giorni – è stata resa nota attraverso un comunicato stampa sottoscritto anche dagli altri elementi della maggioranza consiliare guidata dal capogruppo Nazzareno Salerno, fatta eccezione per il consigliere Carmine Franzè e per il vicesindaco Raffaele Callà.

Una decisione frutto, in particolare, degli scontri delle ultime settimane interni alla compagine di centrodestra, aggravati dalla decisione di escludere il sindaco in carica dal nuovo progetto “Salute pubblica” varato da Salerno in previsione delle amministrative del prossimo giugno. Proprio a poche settimane dal voto, dunque, sembrano ormai arrivati gli ultimi scampoli dell’era Rosi che – dal canto suo – ha già fatto sapere di volere dare man forte al progetto in via di definizione della “terza via”, un polo equidistante dalle posizioni degli altri due schieramenti: il primo capeggiato proprio da Salerno, il secondo – quello del centrosinistra – di spiccata matrice censoriana.

La scelta maturata nel tardo pomeriggio di ieri sarebbe frutto di una mancata riconciliazione, tentata in extremis, che avrebbe dovuto raggiungersi grazie «ad un incontro chiarificatore, idoneo a porre in essere tutte le misure necessarie per la risoluzione dei problemi che attanagliano Serra, principalmente quelli relativi ai rifiuti ed alla viabilità, nonché per il completamento degli atti relativi al Psc». Saltato, quindi, l’appuntamento che avrebbe dovuto ricucire i rapporti interni alla compagine, larga parte del resto della maggioranza ha fatto sapere, di non poter «proseguire sullo stesso percorso politico. Pertanto – si legge nel comunicato – gli assessori, Adriano Tassone, Cosimo Polito e Vincenzo De Caria rassegnano da oggi le dimissioni dalla carica di assessore e, lunedì mattina, le stesse saranno formalizzate al protocollo dell’Ente».

Ciò non significa che automaticamente arriverà la “caduta” del primo cittadino che anzi potrà, a questo punto, decidere di rilanciare l’attività amministrativa con la nomina di una nuova giunta. L’amministrazione così continuerebbe a svolgere la sua carica fino alla data del voto, a meno che non arrivino, nel frattempo, le dimissioni dello stesso Rosi o quelle della sua maggioranza consiliare (sottoscritte da almeno 7 componenti dell'assise cittadina). Solo in tal caso si potrebbe concretamente scrivere la parola fine alla legislatura in corso.