Il Vizzarro.it - quotidiano online
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Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
SERRA SAN BRUNO - Intorno alle due della notte scorsa, ignoti hanno dato alle fiamme l'autovettura - una Fiat Panda vecchio modello - di proprietà di G.S., 61enne postino del luogo. La macchina era parcheggiata sul centralissimo corso Umberto I, nel cuore del rione "Spinetto". Secondo una prima ricostruzione, pare che i malviventi abbiano agito forzando la portiera anteriore del mezzo dal lato del conducente. All'interno l'autovettura è andata completamente distrutta. Gli inquirenti hanno prontamente avviato le indagini per cercare di individuare i responsabili.
Si tratta del secondo caso di incendio, nel giro di pochi giorni, a danno di autovetture parcheggiate nella stessa zona. Circa una decina di giorni fa, infatti, si registrò un altro precedente analogo, con le fiamme che, anche in quel caso, divamparono direttamente dall'interno di un'autovettura in sosta in una via adiacente allo stesso Corso Umberto I, sempre in zona "Spinetto". Anche quella volta il proprietario dell'automobile era un postino, ma in tal caso in pensione da diverso tempo.
L’associazione Admo di Serra San Bruno è giunta alla sua seconda donazione da registro. Gli attivisti serresi possono dirsi soddisfatti, dal momento che, su 21 donazioni avvenute tramite il registro nazionale dell’Admo, presso il reparto reggino di ematologia dell’ospedale Morelli, 2 arrivano proprio dagli iscritti all’associazione serrese.
Di seguito riportiamo il messaggio dell’attivista Maria Rosaria Franzè:
«Sensibilizzare e diffondere la cultura del donare, è questo lo scopo di Admo che, attraverso l’attività dei propri volontari, lavora soprattutto con i più giovani. Molto spesso il trapianto di midollo osseo è una soluzione necessaria, assunta per combattere patologie come leucemie, linfomi, mielomi e altre malattie del sangue. Purtroppo la compatibilità genetica tra non consanguinei è da 1 a 100mila, dunque molte speranze di vita sono legate all'esistenza di un elevato numero di persone disposte ad iscriversi al registro nazionale dei donatori di midollo osseo. A Serra San Bruno, l’associazione Admo è nata per cercare di coinvolgere e sensibilizzare il più possibile le persone, informandole su tutto ciò che riguarda l’iter della donazione e seguendole passo passo lungo tutto il percorso nel momento in cui si dovesse trovare un donatore compatibile. Serra, pur essendo un piccolo centro, si è dimostrata molto sensibile a questo argomento, e da quando l‘associazione è nata il numero dei potenziali donatori è cresciuto anno dopo anno. Ad oggi, e lo diciamo con immensa gioia, abbiamo già avuto due donatori effettivi: Il primo nel marzo del 2010 e il secondo i questi giorni, a distanza di 4 anni. L’uno con modalità di donazione definita più “antica”, e che consiste cioè nel prelievo di midollo osseo (Cse midollari) dalle creste iliache posteriori (bacino); il secondo con donazione di cellule staminali emopoietiche con prelievo da sangue periferico, dopo stimolazione con fattori di crescita.
Un piccolo gesto per salvare la vita di una persona che mai conosceranno. L’unica certezza è che, in qualche parte dell’Italia o del mondo, adesso hanno un fratello o una sorella, ritornati alla vita grazie a loro. Dopo questo grande risultato, noi continueremo ad impegnarci sempre con maggiore passione, per trasmettere agli altri il valore della donazione, con lo scopo di trovare più donatori compatibili. Colgo qui l’occasione per ringraziare tutti coloro che hanno scelto di iscriversi al registro nazionale tramite la nostra associazione, e in modo particolare i nostri due donatori serresi».
SERRA SAN BRUNO - Nell'ambito di un servizio di controllo delle polveriere presenti nella zona, i carabinieri della compagnia di Serra, insieme agli uomini dei Nas di Catanzaro e del Noe di Reggio Calabria, hanno riscontrato alcune irregolarità presso la polveriera S.E.I. di Serra San Bruno. Come riferito dal capitano della compagnia di Serra Stefano Esposito Vangone, il titolare della polveriera è stato segnalato all'autorità competente per l'omesso possesso del registro di carico e scarico dei rifiuti e del formulario di identificazione relativo ai rifiuti prodotti e rinvenuti all'interno dell'insediamento. I carabinieri, inoltre, hanno riscontrato la presenza di veicoli a motore fuori uso e non rottamati (rifiuti speciali pericolosi) e di sei suini privi di identificazione e certificazione sanitaria.
SERRA SAN BRUNO – Lenta e dolorosa, come solo un’agonia può esserlo. Un’agonia ancor più tragica, poiché colpisce, non una singola persona, ma un paese, un’intera comunità. Una cittadina, fino a qualche anno addietro, fiera ed orgogliosa della sua centralità rispetto ad un intero comprensorio. Una centralità, nata non per caso, ma dettata dalla storia e dagli uomini. A dare l’abbrivio alla nascita di Serra, furono due figure dall’eccezionale lavatura, chiamate a fare la storia, Brunone di Colonia e Ruggero d’Altavilla, un santo ed un soldato, condottieri, entrambi, seppur in opposti campi. Da quell’incontro e da quel “privilegio” del 1091, concesso dal conte normanno al santo tedesco, ebbe origine Serra e la sua centralità. Una centralità puntellata, nel corso degli anni, dall’affiancarsi alla Certosa di strutture ed uffici civili. Fu così, che nel paese della Certosa pian piano, vennero realizzati i centri di un potere civile destinati a far sentire più vicina la presenza dello Stato. La pretura, l’ufficio del registro, l’ospedale avevano fatto di Serra un piccolo capoluogo. Vennero, poi, gli anni Novanta e con essi l’inizio della lunga agonia. Un’agonia che non si abbatte solamente su Serra, ma sull’intero circondario. Come se non bastassero, lo spopolamento ed un reddito medio pro capite di appena 5.067 euro annui, di gran lunga al di sotto della media regionale e provinciale, i serresi, nelle loro diverse declinazioni, trovano sul loro cammino sempre più domande e sempre meno risposte. Domande sulle quali campeggia quella principale, perché rimanere in un territorio che dall’offrire poco è passato a non offrire nulla? Come fosse una miniera da cui attingere senza pensare alla conseguenze nel lungo periodo, una classe politica arrogante ed inutilmente vanagloriosa ha pensato di fare delle Serre un deserto. L’attentato alla sopravvivenza di un territorio ebbe inizio con la chiusura della pretura e la sostanziale chiusura dell’ufficio del registro. Per arricchire ulteriormente il loro bottino i novelli saccomanni stanno provando a sottrarre, a Mongiana, il comando provinciale del Copro Forestale dello Stato. In attesa di conoscere l’esito di quest’ultima contesa, al fine di minare in maniera definitiva il territorio, si è proceduto alla sostanziale chiusura dell’ospedale San Bruno e del giudice di pace. Un colpo che, con ogni probabilità, si rivelerà fatale. Alla politica, ricordando con un noto detto serrese “ca lu pieju vena arriedi”, non si può che rivolgere la classica domanda da seduta spiritica, “se ci sei batti un colpo” con la consapevolezza che i politici, come i morti, appartengono ad un altro mondo, i morti però, talvolta, rispondono. (foto Michele Zaffino)
VIBO VALENTIA - Ci sarebbe un'evasione fiscale da 9 milioni di euro dietro la vendita di gasolio a prezzo agevolato scoperta oggi dalla Guardia di Finanza. L'inchiesta della Procura di Vibo Valentia ha portato al sequestro di un'azienda e di alcuni depositi di carburante a Catanzaro, mentre sono state iscritte nel registro degi indagati 15 persone con l'accusa di truffa. I finanzieri hanno infatti scoperto che l'azienda vendeva il gasolio a costo agevolato a chi non aveva titolo a comprarlo.
SERRA SAN BRUNO – Ha solo nove anni, Rocco Giancotti, eppure si muove tra i suoi quadri esposti a palazzo Chimirri come se fosse un artista navigato. Serio, appassionato, geniale, timido solo all’apparenza, il piccolo artista serrese sta suscitando grande impressione nelle tantissime persone che in questi giorni stanno visitando la sua prima mostra di pittura, dal titolo eloquente, “L’arte non ha età…inseguendo un sogno”. La personale di Rocco Giancotti rimarrà aperta al pubblico fino alla sera del 25 dicembre, ma da quando è stata inaugurata, giovedì scorso, in paese non si parla d’altro che di quel bambino che dipinge come un artista maturo. In effetti, a sorprendere al primo sguardo è la naturalezza con cui il giovane pittore si accosta alla tela, una sensazione che però, assicurano, è niente in confronto al vederlo dipingere mentre i suoi lavori prendono forma. Nella sua prima personale c’è di tutto, dalle nature morte agli “esercizi” pittorici di anatomia, dai ritratti di personaggi celebri a composizioni suggestive frutto della sua innata fantasia. “Ha un’immaginazione meravigliosa – afferma il suo maestro, l’artista Nazzareno Vellone – e la disinvoltura con cui traspone la sua fantasia sulla tela è veramente impressionante, specie per la sua età. Ovviamente ha ancora molto da lavorare e da studiare, ma le sue potenzialità sono veramente enormi”.
Sotto lo sguardo discreto, amorevole e orgoglioso del padre e del nonno, Rocco si muove tra i cavalletti piazzati nella sala Chimirri con la sapienza di un anfitrione adulto: accoglie i visitatori, li introduce alla mostra, li accompagna spiegando il significato e l’ispirazione che sta dietro ad ogni singolo quadro, li invita a lasciare una firma nel registro delle presenze. Un registro, quest’ultimo, tutto da leggere, poiché stracolmo di nomi ma soprattutto di dediche (sincere) e di complimenti (meritati) all’indirizzo del piccolo artista. “Disegna da quando era piccolissimo – spiega il padre Luigi – e mi ha lasciato di stucco tante di quelle volte, con i suoi disegni, che ormai neanche me le ricordo tutte. Grazie a Nazzareno Vellone da circa un anno si è messo a studiare seriamente la pittura su tela, e i frutti dei suoi insegnamenti cominciano a vedersi chiaramente”. Vellone sta cercando di creare una piccola scuola di pittura per bambini che altrimenti crescerebbero tra televisione e strada, e i suoi piccoli allievi non finiscono di stupire. Alcuni lavoro del piccolo Rocco, ad esempio, lasciano senza fiato: c’è un volto di Charlie Chaplin con una smorfia fortemente caratterizzante; c’è la chitarra dipinta su uno sfondo astratto che, come ci ha spiegato lui stesso, è stata pensata e realizzata come omaggio a Rino Gaetano; ci sono le nature morte, semplici e bellissime; c’è il fiore delicato dipinto per la madre; c’è la composizione, premiata dalla sua scuola, incentrata sulla Shoah e sugli orrori dei campi di concentramento. “All’inizio – prosegue Vellone – ha fatto per diversi mesi solo disegni, non ha toccato colore. Ma poi, quando ha cominciato con l’olio su tela e con le tecniche miste, i risultati dello studio e ovviamente del suo grande talento sono venuti fuori in maniera prorompente. E c’è da considerare – aggiunge l’artista – che in realtà quelle esposte più che opere sono delle esercitazioni, ma il risultato è sotto gli occhi di tutti”. Vellone, che ha già forgiato altri piccoli artisti che pian piano si stanno facendo le ossa a suon di pennelli e tavolozze, è un pittore ben noto nella zona e ha già portato la sua arte oltre i confini della Calabria. In programma ha una mostra tutta da scoprire che sarà allestita, a Serra e non solo, durante l’estate. Per adesso, però, il suo impegno e la sua dedizione sono appannaggio esclusivo dei suoi allievi, piccoli di età ma già grandi nelle soddisfazioni che regalano al loro maestro.
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