mini municipio_torreRiceviamo e pubblichiamo

 

Si terrà il 30 agosto a Torre Ruggiero la quinta edizione “Pericles International Prize”. 

Il riconoscimento sarà attribuito: ad Annibale Marini, presidente emerito della Corte costituzionale; a Francesco Profumo, già ministro dell’Istruzione Università e Ricerca; e Anders Pedersen, executive vice-president della società farmaceutica Lundbeck della Danimarca.
 
Il premio è nato come sezione scientifica del riconoscimento istituito trenta anni fa dall’Alkmeon International Academy, che ha annoverato nel suo albo d’oro insigni personalità e premi Nobel quali Renato Dulbecco e Rita Levi Montalcini.
 
Il “Pericles International Prize” che da cinque anni è ospitato nella cornice del suggestivo borgo dell’entroterra catanzarese, è promosso da Giuseppe Nisticò, politico di lungo corso (già presidente della Regione Calabria,  senatore e parlamentare europeo), accademico ordinario di Farmacologia presso l’Università “Tor Vergata” di Roma e uomo di scienza, in collaborazione il sindaco Pino Pitaro e l’Amministrazione comunale di Torre Ruggiero.
 
Compongono il comitato internazionale del Premio, presieduto da Nisticò e Pitaro: Emilio Clementi, Pietro De Leo, Eugenio Gaudio, Harald Hampel, Pietro Masi, Mauro Massa, Giuseppe Nappi, Sir Salvador Moncada, Micheal Pirozynski, Josè Luis Valverde.
 
La cerimonia di premiazione avrà luogo venerdì alle ore 17.30 presso l’Agriturismo “Torello”. Nel corso della manifestazione sarà presentato anche il libro “Itinerari bizantini e normanni nell’area delle Serre” di cui è autore Pietro De Leo, professore ordinario di storia medioevale presso l’Unical. La presentazione è affidata Nisticò, con l’intervento dello stesso De Leo. 
Si tratta di un libro aperto al contributo dei sindaci del comprensorio delle che possono indicare reperti e tappe per arricchire questo interessante itinerario.
Si tratta ancora di un progetto che vede il Comune di Torre, quale capofila.
Per il prossimo anno c’è l’intenzione di riproporre questo volume stampato in lingua inglese, per favorire una più ampia riscoperta delle testimonianze nei territori della presenza bizantina e normanna.
 
Ed ecco qualche nota sui premiati dell’edizione 2013 del Pericles International Prize.
 
Annibale Marini. Nato a Catanzaro, è presidente emerito della Corte costituzionale, è professore emerito di Diritto civile presso la facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, ateneo presso il quale è stato per lungo tempo titolare della cattedra di Istituzioni di diritto privato. Dal luglio 2010 è stato eletto dal Parlamento componente laico del Consiglio Superiore della Magistratura, presso il quale è Presidente della Prima commissione. 
 
Francesco Profumo. Nato a Savona, è un ingegnere elettrotecnico, accademico italiano ed ex presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Dal novembre 2011 ad aprile 2013, ha ricoperto la carica di ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca con delega inoltre, dal dicembre 2011, al Dipartimento per l'Innovazione tecnologica. 
 
Anders Pedersen è executive vice-president della società farmaceutica danese Lundbeck. È membro della Società Europea di Oncologia Medica, dell'Associazione Internazionale per lo Studio del Cancro del Polmone, della Società Americana di Oncologia Clinica, della Società danese di Oncologia Medica e della Società danese di Medicina Interna. 
 
In attesa di accoglierli nella cittadina, il sindaco di Torre, Pitaro si è dichiarato soddisfatto della scelta dei premiati.
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mini pugliese

Quella di Lauretta Pugliese è una storia di malasanità. Una delle tante. In una regione dove, troppo spesso, non si ha fiducia nell’operato dei medici e si decide, dunque, di emigrare al Nord o in altre strutture più efficienti. Lauretta Pugliese è deceduta il 12 ottobre del 2011, dopo un intervento chirurgico di artoplastica con artoprotesti alla gamba destra, presso la casa di cura ‘Villa Caminiti’ di Villa San Giovanni. Doveva essere un normale intervento, quello della giovane 44enne, mamma di due figli (Domenico, di 22 anni e Annalisa di 20). E invece, si è trasformato in tragedia. Da due anni la famiglia Pugliese - difesa dagli avvocati Salvatore Francesco Campisi e Giuseppe Rombolà - lotta per chiedere verità e giustizia di fronte all’ ennesimo presunto caso di malasanità. La signora Pugliese dal rientro in stanza in uno stato soporifero e incosciente ha cessato di vivere poco dopo sotto lo sguardo attonito della figlia Annalisa, la quale ha immediatamente denunciato l’accaduto
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mini brognaturo_municipioRiceviamo e pubblichiamo
 
Ci rivolgiamo a Lei partendo dal presupposto che come recita l’articolo 97 del decreto legislativo n.267/2000 (Testo Unico sugli enti locali) la figura del segretario comunale è quella di Garante della legalità e correttezza amministrativa. La giurisprudenza ha, inoltre, sostenuto che anche dopo la riforma dello status del segretario comunale e dopo l’eliminazione del parere preventivo di legittimità, il Segretario Comunale “mantiene la specifica funzione ausiliaria di garante della legalità e correttezza amministrativa dell'azione dell'ente locale” (Corte dei  Conti reg. Lombardia, sez. giurisd. 09/07/2009 n. 473). 
Alla luce di ciò ci domandiamo come Lei sta permettendo tutte queste illegalità diffuse:
 
1. Alloggio edilizia pubblica popolare: concessa in modo urgente, quindi eludendo tutte le regole per l’assegnazione delle case popolari,  per puro caso proprio nei giorni vicini alle elezioni comunali ad una giovane coppia che ha la caratteristica di  avere una buona parentela alle spalle, tramite un’ordinanza di assegnazione provvisoria (6 mesi)  scaduta da ben 7 mesi e a tutt’oggi non vi è traccia di una proroga nè tantomeno di una restituzione dell’alloggio;
 
2. Occupazione di suolo pubblico: dopo aver dapprima segnalato al Sindaco attraverso i modi che il vivere civile impone e quindi con un colloquio dove venivano comunicate le nostre perplessità, che come previsto è rimasto infruttuoso, abbiamo utilizzato tutte le strade a nostra disposizione per denunciare, a parere nostro, un illecito ed una netta discriminazione che era sotto gli occhi di tutta la cittadinanza. il Sindaco, messo alle “strette” con svariati atti relativi a questo oggetto, nella sua qualità di responsabile di area tecnica-manutentiva ha emesso due ordinanze nel marzo 2013. Una di concessione in sanatoria di abuso edilizio nella quale viene irrogata una sanzione all’esercente dell’ attività commerciale, che ha costruito abusivamente nell’Agosto del 2006 una tettoia in legno a servizio della propria attività. E l’altra che prevede la concessione per l’occupazione dell’area pubblica su citata, a titolo temporaneo e per la durata di un anno, con decorrenza 01/01/2013 con un canone di € 100 come previsto dal Regolamento Comunale riguardante l’occupazione di spazi ed aree pubbliche adottato con deliberazione consigliare n. 13 del 15/10/2012 dalla quale l’attuale opposizione si è dissociata esprimendo voto contrario all’approvazione con motivazioni esposte in Consiglio. Ora ci viene da chiedere: come mai non c’è stata un’ordinanza con la quale veniva irrogato il canone dovuto dall’Agosto 2006 (come dichiarato dall’esercente) al 31/12/2012? Come mai non è stato applicato per gli anni pregressi il Regolamento Comunale sull’occupazione di spazi ed aree pubbliche vigente pro-tempore? Sei anni sono andati a finire nel “dimenticatoio”? Sono passati quasi 3 mesi dalle ordinanze, ma nulla è stato detto in merito agli anni sopraindicati, chissà se Lei ci darà una risposta. Come mai non è stata riscontrata un’ appropriazione indebita dei birilli che sono stati utilizzati dall’esercente per delimitare il perimetro dell’occupazione del suolo pubblico? A che titolo sono detenuti da quest’ultimo? Come è stata trasferita la proprietà al privato? Nemmeno a questo quesito abbiamo mai avuto una risposta concreta;
 
3. Ampliamento cimiteriale: che fine hanno fatto i lavori di ampliamento del cimitero che sono stati resi immediatamente eseguibili nel Consiglio Comunale  del 25.02.2013 come mai tutto questo ritardo nell’inizio lavori? Sarebbe il caso di non far passare altro tempo visto ciò che accade ogni qualvolta che si verifica un decesso. Per non parlare delle condizioni vergognose (per essere buoni) in cui si trova l’Ossario. Una gestione poco adeguata al valore che il luogo Cimiteriale riveste nella Pubblica Comunità.
 
 
4. Lavoratori ex LSU- LPU.
Facendoci portavoce di numerose lamentele di vari cittadini chiediamo: a quale titolo e con quale criterio si è stabilito che due dipendenti di categoria A (rispettivamente moglie e cugina del consigliere) stazionano in modo permanente negli uffici comunali? E’ risaputo che una trova collocazione nell’ufficio protocollo (nipote del responsabile del procedimento) e l’altra si alterna con la complicità dei dipendenti comunali negli uffici demografico e di ragioneria.
In che termini viene tutelata la privacy?
 
5. Uso prettamente privato e parentelare da parte del sindaco e della maggioranza della sede comunale a favore di professionisti, parenti del sindaco e dei consiglieri di maggioranza.
Dov’è l’agire delle sue competenze quale garante della legalità e correttezza amministrativa? Forse è troppo occupata nel balletto che la porta a girare per i 5 comuni dove presta servizio come segretario comunale?
 
Gruppo Rinnovamento & Crescita
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mini logo_USB_67df92_03Dopo le promesse, il silenzio. L’imponente manifestazione dell’8 maggio scorso a Catanzaro aveva costretto l’assessore al Lavoro Nazzareno Salerno ed il presidente Giuseppe Scopelliti a rendersi autori di dichiarazioni rassicuranti per il futuro occupazionale degli Lsu ed Lpu calabresi. Annunci esclusivamente verbali che, di fatto, ad oltre un mese di distanza, non sono stati seguiti da alcun provvedimento concreto. In quell’occasione si era garantita la copertura finanziaria per il pagamento degli stipendi solo fino al prossimo 15 luglio, data sempre più vicina oltre la quale si intravede per i 5200 Lsu ed Lpu calabresi un futuro ancora più avverso.
 
L’Unione Sindacale di Base, in una nota diffusa nella mattinata di ieri, ha rinnovato la piena intenzione di lottare senza sosta al fianco dei precari calabresi in servizio presso molti enti locali: “Riteniamo grave il silenzio della Regione Calabria sia rispetto alle nostre richieste di incontro, sia rispetto alla reperibilità dei fondi necessari per la prosecuzione dei progetti fino al 31 dicembre 2013 promessi dal presidente Scopelliti e dall’assessore Salerno”.
 
Le promesse dei due politici regionali erano arrivate propria a culmine della manifestazione promossa dallo stesso Usb l’8 maggio scorso ed a seguito della quale si era tenuto un incontro fra Regione e Governo nazionale sul tema occupazione. Un incontro che in realtà non ha partorito alcuna notizia rassicurante per i precari calabresi, anzi la questione sembra sia stata volutamente affrontata in maniera generica ed astratta in un grosso calderone concernette tutte le problematiche legate al lavoro in Calabria. 
 
L'Usb ha quindi rivolto l’ennesimo sollecito all’assessorato regionale competente in materia “a prendere atto della realtà del precariato calabrese e del suo ruolo essenziale e produttivo in tutti i settori degli enti locali della regione, nonché per far ristabilire la legalità contrattuale e previdenziale vergognosamente violata, da organi di Stato, in quasi due decenni di umiliante utilizzazione in nero”. 
 
Altra grana per i lavoratori è quella della questione normativa scaturita in seguito alla bocciatura della Corte Costituzionale sulla legge regionale che rinvia i termini per la stabilizzazione: “Questa organizzazione sindacale – scrive ancora l'Usb – pretende l’attuazione di un nuovo e serio provvedimento legislativo che permetta di procedere alla definitiva e complessiva stabilizzazione dei soggetti attivi al 31/12/2012, al loro riconoscimento previdenziale pregresso ed inserimento contrattuale e salariale nelle deficitarie piante organiche degli enti utilizzatori”.
 
In conclusione della nota stampa, l’Usb - rivolgendosi a tutti i lavoratori - ha invitato a mantenere alta la guardia e a non farsi abbindolare da promesse che fino ad ora non hanno avuto alcun riscontro concreto, invitando alla mobilitazione nel caso si protraesse ulteriormente il silenzio sulla questione da parte della regione Calabria e del Governo nazionale.
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Lunedì, 10 Giugno 2013 16:48

Serra, lumini accesi aspettando Massimo

 

mini massimo_lampasiSERRA SAN BRUNO -  È stato un momento di riflessione e preghiera. Un momento utile, per squarciare quel muro di silenzio e omertà che, da sempre, hanno caratterizzato il popoloso centro montano. Nei giorni scorsi, presso il quartiere ‘san Gerolamo’, è stata organizzata una iniziativa  dal gruppo Scout ‘Serra 1‘, per ricordare Massimo Lampasi, il 25enne scomparso la sera del 24 febbraio scorso e di cui, ancora, non si conoscono le sorti. La mattina seguente, però, la stessa compagna ha inizialmente denunciato la scomparsa presso la locale Compagnia dei Carabinieri, guidati dal capitano Stefano Esposito Vangone, i quali hanno avviato subito le ricerche, per poi dichiarare di aver visto Massimo salire su un’ auto di colore scuro. Secondo la sorella Antonella, però, pare che il 25enne con precedenti penali quella sera avesse un appuntamento di lavoro. 

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mini municipio serraRiceviamo e pubblichiamo:

E’ senza dubbio singolare il comportamento dell’amministrazione Rosi in merito alla gestione degli LPU utilizzati finora dal Comune di Serra San Bruno. Ed ancora più particolare è l’atteggiamento del neo Assessore Regionale al Lavoro Nazzareno Salerno che, a Catanzaro e a Roma afferma di tenere in massima considerazione il futuro lavorativo degli Lsu e degli Lpu calabresi ma poi nel suo Comune, dove sicuramente ha la possibilità di indirizzare alcune scelte, non induce alla ragionevolezza chi, incoscientemente, si adopera per mandare a casa 58 lavoratori che da tanti anni rappresentano lo strumento con cui la collettività di Serra ha potuto godere di servizi primari a costi vicino alla zero.

Solo qualche settimana fa, replicando ad una nota attribuita ad alcuni Lpu in cui si sostenevano le azioni di Rosi, ma che noi abbiamo sempre pensato fosse frutto di una “penna amica” del Sindaco, dicevamo appunto che i lavoratori dovrebbero stare sempre dalla stessa parte perché la ruota gira ed il potente potrebbe secondo i suoi umori prendersela con chiunque. La verità è, a nostro parere, che gli Lpu di Serra, che da sempre si sono adattati ai voleri ed ai bisogni degli amministratori di turno, non hanno conquistato la consapevolezza che la politica va e viene e che nessuno, ad iniziare da Rosi può inopinatamente decidere della vita lavorativa e del sostentamento economico di 58 famiglie quando, addirittura, le risorse necessarie non sono nemmeno erogate dall’ente che li utilizza.

Non ne ha assolutamente il diritto ed i lavoratori lo devono ben capire, prima loro, e poi farglielo capire all’attuale Sindaco a cui è stato consegnato un paese nobile come Serra San Bruno che a nostro parere meriterebbe ben altre attenzioni e ben altri argomenti da trattare, primo fra tutti un piano di sviluppo dell’occupazione e dell’area, ogni anno che passa sempre più emarginata e periferica, a dispetto del fatto che lì vivono o da lì provengono diversi uomini di potere, per citarne solo alcuni, Censore, Salerno, Calvetta. E comunque la responsabilità di quello che si sta preparando per gli Lpu di Serra non può essere solo opera del Sindaco, bisogna capire cosa c’è dietro, ad iniziare dalla richiesta di trasferimento in massa di alcuni di loro al Parco delle Serre, ente che attualmente, da lottizzazione politica, pare essere nelle disponibilità di Salerno, dominus di Rosi.

Qual è la strategia che anima tutto ciò? Quale epurazione si ha in mente?

Qualunque cosa questi signori pensino, deve essere assolutamente sventata, e l’unico modo per ottenere ciò è la coesione di tutti i lavoratori interessati, la loro lotta per la conquista di dignità e lavoro, una forte opposizione alle trame di chi, forte del consenso conseguito alle elezioni, ritiene forse di essere stato investito del potere di vita e di morte sui suoi concittadini. Così anziché utilizzare quella preziosa fiducia assegnatagli per portare serenità nella città e tra la gente, si diletta ad instillare preoccupazioni su preoccupazioni.

Certamente ci aspettiamo un intervento forte di tutte le opposizioni ma anche dei consiglieri di maggioranza che abbiano voglia e capacità di indurre il Sindaco a ragionare. Noi intanto, per quello che ci compete, abbiamo inoltrato una richiesta d’incontro all’Amministrazione, con l’intento di discutere di tutto ciò, alla presenza delle altre OO.SS e dei lavoratori perchè sia fatta chiarezza sulle posizioni di ognuno.

Quale azienda, se avesse la possibilità di utilizzare gratis diecine e diecine di lavoratori, magari formandoli per i servizi che più sono utili ed investendo su di loro magari per un ricambio quando i veterani andranno in pensione, li rifiuterebbe? Credo nessuno, a meno che non abbia tutte le rotelle al proprio posto. Oppure a fare paura è proprio l’eventualità che qualcuno reclami una stabilizzazione che riempirebbe gli organici per i prossimi 15 anni e quindi impedirebbe le solite pratiche clientelari?

Luciano Prestia
Segretario Provinciale UIL Vibo Valentia

 

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mini conf stampa mirko 30 aprile 2012SERRA SAN BRUNO – Il consigliere comunale di minoranza del movimento politico “Al lavoro per il cambiamento” Mirko Tassone, nei giorni scorsi ha inviato una missiva al prefetto di Vibo Valentia Michele Di Bari, per evidenziare il mancato rispetto delle prerogative della minoranza in ordine all’approvazione del rendiconto di gestione per l’anno 2012 che avrebbe evidenziato la pessima gestione dell’amministrazione comunale «(disavanzo di 119 mila euro in termini competenza; 187 mila in termini di risultato di amministrazione)». Secondo quanto afferma Tassone la convocazione del consiglio comunale durante il quale il bilancio è stato discusso a approvato non sarebbe stata preceduta «da alcuna comunicazione con la quale si portavano a conoscenza i singoli Consiglieri Comunali della disponibilità degli atti relativi al rendiconto di gestione. Al contrario, il deposito degli atti in questione veniva indicato solamente nell’avviso di convocazione, notificato in data 6 maggio, quindi, 16 giorni prima dello svolgimento del Consiglio Comunale. A ciò si aggiunga – prosegue il consigliere di opposizione - che, in data 21 maggio u.s, alle ore 13 circa non era ancora disponibile la relazione del Revisore dei Conti, consegnata, da un vigile urbano, al sottoscritto, solamente intorno alle ore 20 di martedì 21 maggio». Quindi nel pomeriggio del 20 maggio «era stato notificato un Ordine del Giorno aggiuntivo con altri cinque punti, tra i quali due varianti allo strumento urbanistico, da discutere nella seduta convocata per le ore 9,30 del 22 maggio. Considerando che gli atti di cui all’ordine del giorno aggiuntivo sono stati materialmente consegnati nella mattinata del 21 maggio, a meno di ventiquattro ore dall’avvio dei lavori del Consiglio Comunale, si comprende bene la difficoltà dei Consiglieri a valutare compiutamente la documentazione». Inoltre da una sommaria analisi degli atti relativi al Conto Consuntivo «erano emerse macroscopiche discrepanze, tra il documento licenziato dalla Giunta e la Relazione prodotta dal Revisore dei Conti». Ad esempio: «il documento redatto dalla Giunta evidenziava delle somme incamerate dal Comune provenienti dalla raccolta differenziata, mentre per il Revisore dei Conti, nell’anno 2012, il Comune non avrebbe introitato alcuna risorsa; nella premessa al suo documento, il Revisore dei Conti, dichiara che non ci sarebbero debiti fuori bilancio, salvo evidenziare, in conclusione, che alcuni responsabili di servizio non avrebbero presentato alcuna attestazione in merito all’esistenza di debiti fuori bilancio. Si aggiunga, inoltre, che durante la discussione in Consiglio, il sottoscritto, evidenziava che l’assenza di debiti fuori bilancio non poteva essere verosimile per, almeno, due ragioni: 1) nel corso del 2012 il comune ha realizzato, infatti, lavori (per i quali in data 5 novembre 2012 il sottoscritto ha presentato un’interrogazione tuttora inevasa) di manutenzione straordinaria presso il cimitero per i quali non risulta essere stato assunto alcun impegno di spesa; 2) nel corso del 2012 il Comune nell’aderire al progetto “Pitagora Mundus” ha sottoscritto una convenzione (peraltro senza sottoporla al Consiglio Comunale) con I.S.C.A.P.I. in ragione della quale cinquanta studenti egiziani sono stati ospitati presso due strutture alberghiere cittadine ( una delle quali, agriturismo “Fondo dei Baroni, in questi giorni ha inviato una lettera ai quotidiani locali per denunciare il mancato pagamento, da parte del Comune di Serra San Bruno, delle spettanze relative all’ospitalità fornita a partire da settembre 2012)». In merito all’esistenza o meno dei debiti fuori bilancio, evidenziati «il sindaco e gli assessori si sono astenuti dal dare risposta». Considerando, infine, che il rendiconto di gestione 2012 «presenta un disavanzo di competenza superiore ai 119.000 euro ed un disavanzo di amministrazione superiore ai 187.000 abbiamo ritenuto necessario presentare al Consiglio una motivata richiesta di rinvio (Doc. allegato) al fine di garantire a ciascun Consigliere la possibilità di valutare compiutamente l’intera documentazione». Secondo Tassone nonostante le evidenti violazione normative regolamentari, il Consiglio, con i soli voti favorevoli dei consiglieri di minoranza (Tassone e Lo Iacono, assenti Federico e Raffele), ha respinto la proposta procedendo all’approvazione del Conto Consuntivo». Il documento è stato licenziato con il voto della maggioranza, mentre MirkoTassone non ha partecipato.

(articolo pubblicato su Il Quotidiano della Calabria)

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Martedì, 04 Giugno 2013 11:49

Lsu/Lpu, le preoccupazioni del Pd

mini municipio serraRiceviamo e pubblichiamo:

 

Siamo profondamente preoccupati ed amareggiati rispetto alla notizia che da diversi giorni circola negli ambienti cittadini, apparsa anche sulla stampa locale, circa la volontà del Sindaco Rosi e della sua maggioranza targata PDL di non voler rinnovare i contratti dei lavoratori LSU/LPU che scadranno il prossimo 31 Dicembre. Una scelta politico- amministrativa, portata avanti dall’amministrazione comunale, che rischia però di sbattere in mezzo ad una strada 58 lavoratori e le loro famiglie che da 15 anni mandano avanti, tra le numerose difficoltà che quotidianamente riscontrano, molti servizi essenziali del comune.  

La notizia ci lascia sconcertati, stupiti e increduli, soprattutto in un contesto storico in cui, ad ogni livello, i temi dell’occupazione e della tutela dei lavoratori assumono un ruolo centrale. In un periodo difficile, nel quale si vuole difendere ogni singolo posto di lavoro, la “lungimirante” amministrazione serrese decide di mandare a casa i lavoratori per esternalizzare e privatizzare alcuni servizi, primo fra tutti - per come si apprende dalla stampa - la raccolta differenziata. Non riusciamo a capire la logica che spinge in tale direzione anche alla luce delle drammatiche ripercussioni economiche che tale decisione potrebbe avere, non solo per le famiglie interessate, ma anche per l’economia cittadina.

Per tali motivi condurremo su questo tema una battaglia serrata e continua. Difenderemo i lavoratori e le loro famiglie ricordandoci il debito che la società ha nei loro confronti poiché, a fronte di anni di precariato, di un esiguo stipendio e senza alcun contributo previdenziale, quotidianamente sono impegnati a garantire anche il funzionamento della macchina burocratica comunale che altrimenti sarebbe ferma.

Riteniamo, quindi, che l’amministrazione comunale debba cambiare idea su questa importante e delicata questione prima che succeda l’irreparabile e si apra una fase di tensioni sociali senza precedenti per la nostra comunità.

Come locale circolo PD siamo molti attenti ai diritti dei lavoratori e porteremo avanti questa battaglia coinvolgendo direttamente anche i deputati democratici che già in questi giorni hanno investito della questione il competente Ministero del Lavoro. Nel tavolo tecnico riunitosi a Roma i parlamentari hanno chiesto un contributo economico specifico per procedere alla stabilizzazione dei lavoratori LSU/LPU calabresi e risolvere definitivamente l’annosa questione.

Gli esponenti pidiellini piuttosto che guardare a come “liberarsi” di quello che per loro è ormai diventato un problema dovrebbero cercare di valorizzare le competenze e professionalità di questi operatori e forse riuscirebbero un po’ meglio nel garantire ai cittadini quei servizi indispensabili e quella gestione dell’ordinario che al momento non sembrano capaci di assicurare.

A questo proposito chiediamo loro una netta inversione di rotta rispetto all’attuale modo di gestire la cosa pubblica. Il livello di degrado politico, culturale e sociale raggiunto in poco più di due anni dimostra, infatti, un’incapacità amministrativa senza precedenti per il nostro paese alla quale non è consentito aggiungere ulteriori aggravanti attraverso decisioni scellerate a cui non sarebbe più possibile porre rimedio.

Rosanna Federico
Consigliere Comunale del PD

Luigi Tassone
PD Serra San Bruno

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Venerdì, 24 Maggio 2013 13:34

'Le matriosche del sindaco di Fabrizia'

mini fabriziaRiceviamo e pubblichiamo:

FABRIZIA - Se il Sindaco non può, per varie ragioni, assumersi le responsabilità gestionali di competenza dirigenziale, non è obbligato a farlo. Non è peraltro comprensibile una posizione ibrida e rischiosa che evidenzi sostanziali limiti per tempo a disposizione e per competenze specifiche. Per quale recondito motivo, invece di autonominarsi, non ha fatto ricorso ad altri, anche all’interno della struttura? In molti piccoli enti ci si avvale del Segretario comunale, il quale affida i procedimenti a personale di adeguata qualifica: il Comune di Fabrizia è fornito di queste possibilità. Probabilmente la scusante assunta a sostegno del mancato turn over in occasione del pensionamento del personale nel 2011 sarà stata la ristrettezza delle risorse, ma su questo ci sarebbe molto da ridire. Avrà intenzione di usare lo stesso sistema fra qualche mese, allorché si verificherà la fuoruscita di altri due dipendenti giunti al top dell’anzianità di servizio e d’età pensionabile? Evidentemente non c’è molto da giustificare. Infatti i contratti di lavoro dei dipendenti pubblici sono fermi al 2010 per disposizioni del Governo. La vacanza nella titolarità dell’Area Amministrativa, risalente al 2011, non ha conseguito gli eventuali risparmi matematici. In effetti, nonostante il numero ridotto di personale, la spesa da consuntivo recentemente approvato, tra il 2011 ed il 2012 si equivale.

Ma, facciamo il punto sull’anomalia dei compiti e responsabilità trattenute dal Sindaco iN capo a sé. L’atto è solo formale, soprattutto, strumentale. Esempio lampante ne è la recente occasione del bando per la formazione di una graduatoria di aspiranti alla frequenza di un corso di formazione per braccianti agricoli disoccupati, regolarmente retribuito e finanziato dalla Regione Calabria. In tale occasione, sapientemente, il Sindaco-Responsabile di Area, ha pensato bene di delegare la sua responsabilità ad una specie di Commissione. Il problema però, non è solo la commissione – assurda quanto assurdo è l’averla costituita – ma soprattutto il "commissariamento" dei suoi doveri. Avrebbe potuto e dovuto confrontarsi direttamente con la sua responsabilità ed avrebbe potuto farlo affidando il procedimento interno ad idoneo personale comunale a disposizione, che avrebbe steso matematicamente la graduatoria provvisoria, sulla base dei formali ed automatici criteri oggettivi cristallizzati nel bando. Invece ha ideato un inutile strumento, a mo’ di scatola cinese, o per meglio dire Matriosca, dentro e fuori della quale c’è la sua regia, il suo “seme”, ma anche, piaccia o no, la sua responsabilità. Ha assegnato ad un organismo strutturalmente fuori luogo, un’attribuzione sua, per poi tornarci come “approvatore”, come se si trattasse di un compito di altri e non di un suo precipuo dovere strutturale. Quand’anche si facesse una forzatura mentale per accettare, dal punto di vista squisitamente organizzativo, l’utilizzo di una bizzarra commissione per un compito elementare quale mettere in ordine di grandezza degli indicatori Isee, non si capisce perché abbia esagerato pretendendone anche l’avviamento! Al pari grave, se non di più, è stato l’aver bypassato addirittura la pubblicazione della graduatoria provvisoria, facendola dichiarare immediatamente definitiva e rubando agli interessati esclusi la possibilità di difendere il proprio diritto eventualmente negato. Mimetizzare le responsabilità amministrative, traslandole – in apparenza, perché ne è e ne rimane il solo responsabile - artificiosamente su dipendenti comunali indifesi, non può essere metodo per affrancarsi dalle le responsabilità politiche sgradevoli ed autoritarie.

Per questo tipo di eventi ci sarebbe forse da far intervenire il Prefetto, mostrandosi in tutta evidenza motivi ben più ragionevoli di quelli che hanno reconditi scopi da campagna elettorale, interna ed esterna dell’Amministrazione comunale. Ma questa campagna elettorale quasi certamente resterà inascoltata da chi aspira a legalità piuttosto che all’autoritarismo di vecchio stampo, riproposto fuori tempo massimo.

Maria Cirillo

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mini acqua pubblicaRENDE - Il dibattito (e le battaglie) sullo sfruttamento dei beni comuni fa oramai parte della quotidianità: fondamentalmente perché la politica non riesce e non vuole recepire l’urlo dei cittadini che si battono per i loro diritti fondamentali condannando gli intricati sotterfugi che da vent’anni a questa parte esistono tra amministratori locali, banche e multinazionali. Ieri, a partire dalle ore 18, nei locali del Museo del Presente a Rende (CS), si è tenuto un dibattito sulla proposta di legge regionale di iniziativa popolare per l’acqua pubblica, disegno per il quale è stata avviata la raccolta firme e che dovrebbe applicare la volontà dei cittadini largamente espressa in occasione del Referendum del 12-13 giugno 2011. Al tavolo dei relatori erano presenti Gennaro Montuoro, rappresentante del Coordinamento Calabrese Acqua Bene Comune, Daniele Pisano, giovane amministratore del comune di Serra Pedace, il consigliere regionale Mimmo Talarico (Italia dei valori) e il prof. Alberto Lucarelli, ordinario di Diritto Pubblico all’Università di Sorbona e già assessore al comune di Napoli.

Il primo ad esprimere il proprio sostegno nei confronti dell’iniziativa è stato proprio il giovane Pisano, il quale ha chiosato sull'indifferenza che la Sorical (della quale la multinazionale Veolia rappresentava la parte privata) in questi anni ha mostrato nei confronti dei cittadini a favore dei soli profitti che con l’acqua poteva ottenere. Infatti, con lo sfruttamento del bene per eccellenza, dal 1994 ad oggi non è mai stato avviato, da parte del gestore privato, un investimento al fine di ripristinare la vecchia rete idrica per offrire così un servizio migliore ai cittadini. Unico scopo: distribuire acqua ed incassare profitti.

Il giovane attivista Gennaro Montuoro ha introdotto una breve parentesi, offrendo un nuovo paradossale sguardo al mondo della nostra "cara" politica: «Mentre qui stiamo discutendo su come far valere il risultato referendario, nei palazzi della Regione, per mano di Gentile, si sta pensando a come rinnovare la fiducia a Sorical». Montuoro ha inoltre sostenuto che il raggiungimento degli obbiettivi referendari è necessario, prima di tutto, per condannare le politiche neoliberiste che sfruttando i beni di prima necessità (beni comuni appunto), giocano coi diritti fondamentali e colpiscono le fasce sociali deboli. Lo stesso Montuoro non ha mancato di ricordare la battaglia dei movimenti spontanei nati in tutta la Regione e soprattutto la situazione in cui versano tutti i comuni serviti dall’invaso dell’Alaco. In ultimo, l’attivista del coordinamento calabrese Acqua Bene Comune ha evidenziato i punti salienti della proposta di legge: 1- Captazione e adduzione delle acque gestita da aziende speciali di diritto pubblico; 2- Autorità di ambito, a sostituzione delle vecchie Ato, intesi come ambiti di bacino idrografico; 3- Presenza fattiva e partecipazione dei rappresentanti di tutte le realtà sociali che in questi anni si sono battute per la ripubblicizzazione del servizio idrico. Le amministrazioni locali che comunque intendessero svincolarsi da una gestione privata del servizio idrico, avrebbero accesso ad un fondo speciale al fine di raggiungere una situazione di indipendenza. Il messaggio che Montuoro lancia alla politica è quello di sostenere fortemente i comitati territoriali, di adottare al più presto il disegno di legge con deliberazioni di Consiglio, di modo che un’azione congiunta, magari delle grandi amministrazioni (come quella cosentina ad esempio già vittoriosa del ricorso al Tar contro Sorical per l’interruzione del servizio idrico), possa essere da monito per le piccole amministrazioni.

Il consigliere regionale Mimmo Talarico ha preso come esempio le città di Parigi, Napoli e Palermo che hanno detto no al «progressivo saccheggio dei beni comuni sfruttati per fare business». Lo stesso ha criticato le irrazionali scelte dei colleghi politici alla Regione, che prima si fanno promotori della loro terra con campagne di comunicazione turistica e poi, invece di prevedere dei piani energetici razionali, incentivano la smisurata creazione di centrali a biomasse (come il caso di Panettieri e Serra San Bruno). Talarico ha infine invitato i tanti presenti amministratori locali a deliberare sulla proposta di legge regionale sull’esempio dei comuni di Mendicino, Cellara, Colosimi Spezzano Piccolo, ecc.

In ultimo, il prof. Alberto Lucarelli, che da anni segue le attività dei comitati calabresi, ha espresso il suo dispiacere nei confronti di una politica che continua a disapplicare la volontà referendaria. Chiosando poi sulla malattia delle multinazionali, lo stesso ha sostenuto come le stesse, nello sfruttare i beni comuni, mirino solo ed esclusivamente a «fare affari in maniera veloce». Come? Abbattendo gli investimenti (infatti, mai è stato eseguito un intervento a favore dei cittadini) ed aumentando le tariffe dei servizi. In questo senso i profitti aumentano in maniera esponenziale. Con la gestione privata, a livello nazionale l’abbattimento degli investimenti è stato del 60%. Tutto questo nasce dal tradizionale connubio tra politica, multinazionale e malavita. «I profitti delle multinazionali - ha detto ancora Lucarelli - non vengono utilizzati per finanziare interventi locali e in più vengono delocalizzati e spesi quindi altrove».

Sottolineando la mancanza di una legge nazionale, Lucarelli porta come esempio quello napoletano, dove è stata bypassata questa carenza facendo riferimento direttamente a Diritto Europeo. Analizzando la proposta di legge calabrese, Lucarelli ha invitato i promotori a ragionare bene sull’organo di controllo della gestione e sul tema delle concessioni, per evitare che anche in Calabria si verifichino situazioni come quelle avvenute in Campania, con gli Ato 3 finiti nelle mani del clan dei casalesi.

Si aspetta adesso di verificare quale sarà, in merito alla proposta di legge regionale, la scelta dei politici locali, soprattutto di quelli che ancora oggi non vedono oltre i giochi di potere e continuano a consentire che si avvelenino circa 400mila persone restando legati all’invaso dell’Alaco gestito da Sorical.

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