Mercoledì, 07 Ottobre 2020 19:29

Buon lavoro, Alfredo. Ora però ci vogliono i fatti

Scritto da Sergio Pelaia
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La bicicletta, il neo sindaco Alfredo Barillari, l’ha voluta più di ogni altra cosa. Se l’è guadagnata non solo nei 4 anni in cui ha fatto opposizione ma anche nel corso della campagna elettorale. I toni tenuti sui palchi da ognuna delle tre fazioni in lizza non sono stati esattamente quelli di un simposio filosofico ed è anche normale che sia così. Le parti, rispetto a quattro anni fa, si sono invertite non solo nel responso delle urne ma anche nel modo di comunicare: stavolta sono gli altri ad aver urlato e l’effetto, oltre che parecchio distante dalle intenzioni (a parole) di pacificazione, sembra essere stato parecchio controproducente.

Battere i due protagonisti indiscussi degli ultimi trent’anni di politica serrese, che si sono addirittura messi insieme per provare a tenersi a galla a vicenda, non è un risultato da poco. L’impatto (anche emotivo) che ciò può provocare va pure messo in conto e, al di là della retorica, incitare tante ragazze e tanti ragazzi cresciuti in un marginale paese di montagna a provarci sempre, a inseguire i propri obiettivi senza prostrarsi a padrini e padroni, è un messaggio altrettanto importante.

Tutto bellissimo, certo, ora però viene la prova dei fatti e i fatti sono l’unica cosa che conta. Ora che i serresi ti hanno dato la bicicletta che hai tanto voluto, Alfredo, devi pedalare. E non hai possibilità di errore né avrai seconde occasioni, perché a chi fa dell’intransigenza, della trasparenza e soprattutto della meritocrazia una bandiera non viene (giustamente) concesso il minimo inciampo.

Quella neonata è la terza amministrazione comunale che si succede da quando il Vizzarro ha cominciato a fare quello che fa ogni giorno: raccontare questo territorio senza lasciarsi mai condizionare da niente e senza mai fare sconti a nessuno. Siamo stati ripagati con le querele (sempre archiviate), con i giornalisti cacciati dalle conferenze stampa perché sgraditi, con azioni più o meno subdole mirate a colpirci dal punto di vista umano e professionale. Succede tuttora ma, al contrario di qualche supporter che ha incassato la sconfitta meno elegantemente degli “amici” che gli garantivano qualche canale privilegiato, abbiamo le spalle larghe e continueremo a concentrarci solo sul nostro lavoro.

Non c’è bisogno di specificare che la nuova amministrazione comunale non avrà da questa testata alcun trattamento di favore, i lettori sanno già che è e continuerà ad essere così e, a quanto pare, non danno molto credito a chi ha bisogno di dirsi da solo quanto sia bravo e senza macchia. Non intendiamo impegnare tempo a denigrare nessuno ma, come sempre, terremo gli occhi ben puntati su chi amministra.

Per questo chiariamo subito che, a nostro parere, pedalare vuol dire essere coerenti con quanto si è detto quando si stava all’opposizione e nelle campagne elettorali. Pedalare vuol dire riuscire a non far “salire e scendere” dal municipio chi pensa di poter tirare le fila del Comune, siano anche parenti stretti dei nuovi amministratori. Pedalare vuol dire dimostrare con atti e fatti che davvero, dagli eventuali concorsi pubblici fino alle piccole scelte quotidiane, conta solo il merito e la competenza. Pedalare, se su questo principio si è improntata l’intera esistenza del movimento di cui si fa parte, vuol dire non far salire sul carro i partiti che invece, fin dalle prime ore successive al responso delle urne, hanno tentato di mettere il cappello su una vittoria che i protagonisti si sono sempre affannati a definire civica. Pedalare vuol dire voltare pagina senza consumare vendette né sistemare conti in sospeso, significa essere capaci di tenere lontani dal Comune gli interessi di consorterie più o meno occulte sempre pronte a trarre benefici a scapito della collettività.

Buon lavoro, dunque, alla squadra che si è insediata alla guida del Comune. Ora capirete cosa significhi amministrare e quanta sia la distanza tra l’opposizione e le responsabilità di governo. Noi saremo sempre qui a ricordarvelo.

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