Mercoledì, 09 Maggio 2018 10:13

C’era una volta lo sport

Scritto da Alessandro De Padova
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SERRA SAN BRUNO – Lo sport come forma di aggregazione, come strumento per incentivare lo sviluppo di una comunità, come l’insieme delle attività che, se sfruttate a dovere, possono anche produrre turismo. Il tutto, evitando che le giovani generazioni possano ritrovarsi da un giorno all’altro in mezzo a una strada con tutti i rischi che ne derivano.

Affinché, però, lo sport possa essere praticato nella maniera più completa possibile, è necessario che una comunità si doti di strutture idonee così da consentire ai giovani di apprendere le basi di una vera disciplina sportiva che si rispetti. Da diversi anni a questa parte, però, tutto questo non avviene a Serra San Bruno, dove addirittura mancano strutture pubbliche per poter praticare una qualsiasi attività e l’unico complesso funzionante (dotato di una struttura al coperto, una piscina, un campo da tennis e un campetto in erbetta sintetica) è gestito da un’associazione.

In queste ultime ore, però, più che altro ha fatto scalpore la notizia relativa a un gruppo di giovani (tutti minorenni) i quali, visto lo stato di inerzia da parte degli organi competenti, hanno deciso di “riappropriarsi” del campetto situato in via Giacomo Matteotti, sigillato tempo addietro dal Comune perché ritenuto non agibile. I ragazzi che risiedono nelle immediate vicinanze non si sono dati per vinti e piuttosto che lasciarlo in preda all’abbandono e all’incuria, hanno deciso di prendere chiodi e martello, costruendo delle porte in legno, giusto per trascorrere qualche ora in compagnia evitando il più possibile quelli che sono i rischi di giocare per le strade. Sulla questione c’è stato anche l’intervento del sindaco, Luigi Tassone che, tramite Facebook, ha espresso la propria opinione: «Da sindaco e da cittadino serrese – ha scritto il primo cittadino - ritengo ci debba essere la massima attenzione e serietà, soprattutto quando si parla di spazi aggregativi e di sport e della funzione che svolgono in un contesto sociale come il nostro. Comprendiamo la necessità di venire incontro alle esigenze dei nostri ragazzi e di tutta la nostra comunità, ma allo stesso tempo è necessario parlare il linguaggio della chiarezza, per non lasciare spazio ad alcun tipo di strumentalizzazione. Il campetto per troppo tempo abbandonato manca, purtroppo, dei requisiti di agibilità. Per il ripristino della struttura si stima siano necessari circa 20mila euro, cifra attualmente non disponibile per lo stato economico e finanziario del Comune di Serra San Bruno. L'amministrazione è disponibile ad accogliere gli spunti e le proposte di tutti coloro i quali abbiano interesse a contribuire al progetto che vogliamo avviare. Stiamo lavorando per individuare una soluzione che garantisca di rendere la struttura sportiva nuovamente fruibile sia, se si riescono a raggiungere i requisiti minimi di sicurezza, attraverso degli accorgimenti temporanei sia per la stesura di un bando che consenta, viste le difficoltà economiche dell’ente, di affidare il completo ripristino e la gestione della struttura ad un soggetto privato. Continueremo a lavorare in questa direzione - ha concluso Tassone - con l'auspicio di raggiungere l'obiettivo che ci siamo posti, rimanendo sempre dalla parte dei nostri ragazzi e cercando, anche questa volta, di superare i mille problemi che attanagliano la pubblica amministrazione». Stamattina, intanto, Tassone - con diversi ragazzi – ha fatto un sopralluogo. «È stata mia intenzione - ha affermato il sindaco - nonostante le oggettive difficoltà, non disporre la chiusura del campetto. Nel corso del sopralluogo è stata individuata una soluzione momentanea, che consentirà ai ragazzi di giocare nelle sole ore diurne, e contemporaneamente a ciò nella giornata di oggi si sta valutando di fare un mutuo col credito sportivo, visto che l’Ente non dispone della capacità economica di rifarlo con risorse proprie. Anche questa volta ci troviamo costretti a mettere mano ad una struttura che per molto tempo è stata abbandonata. Da parte nostra saremo sempre accanto ai nostri ragazzi e alla nostra città».

Quella di via Matteotti non è, ovviamente, l’unica struttura presente nel territorio comunale. Nei pressi del Calvario, infatti, è situato un campetto simile, anch’esso lasciato in uno stato di abbandono totale, se non fosse stato per il prezioso lavoro dei tanti giovani che, in diversi periodi dell’anno, lo hanno più volte sistemato dalla noncuranza delle istituzioni. Un caso più unico che raro, però, lo troviamo in via Mulè, dove la palestra interscolastica di proprietà della Provincia di Vibo Valentia è praticamente chiusa in quanto non agibile. E il Comune sembra aver trovato la via d’uscita visto che, per come affermato su Facebook sempre dal sindaco, si sta procedendo alla «costruzione di una nuova palestra comunale, che sarà pronta per settembre».

L’unica soluzione sarebbe quella di recarsi nel complesso di via San Brunone di Colonia, gestito dell’Associazione sportiva dilettantistica Sporting Club Calabria, dove è possibile praticare diverse attività, come il tennis, il calcio a cinque, il nuoto e così via. Per usufruirne, però, bisognerà versare un contributo e non tutte le famiglie, giustamente, possono permettersi di pagare la retta per la piscina, la scuola calcio o 2,50 euro per un’ora di calcetto.

Il punto è abbastanza semplice: i giovani non hanno un impianto pubblico dove poter praticare una qualsiasi attività sportiva. E questo è forse l’emblema di una società in declino, che rischia seriamente di non potersi più rialzare se anche a quelli che saranno gli adulti del domani viene negato di “dare dei calci a un pallone”.

  

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