Mercoledì, 16 Dicembre 2020 09:58

Disastro ambientale e abuso d'ufficio, sequestrato il cantiere del nuovo ospedale di Vibo: 7 indagati

Scritto da Redazione
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Le Fiamme gialle del Gruppo di Vibo Valentia, su delega della locale Procura della Repubblica, con provvedimento a firma del procuratore Camillo Falvo e del sostituto Filomena Aliberti, hanno sottoposto a sequestro preventivo i lavori di sistemazione idrogeologica del fosso Calzone e della raccolta delle acque bianche complementari ai fini della realizzazione del nuovo ospedale. Si tratta di opere finanziate con il fondo del Ministero dell’Ambiente per la mitigazione del rischio idrogeologico del fosso Calzone, in località Cocari, qualificate dalla Regione Calabria come strumentali alla realizzazione del nuovo nosocomio cittadino, che però secondo gli inquirenti non solo non risultavano inerenti l’oggetto per il quale era stato stanziato il fondo, ma avrebbero, addirittura, aggravato il rischio idrogeologico.

Pericolo di esondazioni «Le opere, infatti, lungi dall’essere volte al ripristino dell’officiosità idraulica del fosso (mediante, ad esempio, la pulizia dello stesso), hanno ampliato - è la ricostruzione di Procura e Gdf - la portata del canale, mediante la costruzione di manufatti in cemento, aumentando l’affluenza delle acque nel dissestato bacino del fosso, già compromesso dai gravi eventi alluvionali del luglio del 2006, durante i quali avevano perso la vita due uomini ed un bambino. A seguito di tali eventi, infatti, era stato previsto uno studio idrografico, cosiddetto “Piano Versace”, realizzato dalla Regione Calabria, volto a preservare la zona da eventuali nuove costruzioni, proprio in virtù della pericolosità idraulica dell’area». Le nuove opere hanno realizzato un innesto artificiale nella testata principale del fosso Calzone-Rio Bravo, creando delle situazioni di pericolo per le aree sottostanti e, in particolare, della linea ferroviaria Eccellente-Rosarno, della SS18 e della SP522. Il pericolo consisterebbe, soprattutto, nel rischio di esondazione delle acque meteoriche dal fosso, in caso di eventi alluvionali, anche non eccezionalmente violenti, le quali, non trovando ostacolo sul proprio percorso (vegetazione, detriti, ecc.), esonderebbero, riversandosi, come già successo nel 2006, sulle pubbliche vie, creando pericolo per l’ incolumità pubblica, senza contare il fatto che, scendendo a valle, la furia delle stesse si abbatterebbe in località Pennello con conseguenti danni a cose e persone.

«La Regione ha distratto i fondi» Le indagini hanno fatto emergere l’affidamento diretto dei lavori, per un importo di oltre 3 milioni di euro, alla medesima società Vibo Hospital Service s.p.a, con sede a Rovigo, aggiudicataria dell’appalto principale di costruzione del nuovo ospedale per un importo complessivo di circa 144 milioni di euro. Le fiamme gialle e la Procura della Repubblica hanno, per tali ragioni, contestato ai soggetti responsabili le ipotesi di reato di disastro colposo ed abuso d’ufficio. Quest’ultima ipotesi deriva dal fatto che la Regione avrebbe «palesemente distratto i fondi pubblici ministeriali destinati a pulire il fosso, utilizzandoli strumentalmente per la realizzazione del nuovo Ospedale, andando, tuttavia, ad aggravare il rischio idrogeologico».

Gli indagati Nell'ambito dell'inchiesta sono stati destinatari di avvisi di garanzia: Domenico Maria Pallaria, direttore generale del dipartimento Infrastrutture della Regione Calabria, in qualità di Rup; Pasquale Gidaro, in qualità di responsabile della struttura tecnica per il supporto al Rup; Alessandro Andreacchi, in qualità di direttore dei lavori; Pier Renzo Olivato, in qualità di presidente del consiglio di amministrazione del consorzio di imprese Vibo Hospital s.p.a., concessionario dei lavori; Giacomo Procopio, in qualità di legale rappresentante dell’impresa esecutrice dei lavori “Costruzioni Procopio S.r.l.”; Massimo Procopio, in qualità di vice-presidente del cda della Vibo Hospital e direttore tecnico dell’impresa esecutrice dei lavori “Costruzioni Procopio S.r.l.”; Luigi Giuseppe Zinno, in qualità di soggetto attuatore dell’ufficio del Commissario straordinario per la mitigazione del rischio idrogeologico della Regione Calabria.

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