Giovedì, 08 Novembre 2018 18:08

Gianluca Callipo, da “homo novus” di Renzi a “ecce bombo” del centrodestra calabrese

Scritto da Salvatore Albanese
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Era il luglio 2014 quando, nel cuore di un’estate rovente, rompendo finalmente ogni indugio, il presidente del Consiglio Matteo Renzi e il vicesegretario e coordinatore nazionale del Pd Lorenzo Guerini, cingevano il capo di Gianluca Callipo con la corona di ‘homo novus’ dei democratici calabresi. Un’investitura prestigiosa, arrivata direttamente dai vertici del partito, che valse al giovane sindaco di Pizzo Calabro la candidatura alle Primarie per le Regionali del novembre successivo in rappresentanza della corrente maggioritaria del Pd nazionale. Ma mentre i democratici ovunque si scoprivano renziani, la Calabria si confermò mondo a sé, e il responso dei gazebo dem fu impietoso per il giovane sindaco napitino, surclassato dal futuro governatore Mario Oliverio con un lapidario 55%. Callipo si attestò attorno al 40% delle preferenze, seguito da Gianni Speranza con poco più del 5%.

Poco male, perché il giovane Gianluca aveva già le spalle tanto robuste da riuscire a archiviare presto la sconfitta, forte dell’esperienza maturata già da 2 anni come sindaco della città più popolosa di tutta la provincia (se si esclude proprio il capoluogo Vibo) e nei 4 anni in cui aveva rivestito la carica di assessore provinciale al Turismo, allo Sport e alla Programmazione Comunitaria.

La sua escalation, dopo la battuta d’arresto delle Primarie, proseguì infatti nell’ottobre 2015, quando venne eletto con il sostegno di molti sindaci di centrosinistra alla carica di coordinatore nazionale dell’Anci Giovani, per essere poi promosso, esattamente due anni dopo, alla guida dell’Anci Calabria ancora con l’appoggio di numerosi primi cittadini in quota dem. Sono anni di soddisfazioni per Callipo che comunque riesce a sfondare più fuori regione che a casa sua, anche e soprattutto grazie al comodo tepore offerto dall’ala protettrice dell’ex presidente del Consiglio che lo vuole, rigorosamente in camicia bianca e maniche rimboccate, a Firenze sul palco della Leopolda 2016 per la sintesi conclusiva della tradizionale kermesse renziana, resa in quell’edizione ancora più agitata dall’appuntamento ormai imminente del Referendum per la riforma costituzionale.

I selfie scattati in abbondanza con l’ex segretario democratico appaiono però oggi assai sbiaditi, con un Pd calabrese in tumulto che in definitiva sembra non abbia mai realmente concesso ruoli di primo piano al sindaco di Pizzo. Lo stesso che ora ha colto la palla al balzo per dare corpo all’attesa metamorfosi che da promettente “renziano” lo ha reso in queste ultime ore sostenitore convinto di quello che potrebbe essere il prossimo candidato di centrodestra alla presidenza della Regione Calabria, Mario Occhiuto. «Constatando che nel centrosinistra si vuole continuare a percorrere la stessa strada vista fino ad oggi – ha spiegato Callipo – mi sento libero di fare le mie scelte, anche superando le divisioni partitiche e ideologiche per mettere al centro la capacità e la competenza dimostrate sul campo dalle singole persone. Mario Occhiuto ha dimostrato in questi anni di essere un esempio di buongoverno come sindaco della città di Cosenza. Io credo che replicare questo modello sul piano regionale possa rappresentare un’opportunità per la Calabria. Di conseguenza, se Mario Occhiuto sarà candidato alla presidenza della Regione, avrà il mio sostegno».

Insomma, i tempi lo consigliano e le camicie bianche sembrano passate di moda. Callipo si dice inoltre «deluso rispetto alla gestione del Governo regionale», attacca Oliverio, sbatte la porta e va via dal Pd. E proprio Oliverio che, non è un mistero, aspira alla riconferma, poche ore dopo gli ribatterà per le rime: «Callipo sceglie di collocarsi come gregario del centrodestra in Calabria a sostegno di una ipotesi di candidatura a presidente che, a quanto risulta, non è stata neanche formalizzata in quella coalizione».

Passano ancora poche ore e direttamente dalla sua pagina Facebook ancora Gianluca Callipo riprende Oliverio e chiarisce: «Non sono passato nel centrodestra, come qualcuno ha erroneamente interpretato, ma semplicemente ho scelto di puntare su un amministratore capace, che sta dimostrando di guidare bene la sua città, oggi moderna, efficiente ed ecosostenibile». Insomma, Callipo non va nel centrodestra ma va con il potenziale candidato della coalizione del centrodestra alle prossime Regionali. Allarga il «giro, vedo gente, faccio cose» per parafrasare l’avanguardista Ecce bombo del miglior Nanni Moretti. Dopo tutto il Vibonese è da sempre terra foriera di generosi esperimenti.

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