Venerdì, 06 Settembre 2013 13:53

La prostituzione adolescenziale spontanea: Serra San Bruno, cappuccetto rosso abita qui

Scritto da Salvatore Albanese
Letto 5836 volte
mini prostituzioneLa prostituzione adolescenziale spontanea, un fenomeno in preoccupante ascesa anche nei nostri territori. Una “scelta di vita” inquieta. Figlia del bisogno, del malessere o di disturbi comportamentali trascurati. Un dramma crudo che si modella lentamente e cresce, tra l’indifferenza ed il silenzio generale. Storie che tutti guardano, pesano e giudicano, ma senza agire. Senza trovare il coraggio di denunciare. Una ferita aperta che, sulle vittime, a lungo termine, causerà danni irrimediabili.  
 
La prostituzione adolescenziale sembra stia prendendo purtroppo piede anche nella “tranquilla” Serra San Bruno, così come in altri centri del comprensorio, perché una volta scomparsi i valori morali - nella piena decadenza culturale - non è affatto difficile ritrovarsi a vivere in città socialmente morte.
Dove tutti fingono di ignorare i fatti. Dove tutti fingono di non essere in possesso di informazioni in realtà già di dominio pubblico. C’è un muro di omertà ed ipocrisia che nessuno ha la forza, il coraggio o la voglia di infrangere. Un muro che agevola i costumi di ragazzine di quindici, sedici anni, che usano il proprio corpo per “guadagnare” concedendosi, nella maggior parte dei casi, a persone con almeno il quadruplo della loro età. Anziani dai volti amichevoli, padri, nonni. Uomini ben visti e rispettati in paese, ma dal doppio profilo. Camuffati dietro l’apparente quotidianità di cittadini “normali”. Carnefici che rimarranno impuniti, magari ignoti tra la folla, capaci - per qualche soldo - di comprare la carne morbida di quelle che, di fatto, sono ancora bambine. Storie che assomigliano a leggende a cui spesso si stenta a credere, ma che quando si rivelano realtà lasciano davvero l’amaro in bocca. Come quella di Angela (il nome è di fantasia ma i fatti sono purtroppo reali) 17enne serrese che si scopre in gravidanza e solo dopo il parto – a fine agosto - trova il coraggio di confessare ai carabinieri i nomi dei potenziali “padri” del proprio bambino, tutti convocati poco dopo in caserma per essere interrogati. O come le storie di altre ragazzine, avvistate – in orari e modi a dir poco sospetti – entrare ed uscire in compagnia di anziani “signori” dalle mura del vecchio kursaal: un “pericoloso” relitto, abbandonato come un transatlantico affondato fra gli abissi del centro storico. 
 
La cosa sconvolgente è che si tratta di abusi consenzienti, consumati alla luce del sole. Una forma di prostituzione spontanea giustificata dal mero scopo di fare soldi. E poi neanche tanti. Qualche decina di euro, un cellulare, un regalo, un vestito firmato, una ricarica telefonica. Mentre tutto intorno tace, su quella che rimane comunque un’eclatante e palese realtà.
 
Viene ovviamente tirata in ballo la morale che ha perso la sua dimensione sociale, tanto da trasformarsi in attitudine personale: “Ognuno è libero di fare ciò che vuole” si sente dire. Per fortuna però esistono ancora impieghi fattibili, datori di lavoro onesti e occupazioni dignitose che possano permettere ai giovani che non vogliono continuare gli studi, di investire sul proprio futuro, di avere qualche euro in tasca senza arrivare alla drammatica esigenza di vendersi al miglior offerente in cambio di prestazioni sessuali. Anche se la prostituzione adolescenziale è ormai divenuta pratica comune in tutta Italia proprio perché rappresenta la strada più veloce e semplice per avere soldi “facili”. La scuola in questo ha il suo ruolo, come l’assenza fisica e morale dei genitori o dei servizi sociali, come - ancora - i modelli culturali pubblicizzati dalle grandi multinazionali: pensiamo ai mini preservativi distribuiti ai bambini di 12 anni proposti da un’azienda svizzera anche in Italia, pensiamo all’assenza di corsi di educazione sessuale nelle scuole del nostro paese o comunque di fatto mai offerti da alcuna istituzione. Nel più felice dei casi tutto si riduce ad una mattinata di superficiale “informazione”. 
 
Una realtà quindi complessa e drammatica, difficilmente riassumibile, anche per chi la scrive. Sarebbe opportuno però iniziare ad ascoltare la verità o, se non altro, iniziare a cercarla. Non per accusare o giudicare, ma quantomeno per sensibilizzare un’opinione pubblica ammorbata. Dormiente nei confronti di un gravissimo problema sociale, volutamente e strumentalmente ridimensionato in primis dai componenti delle famiglie che il dramma lo vivono personalmente. Un invito alla riflessione per tutti i genitori e per i loro figli, perché solo accettando la realtà si può iniziare un cammino di buoni propositi che permetta realmente di giungere ad una reale e concreta risoluzione di un problema altrimenti insormontabile. 

Articoli correlati (da tag)

  • Ghost, un nuovo arresto per espiazione pena Ghost, un nuovo arresto per espiazione pena

    112Nella mattinata odierna, i carabinieri della stazione di Soriano, diretti dal maresciallo Barbaro Sciacca, e guidati dal capitano della Compagnia di Serra San Bruno, Stefano Esposito Vangone, hanno dato esecuzione ad un ordine di carcerazione per espiazione di pena detentiva, nei confronti di Francesco Ida’, 35enne, pregiudicato, nato a Gerocarne. L’uomo, arrestato per scontare una pena di 4 anni e 5 mesi di reclusione, è stato condannato per il reato di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti.

    Il provvedimento di arresto, emesso dalla procura generale di Catanzaro, è stato posto in essere in merito a quanto emerse a conclusione dell’operazione “Ghost” effettuata dalla Polizia di Stato all’inizio del 2009, con la quale è stata fatto luce su un giro di droga che avrebbe interessato nello specifico il territorio compreso tra i comuni di Pizzo, Soriano, Sorianello e Gerocarne.

    Ida’è stato accompagnato presso la casa circondariale di Vibo Valentia, dove venerdì scorso erano già stati condotti altri tre condannati - Giuseppe Capomolla, residente a Soriano; Pietro Nardo di Sorianello e Bruno Sabatino, residente invece a Gerocarne – interessati dalla stessa operazione antidroga.

  • Vibo, rapina ad un distributore: fermato Giuseppe Lo Bianco Vibo, rapina ad un distributore: fermato Giuseppe Lo Bianco

    mini Carabinieri-sorianelloVIBO VALENTIA - Sarebbe uno degli autori di una rapina ai danni di un distributore di carburanti che avrebbe fruttato nel complesso 15mila euro. Con questa accusa, i carabinieri hanno fermato nella giornata di ieri Giuseppe Lo Bianco, classe '72, pluripregiudicato appartenente all'ominimo clan operante nella città capoluogo. Il fatto risale intorno alle 18 di ieri, quando due persone con il volto coperto e armate di pistola, hanno fatto irruzione in un distributore situato nella centralissima viale Affaccio, intimando il titolare facendosi consegnare la somma in contanti che ammontava a 15mila euro. Subito dopo i malviventi si sarebbero dati alla fuga a bordo di un'autovettura, guidata da un altro complice. Scattato l'allarme, i carabinieri nel giro di pochi minuti sono riusciti a rintracciare la macchina in località Ottocanalli. Alla guida c'era lo stesso Lo Bianco che è stato immediatamente bloccato. Dalla perquisizione eseguita all'interno dell'autovettura, inoltre, i militari hanno rinvenuto un passamontagna nascosto sotto i sedili che sarebbe lo stesso utilizzato dai malviventi per compiere la rapina. Il 42enne, posto in stato di fermo e tradotto in carcere, è già noto alle forze in quanto rimasto coinvolto nell'operazione “Cash”, scattata nel luglio del 2011. Nei suoi confronti, infine, viene contestata anche un'altra rapina, messa a segno ad ottobre in un supermercato di Vibo.


     

  • Rinvenuto abete bianco di interesse naturalistico nel territorio del Parco delle Serre Rinvenuto abete bianco di interesse naturalistico nel territorio del Parco delle Serre

    È stato il personale di vigilanza in organico al Parco Naturale Regionale delle Serre, nell’ambito dell’esplicazione del progetto denominato “Natura e turismo” a rinvenire, nel corso di una perlustrazione in prossimità della riserva biogenetica naturale “Cropani-Micone”, un abete bianco monumentale di particolare interesse naturalistico.

  • Mafia Capitale, collegamenti con il clan Mancuso di Limbadi: due arresti Mafia Capitale, collegamenti con il clan Mancuso di Limbadi: due arresti

    mini mafia-capitaleSi allarga ulteriormente l'inchiesta sul giro di corruzione a Roma denominato “Mafia Capitale”. Nella mattinata di oggi, infatti, i carabinieri dei Ros hanno arrestato due soggetti che avrebbero assicurato il legame tra alcune società gestite da Salvatore Buzzi, sotto il controllo di Massimo Carminati, e la cosca Mancuso di Limbadi: si tratta di Rocco Rotolo e Salvatore Ruggiero, entrambi finiti in manette con l'accusa di associazione di tipo mafioso. Una terza persona, invece, indagata a piede libero, è stata perquisita.

    Dalle indagini è emerso che lo stesso Buzzi, dal luglio di quest'anno, avrebbe affidato la gestione dell'appalto per la pulizia del mercato Esquilino a Roma a Giovanni Campennì, imprenditore e punto di riferimento della consorteria mafiosa, attraverso la creazione di una Onlus denominata Cooperativa Santo Spirito. Nel 2009, inoltre, gli stessi Ruggiero e Rotolo si sarebbero recati in Calabria, su richiesta del ras delle coop, per accreditarsi con cosca Mancuso, tramite esponenti della cosca Piromalli di Gioia Tauro, allo scopo di ricollocare gli immigrati in esubero presso il C. P. T. di Crotone.

    Gli inquirenti hanno quindi documentato come Ruggiero e Rotolo abbiano contribuito stabilmente alle attività di Mafia Capitale. I due, sulla base dei rapporti privilegiati instaurati con esponenti della 'ndrangheta calabrese, avrebbero dunque reso possibile una salda collaborazione tra le due organizzazioni criminali. Infatti, a fronte della protezione offerta in Calabria alle cooperative controllate dalla mafia capitolina, la cosca Mancuso di Limbadi, consorteria di matrice 'ndranghetista egemone nel Vibonese, si è dunque inserita nella gestione dell'appalto pubblico in Roma proprio attraverso la presenza di Giovanni Campennì.

  • Pasquale Andreacchi, un omicidio impunito. Cinque anni fa il ritrovamento dei resti Pasquale Andreacchi, un omicidio impunito. Cinque anni fa il ritrovamento dei resti

     Quella di Pasquale Andreacchi, il 18enne di Serra San Bruno barbaramente ucciso nell'ottobre di cinque anni fa, è una morte che, fino ad oggi, è rimasta impunita.

Il Vizzarro.it - quotidiano online
Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova

Reg. n. 4/2012 Tribunale VV

redazione@ilvizzarro.it

Seguici sui social

Associazione "Il Vizzarro”

via chiesa addolorata, n° 8

89822 - Serra San Bruno

© 2017 Il Vizzarro. All Rights Reserved.Design & Development Bruno Greco (Harry)