Mercoledì, 20 Aprile 2016 08:58

Maxi operazione contro le cosche del Vibonese, coinvolta anche la politica: 23 fermi

Scritto da Redazione
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Nelle prime ore della mattinata odierna, il personale delle Squadre Mobili di Vibo Valentia e Catanzaro, del Servizio centrale operativo della Polizia di Stato, dei Carabinieri del R.O.N. di Vibo e della Compagnia di Tropea nonché i militari del Gico della Guardia di Finanza di Catanzaro, nell'ambito dell'operazione denominata “Costa pulita”, hanno dato esecuzione ad un provvedimento di fermo nelle provincie di Vibo, Cosenza, Como e Monza, emesso dalla Procura distrettuale della Repubblica di Catanzaro, nei confronti di 23 soggetti, ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione, intestazione fittizia di beni, detenzione e porto illegale di armi e sostanze stupefacenti.

L'operazione portata a termine quest'oggi non è altro che il risultato di una serie di indagini svolte dalle forze di polizia, dirette dai sostituti procuratori Camillo Falvo e Pierpaolo Bruni e coordinate dal procuratore della Repubblica facenti funzioni di Catanzaro, Giovanni Bombardieri, convergenti su soggetti ritenuti appartenenti alla criminalità organizzata vibonese.

In particolare, le indagini – avviate nei primi mesi del 2013 – hanno riguardato numerosi soggetti che sarebbero appartenenti, o comunque contigui, al potente clan dei Mancuso, operante in tutto il territorio vibonese, ed alle consorterie collegate (Accorinti, La Rosa ed Il Grande) attive nei comuni del litorale tirrenico della provincia di Vibo, colpendone vertici e sodali. L'indagine, peraltro, ha lambito contesti politici locali, in particolare di passate amministrazioni dei Comuni di Briatico e Parghelia.

Eseguite, infatti, anche numerose perquisizioni, disposte dall'autorità giudiziaria, nei confronti di soggetti diversi dai fermati, ma coinvolti comunque nelle indagini, con specifico riferimento alle risultanze dell'accesso ai sensi del Tuel, compiuto presso il Comune di Briatico, poi sciolto per mafia nel 2012. A riguardo dello stesso contesto sono stati, inoltre, documentati propositi di ritorsione – attuati nel 2011 – mediante lettera minatoria, contro un giornalista noto in provincia, autore di alcuni articoli sulla mala gestione del municipo briaticese.

Nel corso dell'attività, supportata da intercettazioni telefoniche, ambientali e videoriprese, sono state sequestrate diverse armi da fuoco e, nel 2014, sono stati tratti in arresto, in flagranze di reato, alcuni elementi di spicco delle locali cosche, in procinto di porre in essere un attentato mediante l'utilizzo di un potente ordigno esplosivo.

Durante le fasi dell'odierna operazione, si è proceduto inoltre al sequestro di beni mobili ed immobili, riferibili agli indagati, per un valore complessivo di circa 70 milioni di euro. Tra questi, oltre 100 immobili, quote societarie e rapporti bancari ed anche 2 villaggi vacanze e tre compagnie di navigazione con altrettante motonavi che assicuravano, in regime di sostanziale monopolio, i collegamenti turistici con le isole Eolie.

I dettagli dell'operazione verranno reso noti nel coso di una conferenza stampa, alla quale parteciperanno anche magistrati e inquirenti, in programma per le 11 presso la prefettura di Catanzaro.  

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