Venerdì, 03 Maggio 2013 10:33

Mongiana, tragedia del lavoro: Nazzareno Nadile non ce l'ha fatta

Scritto da BRUNO VELLONE
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mini mongiana

MONGIANA – Un’altra vittima del lavoro, un’altra morte bianca si aggiunge a quella che è un’autentica carneficina e che purtroppo viene sottostimata dalle statistiche ufficiali e ignorata dalla politica. Nazzanero Nadile, il boscaiolo 42enne che da alcuni giorni si trovava dalla ricoverato in gravissime condizioni presso il reparto di rianimazione dell’ospedale Pugliese di Catanzaro, dov’era giunto, a bordo di un elicottero del 118, in seguito alle conseguenze di un incidente sul lavoro che lo avevano costretto a lottare tra la vita e la morte, è morto ieri pomeriggio. Il giovane non ce l’ha fatta, è deceduto dopo le gravi ferite riportate in quella che avrebbe dovuto essere una delle tante mattinate di lavoro e che invece si è trasformata in una tragedia. 

Secondo quanto si è potuto apprendere, il lavoratore sarebbe rimasto travolto da un pezzo di albero che gli sarebbe caduto addosso, piombando violentemente sullo sventurato boscaiolo, causandogli tra le altre ferite, un forte trauma al cranio e al torace, dovuto proprio all’impatto con la massa lignea. A prestare i primi soccorsi era stato un suo compagno di lavoro che si trovava sul luogo e che era riuscito ad estrarre il poveretto da sotto la massa letale del legno caduto. Dopo aver constatato la gravità delle ferite, il 42enne era  stato immediatamente trasportato presso l’ospedale civile di Serra San Bruno dove i sanitari gli avevano prestato le prime cure. Vista la gravità della situazione era stato immediatamente predisposto il trasferimento con un elisoccorso presso il nosocomio catanzarese. Secondo quanto si è potuto apprendere il giovane boscaiolo avrebbe riportato un trauma toracico e forte trauma cranico con conseguente emorragia cerebrale ha impedito l’intervento dei neurochirurghi catanzaresi. Le condizioni negli ultimi giorni si erano aggravate al tal punto che i sanitari stessi avevano lasciato ai familiari ben poche speranze circa la ripresa del giovane. La prognosi per tutto il periodo del ricovero era stata riservata fino a ieri pomeriggio quando per il giovane non c’è stato più nulla da fare. Per ricostruire meglio la dinamica dell’evento erano intervenuti anche i carabinieri della Compagnia di Serra San Bruno, coordinati dal capitano Stefano Esposito Vangone. Il giovane viveva in famiglia, una delle tante famiglie laboriose del sud ed in particolare della Calabria che ora lo piange. Da tutti è ricordato come un gentiluomo e un lavoratore senza grilli per la testa, che ha vissuto la propria vita per il lavoro per la famiglia.

 

(articolo pubblicato su Il Quotidiano della Calabria)

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