Giovedì, 13 Settembre 2012 10:30

Oggi Pasquale avrebbe compiuto 21 anni. Un delitto disumano ancora impunito

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mini pasquale_con_la_madre_maria_rosaSERRA SAN BRUNO - Oggi avrebbe compiuto ventun anni, invece di lui non hanno lasciato che dei poveri resti scarnificati dagli animali selvatici. Pasquale Andreacchi non ha potuto vivere, come i suoi coetanei, l'età di passaggio dall'adolescenza alla maturità, perchè tre anni fa è stato sequestrato, picchiato e ucciso brutalmente da assassini che ancora sono in stato di libertà. Impuniti. Aveva compiuto 18 anni da neanche un mese quando cadde vittima della barbarie che lo ha strappato, poco più che bambino, alla sua famiglia. 11 ottobre 2009, questa la data della sua scomparsa. Poco prima, per festeggiare il suo ingresso nella maggiore età, Pasquale si era fatto un regalo, un cavallo. Si chiamava Joe, ed insieme allo stallone Hidalgo, e ad altri, era la sua vera ragione di vita. La sua unica smisurata passione.

Non era riuscito ancora a pagarlo, quel cavallo, poichè aspettava un assegno che tardava ad arrivare. L'aveva acquistato da un pregiudicato del luogo, che per il mancato pagamento pare abbia minacciato più volte Pasquale e i suoi familiari. L'11 ottobre il 18enne scompare nel nulla. Ci sono alcune testimonianze che poi vengono ritrattate. C'è omertà, c'è paura. La sorte di Pasquale sembra segnata. In molti lo capiscono sin da subito, ma dovranno passare due mesi, tra ricerche vane e indagini che si riveleranno quantomeno lacunose, per avere la conferma della tremenda fine toccata a quel bambinone timido e schivo alto quasi due metri. Il 9 dicembre viene trovato, in un cassonetto, un teschio umano con un foro da proiettile in fronte. Il 27 dicembre, poco distante dal cassonetto, un cacciatore trova altri resti: frammenti ossei e vestiti, ci sono anche i suoi documenti. Gli ultimi dubbi svaniscono, il dna conferma che si tratta di Pasquale. I funerali vengono celebrati 5 mesi dopo: lungaggini dovute agli esami scientifici sui resti ossei, un'investigazione lunga che però non produrrà risultati. Il luogo del ritrovamento non viene isolato come si dovrebbe; i rilievi scientifici, che nell'immediato avrebbero potuto raccontare molto, non vengono effettuati. La pista che si segue è sempre quella della compravendita del cavallo, ma non porta a nulla di concreto. Qualcuno sostiene di aver assistito ad un'aggressione: Pasquale sarebbe stato costretto ad entrare in un'auto e portato via. Testimonianze incredibilmente ritrattate. Altre testimonianze confermate, invece, dicono di averlo visto recarsi a piedi, poco prima delle 21, in compagnia forse di un coetaneo, proprio verso il luogo in cui furono ritrovati i suoi resti. Potrebbe essere stato attirato in una trappola. E' probabile, visti i segni evidenti sul cranio, che sia stato picchiato brutalmente, fatto inginocchiare ed ucciso con una pistolata in fronte. Tutto potrebbe essere accaduto la sera della sua scomparsa. Dov'era il suo cadavere? E' forse rimasto in quegli stessi luoghi per due mesi? Com'è possibile che sia stato nascosto, o dato in pasto agli animali selvatici, senza che nessuno se ne accorgesse, mentre le forze dell'ordine lo cercavano dappertutto? Domande a cui per ora nessuno ha risposto. Ci sta provando l'avvocato Giovanna Fronte, che su impulso dei genitori di Pasquale, Salvatore e Maria Rosa, ha chiesto la riapertura delle indagini - il caso era stato archiviato già alla fine del 2010 - evidenziando numerose falle nel lavoro degli inquirenti, soprattutto nell'immediatezza della scomparsa. Pare che sui suoi indumenti non sia stato fatto alcun esame del Dna, pare che sia scomparso un potenziale testimone, pare che alcune intercettazioni dei sospettati non siano state prese in considerazione. La chiave di volta resta comunque il cavallo, che tra l'altro era stato rubato dalla stalla di Pasquale, nottetempo, poco prima della scomparsa. Forse il 18enne aveva un'idea di chi poteva essersi appropriato di Joe, forse ha cercato di farselo restituire. Forse qualcuno lo ha preso come un affronto, e gliel'ha fatta pagare. Lo hanno massacrato, ed era un innocente. Oggi avrebbe avuto 21 anni, e finora nessuna giustizia, nessun colpevole.

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    Dopo il successo dell’anno scorso, che ha visto i volontari del WWF impegnati nell’opera di sensibilizzazione alla conservazione del nostro patrimonio naturalistico nella suggestiva cornice del vivaio forestale “Rosarella” di Serra San Bruno, l’associazione ambientalista invita tutti ad un nuovo appuntamento con la biodiversità e il contrasto alle minacce che incombono su di essa. Attivisti, soci, simpatizzanti e cittadini, domenica prossima, dalle 10,30, saranno ospiti delle splendide strutture di Villa Vittoria a Mongiana, messe a disposizione dal Comando Provinciale del Corpo Forestale che ha risposto con entusiasmo alla proposta del WWF Calabria.

    La tradizionale manifestazione del WWF assume quest’anno un carattere particolare, essendo legata alla campagna del WWF Italia denominata “Stop ai crimini di Natura”, una iniziativa finalizzata a far conoscere all’opinione pubblica i pericoli gravissimi che minacciano la biodiversità in tutto il mondo, senza sottovalutare gli attacchi continui che subisce la Natura d’Italia e della nostra regione. Il programma prevede, oltre alla presentazione della campagna nella sala conferenze, l’allestimento di tavoli per raccogliere adesioni, percorsi di interesse botanico e faunistico (a cura del CFS) e una visita al museo delle Ferriere.

    Distruzione, alterazione e frammentazione degli habitat naturali, caccia eccessiva, bracconaggio, commercio illegale e introduzione di specie “aliene”, oltre alla minaccia globale rappresentata dal riscaldamento del pianeta determinato dall’effetto serra, sono le sfide quotidiane che il WWF è impegnato a contrastare , con la sola forza dei suoi volontari, degli scienziati e dei milioni di persone, che, in tutto il mondo, sostengono concretamente questa autentica guerra per salvare il pianeta e le irripetibili e meravigliose creature che lo popolano e lo rendono straordinario.

    Un impegno di civiltà e di amore che il WWF combatte dal 1961 in ogni regione della Terra per salvare dall’estinzione le ultime Tigri in Asia (ne sopravvivono in tutto 3200) o gli ultimi Rinoceronti sterminati per l’utilizzo del corno nei paesi orientali (della specie che vive a Giava, ne sono rimasti appena una cinquantina!); per non parlare delle poche centinaia di Gorilla di montagna rimasti, che vengono ancora braccati e massacrati per la carne o minacciati dalla distruzione delle loro foreste. Gli stessi elefanti africani, il simbolo stesso della savana, vengono crudelmente abbattuti dai bracconieri al ritmo impressionante di 22.000-25.000 all’anno . Ma l’elenco delle specie animali e vegetali che la terra rischia di perdere in breve tempo è sconvolgente e si allunga ogni giorno che passa, tanto da aver indotto gli scienziati a parlare di una “sesta estinzione di massa ”, dopo le cinque che hanno sconvolto la vita sul pianeta nelle passate ere geologiche. Con la differenza che stavolta, ad essere responsabile della fine di migliaia di specie, è un’altra specie: la nostra.

    Del resto gli Italiani e i Calabresi sanno benissimo che l’assalto alla natura e agli animali ha assunto anche da noi il livello di allarme rosso, considerato il continuo massacro del territorio e le minacce che gravano sulla nostra fauna. Un assalto contro cui agiscono, spesso a rischio della vita, i Ranger del WWF in tutto il mondo e, in Italia, 300 eroiche Guardie Venatorie Volontarie che , dalle Alpi alla Sicilia, sacrificano il loro tempo e i loro soldi per salvare orsi e lupi, uccelli migratori o per denunciare gli innumerevoli “Crimini di natura” che vengono commessi quotidianamente in ogni parte dell’ex “Bel Paese”, mettendo a repentaglio la salute dell’ambiente e, con essa, quella degli stessi abitanti. Un drappello di queste autentiche sentinelle dell’ambiente, sotto le insegne del Panda, opera da tempo in Calabria ed è anche al loro impegno quotidiano, così come all’insostituibile ruolo svolto tradizionalmente dal Corpo Forestale dello Stato, che l’appuntamento di Mongiana è dedicato.

    Per arrestare la folle corsa verso la distruzione del pianeta (l’unico che abbiamo!), il WWF chiede il sostegno di tutti: sul sito www.wwf/criminidinatura chiunque può informarsi maggiormente sul fenomeno e sostenere la campagna del WWF con una donazione, oltre a diffondere le informazioni e sottoscrivere la petizione per chiedere sanzioni più severe contro chi uccide specie selvatiche.


    WWF Calabria


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