Da destra a sinistra, nel calderone sono finiti politici di ogni schieramento. In particolare è stato chiesto il processo per Giovanni Nucera (Udc, poi, Ncd); Pasquale Maria Tripodi (Centro democratico), Bruno Censore (attualmente deputato del Partito democratico e, all'epoca dei fatti, consigliere regionale); Alfonsino Grillo (Scopelliti presidente, poi Ncd); Giovanni Bilardi (ora senatore) ed il suo assistente personale Carmelo Trapani; Alfonso Dattolo (Udc); Ferdinando Aiello (anche lui del Pd, eletto in Parlamento alle ultime elezioni); Giuseppe Bova (Pd); Emilio De Masi (Idv); Nicola Adamo (Pd); Sandro Principe (Pd); Domenico Talarico (Idv); Demetrio Battaglia (attualmente, deputato del Partito democratico); Mario Franchino (Autonomia e diritti, poi Pd); Pietro Amato (Pd); Mario Maiolo (Pd); Antonio Scalzo (Pd); Carlo Guccione (Pd); Francesco Sulla (Pd); Agazio Loiero (Autonomia e diritti); Diego Fedele; Vincenzo Ciconte; Giovanni Raso; Candeloro Imbalzano e Giovanni Franco.

A questi si aggiungo anche l'ex assessore regionale ai Trasporti, Nino De Gaetano (Pd) ed il suo predecessore nell'incarico, Luigi Fedele, spediti a giudizio immediato.

Dall'inchiesta portata avanti dalla Procura di Reggio Calabria è emerso come, tra il 2010 ed il 2012 i fondi destinati ai gruppi consiliari sarebbero stati utilizzati per viaggi all'estero, consumazioni al bar, telefoni cellulari, tablet, set di valigie, spese di carburante, gite alle terme e soggiorni in albergo di persone estranee a palazzo Campanella, affitti, consulenze, cene, fiori, gioielli, collaborazioni, viaggi, tasse, taxi, Ipad, ricariche cellulari, ventilatori, batterie, spese per la famiglia e ristrutturazioni.