Mercoledì, 27 Settembre 2017 14:28

Savini, la bomba contro Ciconte azionata con un congegno a distanza

Scritto da Redazione
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SORIANELLO – Una lunga, lunghissima scia di fatti di sangue che, nel corso degli ultimi mesi, non ha risparmiato davvero nessuno.

L’esplosione di lunedì scorso - avvenuta a Savini, frazione di Sorianello, a seguito della quale è rimasto gravemente ferito il 28enne Nicola Ciconte - è solo l’ultimo di questa serie di fatti scaturiti, probabilmente, dalla faida tra il clan dei Loielo e quello degli Emanuele, da anni in guerra per il controllo del territorio compreso tra i comuni di Soriano, Sorianello e Gerocarne.

A distanza di qualche giorno, emergono alcuni dettagli che potrebbero aiutare gli inquirenti a fare luce su quanto accaduto. L’ordigno, infatti, stando a quanto emerso dalle prime ricostruzioni degli inquirenti, è esploso nel momento in cui il giovane si apprestava a salire sulla sua auto, una Opel Astra di colore grigio scuro parcheggiata all’esterno dell’abitazione della sua famiglia. La bomba era posizionata sotto il mezzo e, con ogni probabilità, è stata azionata con un congegno a distanza. Verosimilmente, dunque, qualcuno ha atteso che il 28enne uscisse di casa, che si apprestasse ad entrare in auto e ha azionato un telecomando facendo scoppiare l’ordigno. La bomba, dunque, non era collegata al sistema di accensione dell’auto, ma l'intento sarebbe stato ugualmente quello di uccidere. Lo sportello, inoltre, al momento dell’esplosione era aperto e questo ha fatto sì che la deflagrazione non si concentrasse all’interno dell’abitacolo. Successivamente Ciconte - ferito gravemente alla gamba - è stato trasportato d’urgenza all’ospedale Pugliese di Catanzaro, dove è stato sottoposto ad un intervento chirurgico. Al momento le sue condizioni sarebbero buone, ma c’è ancora il rischio che possa perdere la gamba.

Pochi dubbi, invece, sul fatto che l’episodio sia da inquadrare nella faida tra i Loielo e gli Emanuele. Gli ultimi due avvenimenti in ordine di tempo risalgono al luglio scorso – quando Alex Nesci è stato raggiunto da alcuni colpi di pistola mentre si trovava a percorrere a piedi una via del centro storico, in compagnia del fratello 13enne affetto da sindrome di down – e al 21 giugno con l’uccisione di Salvatore Inzillo, 46enne raggiunto da alcuni colpi di fucile in una via del centro, a pochi passi dall'ufficio postale di Sorianello. Mentre quest’ultimo sarebbe stato vicino agli Emanuele, secondo gli inquirenti sia Nesci che Ciconte sarebbero nell’orbita del clan Loielo.

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