Martedì, 23 Aprile 2013 13:31

Vibo, la Dia confisca due milioni di euro di beni

Scritto da Redazione
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mini dia_antimafiaBeni mobili e immobili, per il valore di due milioni di euro, sono stati confiscati dalla Dia di Catanzaro nell'ambito di tre distinte operazioni portate a termine oggi. I beni in questione sono riconducibili a Giovanni Franzé, di 50 anni, di Stefanaconi, già arrestato per usura aggravata dal metodo mafioso, Francesco Pugliese, 53 anni di Nicotera, e Domenico Campisi, ucciso nel 2011, di San Calogero, entrambi condannati in via definitiva per traffico internazionale di droga a conclusione del processo scaturito dall'inchiesta "Decollo", condotta dalla Dda di Catanzaro. I beni confiscati consistono in 18 immobili, cinque rapporti finanziari, due aziende, sette autoveicoli e 20 oggetti preziosi che erano custoditi a Roma in una cassetta di sicurezza di un istituto di credito. 

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    112Nella mattinata odierna, i carabinieri della stazione di Soriano, diretti dal maresciallo Barbaro Sciacca, e guidati dal capitano della Compagnia di Serra San Bruno, Stefano Esposito Vangone, hanno dato esecuzione ad un ordine di carcerazione per espiazione di pena detentiva, nei confronti di Francesco Ida’, 35enne, pregiudicato, nato a Gerocarne. L’uomo, arrestato per scontare una pena di 4 anni e 5 mesi di reclusione, è stato condannato per il reato di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti.

    Il provvedimento di arresto, emesso dalla procura generale di Catanzaro, è stato posto in essere in merito a quanto emerse a conclusione dell’operazione “Ghost” effettuata dalla Polizia di Stato all’inizio del 2009, con la quale è stata fatto luce su un giro di droga che avrebbe interessato nello specifico il territorio compreso tra i comuni di Pizzo, Soriano, Sorianello e Gerocarne.

    Ida’è stato accompagnato presso la casa circondariale di Vibo Valentia, dove venerdì scorso erano già stati condotti altri tre condannati - Giuseppe Capomolla, residente a Soriano; Pietro Nardo di Sorianello e Bruno Sabatino, residente invece a Gerocarne – interessati dalla stessa operazione antidroga.

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    mini carabieniri_notteI carabinieri della Stazione di Soriano Calabro, diretti dal maresciallo Barbaro Sciacca, e guidati dal capitano della Compagnia di Serra San Bruno, Stefano Esposito Vangone, hanno dato esecuzione, nella serata di ieri, all'ordine di carcerazione per l'espiazione di una pena detentiva, emessa dalla Procura generale di Catanzaro, nei confronti di tre soggetti: si tratta di Giuseppe Capomolla, 34enne residente a Soriano, già noto alle forze dell'ordine, e Pietro Nardo, di 45 anni, residente a Sorianello ma domiciliato a Gerocarne, entrambi responsabili del reato di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti. Capomolla è stato condannato a 4 anni e 10 mesi di reclusione, mentre di 4 anni e 5 mesi è la pena inflitta a Nardo. L'altro arrestato è, invece, Bruno Sabatino, residente a Gerocarne, anche lui pregiudicato, che dovrà espiare una pena di 4 anni e 6 mesi di reclusione, in quanto responsabile dei reati di porto abusivo di armi e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Le condanne si riferiscono alle indagini scaturite dall'operazione Ghost, conclusa nel 2009 dalla Polizia di Stato, con la quale è stata fatto luce su un giro di droga che avrebbe interessato nello specifico il territorio compreso tra i comuni di Pizzo, Soriano, Sorianello e Gerocarne. Capomolla e Nardo sono stati tradotti presso il carcere di Vibo, mentre Sabatino è stato sottoposto alla misura degli arresti domiciliari. 

     

  • Serra, prelievi ed esiti in un solo giorno. Analisi lampo del comune: l’acqua torna potabile Serra, prelievi ed esiti in un solo giorno. Analisi lampo del comune: l’acqua torna potabile

    acqua non potabileSecondo quanto pubblicato ieri sull’albo pretorio online del Comune di Serra San Bruno, sarebbe bastata una manciata di ore per stralciare parzialmente quanto asserito a metà della scorsa settimana in merito alla non potabilità dell’acqua erogata a Serra San Bruno dalla Sorical Spa. Infatti, proprio, in deroga parziale al precedente provvedimento datato martedì 2 dicembre - ancora in funzione di una richiesta arrivata dal Comune - il laboratorio privato Esi Lab Srl, ha provveduto, il successivo giovedì 4 dicembre, ad effettuare dei nuovi campionamenti per il prelievo dell’acqua e, subito dopo, nell’arco della stessa giornata, a comunicare all’ente comunale i relativi rapporti di prova. Le analisi, ancora però non rese completamente pubbliche, avrebbero dunque accertato il ripristino delle condizioni di potabilità dell’acqua erogata a favore della cittadinanza dal serbatoio Sorical ubicato in località “Timpone Tondo” che si approvvigiona direttamente dall’invaso Alaco.

    In pieno contrasto a quanto asserito, quindi, soltanto 48 ore prima, il primo cittadino Bruno Rosi ha sottoscritto una nuova ordinanza, questa volta di deroga parziale di quella emessa in precedenza, attraverso la quale viene accertata la potabilità esclusivamente dell’acqua erogata dalla stessa Sorical. Mentre la restrizione è da ritenersi ancora in vigore per i due serbatoi che si approvvigionano dalle sorgenti comunali di “Guido” e “Ninfo”.

    Ancora una volta i campionamenti sarebbero stati effettuati da tre fontane pubbliche rifornite dalla rete Sorical, ubicate in pieno centro cittadino (punti di prelievo di piazza San Giovanni, piazza Mons. Barillari e C.so Umberto I). Dalle tre fontane, che erogano la stessa acqua che giunge alla maggior parte delle abitazioni ubicate sul territorio comunale, in precedenza era emersa un'anomalia riferita al parametro del "cloro attivo libero", riscontrato in accesso rispetto ai limiti sanciti dal D.Lgs. 31/2001 che regola la qualità delle acque da adibire all’uso umano.

    Ma per il provvedimento utile a ripristinare la parziale potabilità, il dato che più è emerso in maniera contraddittoria, è parso sicuramente quello connesso ai tempi di pubblicazione delle analisi. Infatti, mentre nel caso dell’ordinanza di non potabilità del 2 dicembre c’erano voluti ben dodici giorni di tempo dalla pubblicazioni dei risultati alla data di campionamento (i prelievi erano stati effettuati il precedente 20 novembre), adesso nel giro di poche ore, il 4 dicembre, si è arrivati addirittura nella stessa giornata ad effettuare i prelievi, le relative analisi e a fornire i conseguenti rapporti di prova accertanti la buona qualità dell’acqua. Proprio in relazione all’ordinanza di non potabilità del 2 dicembre, per mezzo stampa, prima il Comitato Civico pro Serre - da sempre sensibile rispetto alla questione “acqua potabile” - poi il deputato del M5S Paolo Parentela, avevano invitato il sindaco Bruno Rosi a pubblicare i tabulati particolareggiati delle analisi. Appelli chiaramente caduti nel vuoto.

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    Intorno all'una di questa notte, invece, un'altra scossa, di magnitudo 2.3, si è verificata al largo del Tirreno, tra le province di Vibo Valentia e Reggio Calabria. 

     

     

     

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