Martedì, 30 Luglio 2013 13:36

I dannati della terra. Il reportage di Salvatore Federico pubblicato su Witness Journal

Scritto da Salvatore Albanese
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mini Schermata_2013-07-30_a_13.34.15Una storia di sfruttamento dell’uomo sull’uomo tracciata dalla mano insanguinata dell’Occidente schiavista. Una ferita ancora aperta che brucia sotto il sole di Rosarno, lacerata da un lavoro da bestie, impastata di patimenti e sudore.  Un dramma sociale in nome del profitto che dura imperterrito da anni, ma che ha conosciuto l’attenzione dei media da poco tempo. Da quell’ancora vicinissimo 10 gennaio 2010, quando a Rosarno - a metà fra l’alto Tirreno reggino e l’arido Aspromonte – scoppia la “rivolta dei neri”: due delle centinaia di braccianti africani sfruttati dalle aziende agricole del posto vengono feriti dai fucili di ignoti e si accende la guerriglia urbana.
Una rivolta utile soprattutto a portare all’attenzione del mondo una storia di schiavitù e degrado, domata poi dalla ritorsione violenta della comunità locale che costringerà diversi migranti a lasciare il paese per sempre, alzando barriere di odio e razzismo che per molti rosarnesi, i “padroni di casa”, ancora resistono. 
 
Salvatore Federico, fotografo 30enne serrese, col suo obiettivo indiscreto, è andato a scrutare fra le pieghe del degrado. In quella baraccopoli di eternit e cellophane che lentamente cresce attorno alle tende igieniche del Ministero dell’Interno e che ospita centinaia di ragazzi della comunità africana. Accampamenti piccoli e scomodi. Senza acqua, luce e servizi igienici. Soffocanti d’estate, ghiacciati d’inverno. 
 
Diciotto scatti che riescono a stupire per quanto Federico si dimostri capace di entrare in sintonia con la vita dei propri soggetti. Indagandoli. Cogliendone gli aspetti più intimi. In un percorso fatto di istanti rubati. Di vita quotidiana. Di gesti sciolti e fragili. Di piedi nudi, biciclette sfasciate e panni stesi di fretta ad asciugarsi. Della spiazzante contraddizione di quelle espressioni profonde, contraddistinte da cicatrici e sorrisi. Sguardi appesantiti da vicende di fughe e sottomissioni. Storie che si snodano in un bianco e nero drammatico, cordiale ed intimo. Nel mistero della luce e del buio. Un racconto unico ed emozionante che fa fulcro sulla capacità disarmante di saper leggere le “vite legate” di animi sconfitti, a cui il mondo ha voltato le spalle, ma capaci di indignarsi. Pronti a sorridere nonostante il maledetto destino di “dannati della terra”. 
 
Di seguito il link del reportage

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