Martedì, 16 Dicembre 2014 20:44

Sua Eccellenza è proprio fico

Scritto da Angelo De Luca
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Giovanni Bruno è fico. E’ come uno di quei medici condotti che per aiutare tutti a guarire presto prescrive l’antibiotico a largo spettro anche quando hai il mal di

pancia. E’ lui, come recita una “pubblicità progresso” della Pubbliemme – che non a caso vende pubblicità e sembra essere divenuta da settimane l’house organ dell’Utg –, “lo Stato dei fatti” al quale si deve applaudire. “Tutto Bruno minuto per minuto”. Voci di popolo svelano addirittura la possibilità concreta di clonare diverse Cristine Iannuzzi in modo da garantire una copertura del 100 per cento delle giornate tipo dell’eccellentissimo ac reverendissimum prefetto di Vibo Valentia, momenti di relax all’ufficio di gabinetto compreso.

Si parte dalla sveglia, ore seietrenta circa, con il risveglio muscolare. Telefono in mano e via: uno, due, uno, due. Movimenti precisi e lineari dal comodino all’orecchio. Pausa: caffè, cornetto, sigaretta e liberazione di pensieri dal cattivo odore. Doccia e barba. Telecamera posata sul grande armadio a muro aperto con dentro una serie interminabile di vestiti grigi e gessati, camicie bianche e cravatte blu. Il prefetto si veste. Sulla maglia della salute lo stemma araldico della real casa dei Clark Kent. Sceglie con cura il calzino, rigorosamente in pendant con il colore della cintura, una guardata allo specchio, un tocco di maquillage, un consulto lampo con la clone Iannuzzi versione addetta all’immagine e via verso il palazzo di corso Vittorio Emanuele. Lancia “K” pronta e accesa in strada, autista in piedi con portiera aperta, giornali locali a go-go sui sedili posteriori. “Manderemo l’esercito”, “D’Agostino ha tempo 30 giorni”, “Non temete, sarete tutti riassorbiti”, “Lo Stato qui sono io”. Anche stamattina i giornali lo esaltano. Sorride. Arrivato a destinazione sale in fretta nel suo ufficio. Giovanni Bruno non prende l’ascensore perché fare cinque piani a piedi al piccolo trotto rassoda i glutei. Il clone della Iannuzzi versione addetta alla persona ha però un improvviso mancamento. Primo tweet della giornata: “Sua eccellenza è una bestia. Sale le scale a quattro a quattro. Impossibile stargli dietro :)”. Arrivato all’eccellentissimo piano il primo scappellotto è per il povero signor Tomeo: “Ti ho detto uno di zucchero, non due”.

Ore nove. Sua Eccellenza è pronto a ricevere la prima telefonata. E’ la portineria. “Sua eccellenza, sua eccellenza - dice allarmato il questurino nel gabbiotto – quaggiù c’è un gruppo di operai che minaccia, per bocca del loro leader indiscusso Nazzareno Piperno, di salire sul campanile della ‘Mmeculata se non gli si darà risposte certe e immediate sul loro futuro occupazionale”. “Li faccia salire tra dieci minuti”. Nel frattempo, dopo attenta panoramica dall’alto, la clone della Iannuzzi versione giornalista d’assalto corre subito giù a prendere qualche dichiarazione disperata del padre di famiglia più telegenico. “Come vedete – domanda acutamente – il vostro futuro?”. “Verameeente…” va per rispondere l’operaio, anzi la maestranza (adesso si chiamano così), ma viene interrotto dal verace sindacalista Piperno che strappa il microfono dalle mani della Iannuzzi e incalza minaccioso: “Siamo pronti alle bbaicate, n’cela facciamo più a stare in questa situazione, confidiamo nell’aiuto di sua Eccellenza, sempre disponiboli ad accogliere le istanze dei lavoratori”. Dal fondo della strada una voce: “Solo una rappresentanzaaaaa”. E Piperno: “Jamu, nchjianamu… tu, tu e tu veniti cu mmia”. Un passo dentro al palazzo e magicamente suoni e frastuoni esterni si sentono in lontananza. L’atmosfera è pacata quasi fosse un coffee shop di Amsterdam. Al quarto piano è ancora più tranquilla. Dipendenti che scrivono al pc, dirigenti appoggiati alla porta che discutono e non salutano, segretarie che fanno maratone fogli in mano da un ufficio ad un altro. “Sua eccellenza chiede cinque minuti di pazienza”, fanno sapere dalle segrete stanze. Giornalisti e operai, con la lingua di fuori mascherata dalle 400 scale salite di fretta per non dare nell’occhio, discutono assieme non prima di aver però salutato amorevolmente tizio e caio. Come al solito sul gradino più alto del podio c’è la coppia Venturino-Bonanno. Lui sa già tutto; lei aveva già capito. Manca però la Sarlo. “Rai 3 vinni?”, domanda Piperno. “Na vittimu ancora”, rispondono gli altri.  Angela Bentivoglio della famosa emittente Esperia tv, invece, è in vena di domande scomode. Borbotta ad alta voce: “Sempi i stessu chiacchjeri, ‘cca non cangia nenti, mo nciu dico io o prefetto”.

Finalmente sua eccellenza. Dietro di lui la Sarlo e il clone della Iannuzzi versione giornalista indipendente, che fischiettando fanno finta di essere arrivati proprio in quel momento. Vengono purtroppo traditi dalla musica che li accompagna: Guido Tersilli de “Il medico della mutua” si trasforma in Giovanni Bruno. “Tomeo spegni quella cazzo di canzone! Ci accomodiamo?”. “Grazie sua Eccellenza, lei è sempre così gentile”. “Scusate il ritardo ma ero al telefono con il sindaco di Vibo e con i rappresentanti della nuova società di raccolta dei rifiuti. Volevo assicurarvi che le 87 unità verranno tutte riassorbite. I posti di lavoro vanno salvaguardati, senza lavoro non c’è dignità, il lavoro nobilita l’uomo, l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro, chi dorme non piglia pesci, lo Stato tutela i diritti degli operai, D’Agostino dimettiti, mando l’esercito, io sono io e voi non siete un cazzo. E lei signor Piperno la smetta di esasperare gli animi con queste pazze idee di arrampicarsi sui tetti. Se cade, poi, chi la paga? Ma ci pensa ai suoi figli, alla sua vita?” “Ha ragione sua Eccellenza ma io faccio solo il sindacalista, il mio lavoro. Il tetto per me è motivo di orgoglio, a Vibo l’ho portate io queste genere di proteste shock”. “Vada vada… e ricordi che il bottone del piano terra nell’ascensore è il numero zero e non meno uno”. Angela Bentivoglio della famosissima Esperia tv prende subito la palla al balzo e chiede una dichiarazione lampo al prefetto. “Sua Eccellenza, una domanda”. “Prego”. “Ma lei la pasta al sugo la  preferisce con o senza il formaggio grattugiato?” “Guardi, a me piace il pecorino romano, ma qui ho scoperto quello del Poro e io sono uno che apprezza le cose del luogo”.

Sì, Giovanni Bruno è davvero fico. Tipo quella volta che di nascosto e a sua insaputa era stato ripreso dalle telecamere di Cristina Iannuzzi versione talpa nel mentre minacciava (tuonava, si dice adesso), il sindaco di Vibo Valentia Nicola D’Agostino di mandare la commissione di accesso agli atti se non avesse in qualche giorno levato 120 milioni di tonnellate di spazzatura dal paese. Voleva vederci chiaro sua eccellenzissima. “Guardi che lo faccio davvero sa? Non mi costringa sa? Eeeeeh no, così non se fa sa? Non è un corretto funzionamento della macchina amministrativa sa?” Poi, spenta la telecamera, all’ok della clone della Iannuzzi versione Monicelli il prefetto richiamava il sindaco e con grassa risata diceva: “Nicola, sei su scherzi a parte”. E il sindaco: “Ma vafanculu, mi hai fatto prendere uno spavento”. Nel frattempo per strada è caos. “Senza lavoro vince la mafia”, recita uno dei lenzuoli appesi da due tizi con la tuta arancione in odore di 41 bis sotto l’insegna Trussardi di Etty Mancini Moda. Esce Piperno: braccia alzate in segno di vittoria. Dall’alto del suo metro e venti si arrampica sullo scalino. Capannello di operai, anzi maestranze, pardon, attorno al leader indiscusso. Arriva la telecamera e riprende l’improvvisata riunione on the road. “Il prefetto ha assicurato che sta lavorando per noi e che non si perderà nessun posto di lavoro”. “Ahhhhh, mi parìa – commenta un gasatissimo operaio, anzi maestranza, pardon -  ca si nno u sannu ca nci spasciamu tuttu” eheheheh ahahahah uhuhuhuuh Risate generali. “Questa è la testimonianza di come la lotta paghi sempre. Fino a ieri eramo combinati male. Un ringraziamento a sua Eccellenza per il solito impegno proffuso. E’ lui che sta andando oltre i suoi compiti, sostituendosi ad una politica latitante”. Applausi e corteo liberato.

Ore 14:15, tg Rk. Titolo di apertura: “Il prefetto Giovanni Bruno – dice la clone della Iannuzzi versione Lilli Gruber – convoca gli operai e assicura: nessun posto sarà perso”. Servizio del clone di Cristina Iannuzzi versione Cristina Iannuzzi. Intervista all’homus novus della politica nostrana Pietro “Boeing 747” Jumborino, il conquistadores dei cazzi degli altri, che arrivato tardi all’appuntamento vaga in giro per la città come inebetito nell’impresa di cercare uno sfondo bianco a cui affidare le sue due ali di capelli riccioloni rimastegli in testa: “Il lavoro degli operai è salvo… sostanzialmente… – Ah? Eh? Cioè? – 70 verranno assunti e gli altri verranno inclusi in un progetto della Regione. Applausi al signor prefetto di cuore e non di facciata”. Ancora? Ancora assunzioni a cazzo in progetti mai pagati? Gli operai, anzi le maestranze, pardon, sono contente. Tanto mica volevano lavorare veramente. Un’altra farsa. Mentre si attendono chiarimenti su quei “tempi brevissimi” per chiarire la situazione rifiuti tossici nelle Serre, sugli eserciti da mandare per garantire l’ordine e la sicurezza, sulla questione Acqua Sporca. Perché Giovanni Bruno è fico. L’uomo di ferro.

E’ sera. Il prefetto sbadiglia. Ha sonno. “Una giornataccia”, rivela mentre calza le babuscie. “Domani voglio essere ripreso solo dal fondo della sala, che oggi in quei cazzo di primi piani si è vista troppo assai la pelata. Spero non si siano accorti che è finta”. Sigla. 

(la satira del Vizzarro)

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