Ma la disposizione interna della massima assise regionale potrebbe variare nuovamente, perché proprio Mangialavori – assistito dagli avvocati Marcello Clarich e Stefano Luciano – ha presentato un appello al Consiglio di Stato per contrastare la decisione assunta dal Tar Calabria rispetto alla sua esclusione. L’atto – secondo quanto riportato dalla Gazzetta del Sud – sarebbe indirizzato nei confronti della Regione Calabria, di Wanda Ferro (ricorrente in primo grado) e dei consiglieri Giuseppe Morrone, Nazzareno Salerno e Mario Magno.

Secondo i legali di Mangialavori, il Tar avrebbe erroneamente individuato il seggio da attribuire a Wanda Ferro non tra quelli assegnati con il sistema maggioritario, ma, piuttosto, tra quelli assegnati con il proporzionale. La tesi, perorata dagli avvocati difensori del medico ed ormai ex consigliere regionale vibonese, verterebbe su un’errata interpretazione dell’articolo 5 comma 1 della l.cost. n.1/1999, operata dal giudice di primo grado in riferimento a «ragioni sia di ordine testuale, sia di ordine teleologico». Di conseguenza  – sempre secondo quanto riportato dalla Gazzetta – l’appello presentato da Mangialavori mira al seggio assegnato proporzionalmente per ultimo agli eletti in tutte liste circoscrizionali collegate all’ex candidato presidente Wanda Ferro, ossia quello attribuito al consigliere Nazzareno Salerno. 

Salerno era infatti candidato nella lista Forza Italia, mentre Mangialavori era stato eletto nello schieramento Casa delle Libertà. Secondo i legali dell’appellante, dunque, la surroga avrebbe dovuto interessare il politico di Serra San Bruno e non Mangialavori stesso.  Ma a rendere ancora più ingarbugliata la trama è il fatto che lo stesso Salerno sarebbe però in procinto di cedere a sua volta il seggio a Mario Magno, in virtù dell’arresto deciso lo scorso 2 febbraio dalla Dda di Catanzaro nell’ambito dell’operazione “Robin Hood”.