Venerdì, 11 Marzo 2016 15:53

Sanità, i primari dello ‘Jazzolino’ si dimettono in massa contro il decreto Scura

Scritto da Redazione
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Ha del clamoroso l’atto con il quale i direttori di struttura in servizio presso lo Jazzolino di Vibo Valentia hanno, all’unanimità, rassegnato le proprie dimissioni. La presa di posizione è scaturita come forma di protesta, condivisa, rispetto al decreto varato dal commissario ad acta della sanità calabrese, Massimo Scura, che, per l’ennesima volta, porterebbe a tagli netti rispetto al comparto nei presidi ubicati sul territorio provinciale.

Contestato apertamente, dunque, il provvedimento di riorganizzazione della sanità regionale, che – per quel che riguarda il nosocomio della città capoluogo di provincia – porterebbe ad una forte penalizzazione, per un ospedale «spogliato gradualmente dei reparti di Nefrologia, Microbiologia, Malattie Infettive, Medicina Nucleare, Orl, Oculistica, Centro trasfusionale, con il dimezzamento dei posti letto nel contesto di una popolazione provinciale globalmente ridotta di oltre 15 mila unità prevalentemente di  età giovanile compensato da circa 4mila immigrati senza reddito fisso e con un incremento dell’età anagrafica media e di una rappresentazione demografica che privilegia le classi più avanzate di età, per una sperequazione pari al 50% dei riferimenti nazionali».

Questo uno dei passaggi più salienti della missiva sottoscritta dai 16 direttori di struttura dello Jazzolino, è inviata all’attenzione del ministro Beatrice Lorenzin e al prefetto Carmelo Casabona.

Nel documento si fa poi riferimento anche alla realizzazione del nuovo ospedale di Vibo che dovrebbe essere dotato di 350 posti letto, ma secondo i direttori di struttura «frutto di un accordo di programma pubblico-privato con molte onerose esposizioni fideiussorie private che, in assenza del rispetto degli accorsi, determinerebbe un contenzioso amministrativo e penale che, non solo bloccherebbe la realizzazione della struttura, ma de depaupererebbe colpevolmente i fondi con le prospettive di un’ennesima incompiuta».

Nel mirino dei 16 medici anche la «realizzazione di  inspiegabili strutture fotocopia plurirappresentate, fonte di dispendio economico oltre che di inutilità gestionale», e «l’assoluta assenza di linee programmatiche in funzione delle risorse disponibili, delle sterili attività realizzate, con esagerata e discrepante disparità numerica ed in spregio alle evidenze scientifiche  di riferimento».

Premessa la «totale assenza di interlocutori politico-istituzionali del territorio», i primari hanno dunque rimesso le proprie funzioni nelle mani del ministro Lorenzin e del prefetto Casabona.

Sul fatto è, inoltre, intervenuta poco fa la deputata del M5s, Dalila Nesci: «Se ne vadano i ministri Beatrice Lorenzin e Pier Carlo Padoan – ha dichiarato la parlamentare in una nota stampa –, non i primari dell'ospedale Jazzolino di Vibo Valentia, che hanno rassegnato le dimissioni per la grave mancanza di interlocuzione politico-istituzionale, la carenza di risorse e i tagli dell'arbitraria rete dell'assistenza ospedaliera decretata dalla struttura commissariale per il rientro dal disavanzo sanitario della Calabria, peraltro con illegittime modificazioni successive». 

«La decisione dei primari vibonesi – prosegue l'esponente M5s – è la conseguenza dell'abbandono e del degrado assoluto della sanità calabrese a opera del governo Renzi, legittimato dall'immobilismo e dalla complicità dell'amministrazione regionale guidata da Mario Oliverio. La nuova rete dell'assistenza è stata adottata senza guardare ai bisogni effettivi, alle realtà funzionanti e ai punti di forza della sanità regionale. È una rete cervellotica e clientelare, che non considera affatto i cittadini, i pazienti, gli ammalati e gli operatori. Ancora una volta, la Calabria è stata gabbata da Roma, grazie ai giochi e agli equilibri di potere legati all'alleanza Pd-Ncd, in nome della quale le regole, le procedure amministrative, i diritti fondamentali e il buon senso vengono calpestati a ogni livello». 

A riguardo la parlamentare ha interrogato nuovamente il presidente del Consiglio e i ministri della Salute e dell'Economia, evidenziando «una totale inadeguatezza del commissario alla sanità calabrese, Massimo Scura, e del sub-commissario, Andrea Urbani, ora protagonisti perfino di modificazioni estemporanee e sostanziali del decreto in questione, prive di un decreto specifico». «Gli ultimi fatti, e in particolare le dimissioni dei primari vibonesi, dimostrano – conclude Nesci – che il governo Renzi sta portando la Calabria al cimitero, tra il giubilo insulso dei Magorno e l'orribile ostentazione del grande circo degli accoliti».

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    «Effettuare le dovute prenotazioni in totale autonomia tramite internet, scegliendo giorni e orari tra quelli disponibili, evitando al tempo stesso lunghe telefonate o estenuanti file agli uffici».

    Sono queste, in sintesi, le proposte avanzate dal consigliere regionale vibonese Vincenzo Pasqua e contenute in una mozione rivolta al presidente della Giunta regionale, Mario Oliverio.

    «Si tratta di un’iniziativa – afferma Pasqua – per snellire le procedure di prenotazione e pagamento delle visite specialistiche ed ambulatoriali nelle strutture sanitarie della Calabria. È una proposta tanto semplice quanto rivoluzionaria. L’idea – prosegue il consigliere regionale – è di permettere agli utenti della sanità calabrese di potere effettuare le prenotazioni e i relativi pagamenti utilizzando Internet, attraverso i portali istituzionali delle diverse Aziende ospedaliere e sanitarie o comunque nel modo che verrà ritenuto più opportuno. Uno strumento da affiancare a quelli già esistenti – ovvero gli uffici ticket e il Centro unico di prenotazione – che sia al passo con la tecnologia e permetta un notevole risparmio di tempo a chiunque disponga di una semplice connessione internet, da smartphone, tablet o pc, magari realizzando una apposita App. Ad ognuno, con la prescrizione del medico curante che contiene tutte le informazioni necessarie – continua Pasqua – sarà quindi consentito di effettuare le dovute prenotazioni in totale autonomia, scegliendo giorni e orari tra quelli disponibili ed evitando lunghe telefonate o estenuanti file agli uffici, che a volte richiedono addirittura, per chi non può farne a meno, un giorno di permesso dal proprio posto di lavoro. È assolutamente doveroso andare incontro alle legittime istanze della popolazione calabrese, ed è nostro compito, fare in modo che la qualità della vita di ogni singolo cittadino, dal primo all’ultimo, migliori in ogni campo. E come tutti sappiamo quello della sanità è un settore che tocca le vite di ognuno di noi. Nel 2018 la politica deve attivarsi ancora più di prima per sfruttare appieno le immense opportunità offerte dalle innovazioni tecnologiche. In questo caso, con la mia mozione intendo proprio massimizzare i vantaggi per l’utenza calabrese: fare risparmiare tempo ai cittadini, riducendo di conseguenza le file agli sportelli, ed offrire un servizio che costerà un’inezia all’amministrazione regionale ed è pensato per tutti».

    E ancora: «La mozione nasce da una serie di considerazioni preliminari: non di rado, infatti, abbiamo assistito al blocco del sistema delle prenotazioni delle visite mediche, dovuto a cause diverse. Dobbiamo tenere presente che simili ritardi ingenerano sfiducia e disagi nell’intera popolazione, con notevoli ricadute anche sul piano dell’efficienza del sistema sanitario regionale. Purtroppo c’è da considerare anche che alcuni strumenti adottati, come il numero verde o la possibilità di effettuare prenotazioni nelle parafarmacie, non è riuscita a colmare del tutto il gap esistente tra la domanda di servizi e le possibilità offerte. È inconcepibile assistere a file interminabili con persone sofferenti. Ecco perché, nell’era del digitale, bisogna sfruttare queste occasioni e migliorare quanto più possibile i servizi, specie nel campo della sanità e della tutela del bene-vita. Il fine della mozione – conclude Pasqua – è dunque quello di impegnare la Giunta regionale a volere verificare l’opportunità di attivarsi nella direzione e con le modalità che riterrà più opportune al fine di risolvere la delicata problematica».

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