mini Young_at_art_VirtualRiceviamo e pubblichiamo:

A partire dal 27 maggio 2012 la Collezione Bancartis della BCC Mediocrati si arricchisce delle opere selezionate nella prima edizione del concorso Young at Art, indetto dal MACA – Museo d’Arte Contemporanea Acri “Silvio Vigliaturo” e dall’Associazione Oesum Led Icima per ricercare giovani talenti
calabresi. Grazie alla collaborazione di Alphabeti, azienda milanese attiva nel settore della promozione dei beni culturali e i new media, la mostra “I Stay Here (Io rimango qui)”, terminata la prima fase “tradizionale-fisica” al MACA, si trasferisce in modo multimediale nello spazio virtuale della Collezione
Bancartis, permettendo di superare i tradizionali confini spazio-temporali di una comune mostra temporanea. La nuova sala virtuale dedicata ai giovani artisti calabresi è visitabile all’indirizzo www.mediocratitour.it.

Il nuovo allestimento prevede la partecipazione attiva del visitatore: infatti grazie all’innovativo format multimediale I'mVR® - Interactive Multimedia Virtual Reality è possibile visitare a 360° lo spazio virtuale tridimensionale e visualizzare contenuti di approfondimento sui singoli artisti e le loro opere.
In perfetta sintonia con gli obiettivi della Collezione Bancartis, l’intento del concorso Young at Art e delle relative mostre reali e virtuali è quello di dare spazio alla ricchezza artistica e creativa della Regione Calabria, sottolineandone in primo luogo la diversità di temi e tecniche. Ognuno degli artisti in mostra, infatti, è rappresentante di un differente ambito espressivo. Walter Carnì affronta la cronaca attraverso installazioni scultoree di grandi dimensioni e dal forte impatto visivo; il fotografo Giuseppe Lo Schiavo sottolinea l’importanza dei legami con la terra d’origine e di come questa non sia ostacolo alla creatività e alla fantasia; Armando Sdao presenta tele dai connotati iperrealistici, in cui la presenza dell’uomo riverbera in oggetti quali una manciata di biglie o un pallone, perfette nature morte contemporanee; Valentina Trifoglio trasforma il suo stesso corpo in una tela che accoglie i segni che le vengono proiettati addosso, trasformandoli in stati emotivi; Giuseppe Vecchio Barbieri destruttura il volto umano in ritratti grafici che coniugano un’iconografia di matrice Pop a uno spiccato gusto espressionistico per i vortici cromatici; il duo MILC (Movimento Indipendente per il Linguaggio Cinematografico), formato da Michele Tarzia e Vincenzo Vecchio, propone due filmati che sono altrettante riflessioni sullo spazio come fonte di disagio collettivo e individuale, tra denuncia sociale e frammentarietà dell’io.

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mini solo_dinanzi_allunicoSERRA SAN BRUNO – Il mozzo che si arrampica sull’albero maestro per “scrutare i segni del mondo nuovo”. Il monaco, l’uomo, deve essere sempre vigilante, “totalmente teso verso il futuro a cui anela”. Le parole del priore della certosa di Serra, dom Jacques Dupont, che il giornalista del Corriere della Sera Luigi Accattoli ha raccolto nel libro “Solo dinanzi all’Unico” (Rubbettino 2011, pp. 140, 12 euro), presentato ieri sera nella chiesa dell’Assunta di Terravecchia, sono un “balsamo per l’anima”, un lenitivo per la coscienza interiore dell’uomo di oggi che, nell’iperattività vacua della società postmoderna, non riesce a raggiungere ciò a cui invece il certosino dedica la vita: il distacco dal mondo per entrare in comunione con Dio. Un colloquio frutto di tre giorni intensi, di vita certosina per Accattoli, di insolite confidenze per dom Jacques. Il risultato è un libro “che arricchisce e consola – ha commentato don Armando Matteo – un libro che genera quelle lacrime che puliscono l’occhio dell’uomo e gli consentono di vedere meglio”. In vista della visita del Papa in certosa, il priore ha accettato di sottoporsi alle tantissime domande rivoltegli dal decano dei vaticanisti italiani: dall’incontro con Dio nel tempo di internet al silenzio dei certosini nel chiasso del mondo attuale, dalle abitudini dei monaci di clausura alla possibilità che i giovani di oggi ci si possano adattare, dall’interpretazione (per niente tradizionale) del ruolo dell’ascesi al significato di parole come “sessualità”, “peccato”, “misericordia”. Il compito del monaco, o del mozzo che scruta l’orizzonte, secondo dom Jacques è quello di “dire” all’umanità di oggi che “Dio è anche in questo mondo e in questo tempo”.

Ad organizzare l’interessante presentazione del libro è stata l’Arciconfraternita dell’Assunta di Terrvacchia insieme al Museo della Certosa e alla casa editrice Rubbettino. Ad introdurre i lavori del convegno ha pensato il priore pro-tempore dell’Arciconfraternita, Vito Albano, che ha parlato della “vicinanza non solo fisica tra i certosini e i serresi, vicini nei secoli soprattutto attraverso la preghiera”. A coordinare gli interventi è stato invece Antonio Cavallaro, direttore commerciale della Rubbettino, che si è soffermato sull’affascinante rapporto tra monaco e silenzio. Quindi don Armando Matteo, scrittore e docente universitario, ha spiegato che il libro di Accattoli “va vissuto come un viaggio in compagnia di un mozzo eccezionale, visitando luoghi noti e altri ignoti ed entrando nel cuore di chi ha vissuto 41 anni di vita certosina”. L’amore cristiano, secondo dom Jacques, è vero solo se riesce ad “abbeverarsi della compassione, della tenerezza e della misericordia”.

“Mi sono lasciato convincere – ha spiegato il priore della certosa – perché qualche eccezione ogni tanto ci vuole, e perché è giusto, anche se raramente, ascoltare le parole che vengono direttamente dai certosini. Il libro – ha aggiunto – è il frutto di un incontro molto piacevole tra due mondi molto diversi, quello della comunicazione e quello del silenzio. L’isolamento secondo noi è negativo – ha concluso dom Jacques – ma la solitudine, che è ben altra cosa, è la via per la comunione con Dio”. 

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