mini gdpRiceviamo e pubblichiamo:

"Politica delle Serre, intervieni! Per salvare l'Ufficio del Giudice di Pace di Serra San Bruno occorre una richiesta di accorpamento dei Comuni di Serra San Bruno, Spadola, Simbario, Brognaturo, Fabrizia, Vallelonga, San Nicola da Crissa, Nardodipace entro 60 giorni (12 marzo 2012) A nulla sono valse le iniziative dell'Avvocatura delle Serre. Entro il 12 Marzo 2012 la domanda di giustizia di ogni cittadino delle Serre, sarà cancellata da una logica proveniente dall'alto, da Roma che concepisce la gestione della giustizia una mera questione numerica. E' stato cancellato il diritto del popolo delle Serre a poter esercitare la domanda di giustizia a Serra San Bruno, in quel territorio dove una volta esisteva la Pretura. Un territorio quello delle Serre che continua ad essere violato dall'alto da quei poteri forti che cercano di coprire le falle con un taglio di giustizia che vuol dire risparmio della spesa di giustizia. Come il passo del gambero. Quella che per questo territorio desolato si presenta da sempre come una crisi permanente ora si traduce nella cancellazione dei diritti fondamentali delle popolazione delle Serre. Non abbiamo diritto più ad un Ospedale efficiente ed efficace, non abbiamo diritto più ad aver accesso alla giustizia nel nostro territorio. Ci sopprimono l'Ufficio del Giudice di Pace di Serra. Abbiamo perso la Pretura, l'Ospadale “San Bruno”, il Consultorio familiare ed ora anche il Giudice di Pace di Serra San Bruno. Questa terribile notizia ci è stata comunicata da un disegno governativo perverso, da uno schema che da tempo 60 giorni per esercitare una sorta di “riscatto” dell'Ufficio del Giudice di Pace di Serra San Bruno. Proprio come si riscatta una casa popolare. Ma ora più che mai il futuro della sete di giustizia dipende dalla politica delle Serre. Da quella politica che ci ha appassionato, che ci ha fatto sognare, che eletta democraticamente dal popolo ci rappresenta tutti indistintamente ed ascolta quello che il popolo delle Serre gli chiede. Serve ciò che chiamerei “accorpamento su richiesta” dei Comuni di Serra San Bruno, Spadola, Simbario, Brognaturo, Fabrizia, Vallelonga, San Nicola da Crissa, Nardodipace. Se la politica dei precitati Comuni non eserciterà una richiesta di mantenimento dell'Ufficio del Giudice di Pace di Serra San Bruno allora vorrà dire che avranno voluto davvero la chiusura. Non è la questione del destino dell'Ospedale “San Bruno” che i diversi orientamenti politici parlano di rilancio o di chiusura. Qui c'è poco da fare, il nostro Ufficio del Giudice di Pace è soppresso e tale soppressione diventerà definitiva se entro il 12 marzo 2012, gli enti locali precitati, anche consorziati tra loro, non richiederanno il mantenimento, facendosi integralmente carico delle spese di funzionamento e di erogazione del servizio giustizia nelle relative sedi. In tali ipotesi dovrà essere messo a disposizione dagli enti locali anche il personale amministrativo necessario alla gestione dell’ufficio e rimarrà a carico dell’amministrazione giudiziaria unicamente la determinazione dell’organico del personale di magistratura onoraria entro i limiti della dotazione nazionale complessiva nonché la formazione del personale amministrativo. Entro i successivi dodici mesi il Ministro della giustizia, dovrà apportare con decreto ministeriale le conseguenti modifiche alle più volte menzionate tabelle. Il Ministro potrà e dovrà in tale sede, valutare esclusivamente la rispondenza delle richieste pervenute ai criteri previsti dalla normativa, ovvero se esiste la disponibilità da parte degli enti locali a farsi carico degli oneri relativi all’istituzione ed al funzionamento dei nuovi uffici. Si dice che la reazione di ogni individuo ad alzarsi si verifica quando si raggiunge il fondo e nel caso del Giudice di Pace di Serra San Bruno questo fondo è stato toccato. Allora serve l'intervento della politica delle Serre per evitare di veder cancellato una delle poche tracce di democrazia di questo martoriato territorio".

Avv. Vincenzo Albanese

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mini carmelo_gallicoLa Polizia ha arrestato in Spagna il boss della 'ndrangheta Carmelo Gallico, di 48 anni, capo dell'omonima cosca di Palmi. Gallico si nascondeva in un'abitazione nel centro di Barcellona. L'arresto e' stato eseguito dalla Squadra mobile di Reggio Calabria e dai Mossos d'Esquadra di Barcellona, con il supporto del Servizio centrale operativo e del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia. Carmelo Gallico era latitante dal 30 novembre scorso, giorno in cui la Dda di Reggio Calabria aveva emesso un provvedimento di fermo a suo carico. Analoghi provvedimenti erano stati emessi anche a carico di altri tre affiliati alla 'ndrangheta, Gesuele Misale, Alfonso Rinaldi e Domenico Nasso, e di un avvocato del Foro di Palmi, Vincenzo Minasi, difensore di Carmelo Gallico. Nei confronti dell'avvocato Minasi, inoltre, era stata eseguita anche un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Milano su richiesta della Dda nell'ambito dell'inchiesta sulle infiltrazioni della 'ndrangheta in Lombardia. Nel contesto della stessa inchiesta della Dda di Reggio Calabria erano stati perquisiti gli studi degli avvocati Francesco Cardone, del Foro di Palmi, e Giovanni Marafioti, del Foro di Vibo Valentia.

Negli anni in cui era detenuto nel supercarcere di Fossombrone, Gallico fu al centro dell'attenzione delle cronache, questa volta letterarie però, poichè, allora 39enne, si appassionò allo studio della filosofia e della letteratura e una sua recensione vinse un premio che gli valse una menzione sul Corriere della Sera. Appassionato poeta e scrittore, Gallico firmava i suoi scritti in carcere con lo pseudonimo "Erasmus".  

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