mini guardia_di_finanzaLa Guardia di Finanza di Vibo Valentia ha sequestrato beni per un milione di euro ad un'azienda operante nel settore del trasporto merci su strada. In particolar modo, le Fiamme Gialle avrebbero fatto luce su un presunto caso di bancarotta fraudolenta. Nel corso delle attività investigative, infatti, è emerso che cinque imprenditori, attraverso la creazione di una società alter-ego della fallita, avrebbero distratto dal patrimonio aziendale beni societari e risorse finanziarie per centinaia di migliaia di euro, nonché avevano distrutto e occultato parte della documentazione contabile necessaria alla ricostruzione del volume d’affari. Le persone coinvolte nell'operazione, in sostanza, hanno costituito un'altra azienda che consentiva loro di operare sempre nel medesimo settore ma con un'altra ragione sociale. Il Tribunale di Vibo, quindi, ha provveduto al sequestro dell'azienda, il cui valore supera il milione di euro. 
 
 
 
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tribunale 3Il Tribunale collegiale di Vibo Valentia, sulla base delle richieste operate dal pm distrettuale Carlo Villani, ha sentenziato le condanna per cinque dei nove imputati di uno dei tronconi del processo “Ghost”, scattato in seguito all’omonima operazione antidroga che il 25 gennaio scorso, al culmine di un’articolata indagine condotta dalla Squadra mobile di Vibo, aveva portato – inizialmente - alla notifica di 40 ordinanze di custodia cautelare in carcere, divenute poi 45 in fase di conclusione delle indagini.

Gli imputati sono stati accusati di aver messo in piedi un’associazione finalizzata al traffico di grossi quantitativi di stupefacenti. Il sodalizio criminale – secondo gli inquirenti – avrebbe spacciato cocaina, hashish e marijuana producendo un giro d’affari valutato in 5mila euro al giorno, operando peculiarmente nel territorio delle Serre, con base operativa nel capannone sito nella zona impervia di “Felicello” a Gerocarne, adibito al confezionamento e allo smercio all’ingrosso della droga, poi spacciata al dettaglio da una rete di pusher nella provincia Vibonese, ma con diramazioni anche in quelle di Crotone, Catanzaro, Cremona e Firenze.

La sentenza ha portato a condanne pesantissime, tanto che sono state comminate pene complessive per 54 anni di carcere in capo a cinque imputati: Vincenzo Capomolla (15 anni di reclusione), Nazzareno Caglioti (10 anni), Caterina Granato (10 anni), Alfonso Namia (12 anni) e Rosaria Iennarella (7 anni). Mentre per Nicodemo Adorisio, Giuseppe De Masi, Filippo Mazzotta e Vincenzo Morano è arrivata l’assoluzione.

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