priore danteSERRA SAN BRUNO - Si sono tenute nel pomeriggio di oggi le elezioni per il rinnovo del seggio priorale dell’Arciconfraternita Maria SS. Assunta in Cielo di Spinetto. Numerosi gli iscritti, ben 135, a partecipare al voto. A spuntarla, nella seconda terna proposta, per il ruolo di Priore, è stato Dante Vallelunga, eletto con 72 voti favorevoli, mentre a meritarsi il ruolo di primo e secondo Consultore sono stati rispettivamente Mario Dominelli (90 voti favorevoli) e Francesco Zaffino (123 voti).

La nuova terna succede quindi a quella in carica dal 26 dicembre 2011, guidata dall’ormai ex Priore Rosa Vellone, che chiude in bellezza con l’inaugurazione del nuovo museo, allestito proprio nei locali della Chiesa di Maria SS. Assunta in Cielo di Spinetto, presentato al pubblico di recente.

Lo scorso 2 marzo Enzo Vavalà era stato invece nominato alla guida dell'Arciconfraternita di Maria SS dei Sette Dolori. Unica Confraternita, quindi, che rimane in attesa del rinnovo dei vertici del seggio priorale, quella di Maria SS. Assunta in Cielo di Spinetto di Terravecchia, dove per il momento resta in carica il Priore Tonino Errigo.

 

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mini Danti_lu_sapentidi Dante il Sapiente


Temp’era dal principio del mattino,
la pan montava ’n sù la dolce vita
ch’eran con lui quando l’amor divino 

mosse di prima quelle minne belle;
sì ch’a bene sperar m’era cagione
mu stiru puru jio su quella pelle 

all’ora del tè a la dolce pensione;
ma non sì che paura non mi desse
la vista che m'apparve d'un leone.

Questi parea che contra me venisse
con la test’alta e con rabbiosa fame,
sì che parea che l’aere ne tremesse. 

Ed una leda, che di tutte brame
sembiava barca ne la sua grassezza,
e molte genti fé già viver grame, 

questi mi spara tanti di vajiani
con la paura ch’avia mu paga a vista,
ch’io perdei la speranza dei denari. 

E invece lei che volontieri acquista,
e giugne ’l tempo che perder lo face,
che quando arriva il sald piange e s’attrista; 

tal mi fece la bestia sanza pace,
che, venendomi ’ncontro, a poco a poco
lo dipignava là dove l'etr tace. 

Mentre ch’i’ rovinava in santu ruocco,
dinanzi a li occhi mi si fu offerto
chi per lungo silenzio parea fioco.

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Sabato, 14 Gennaio 2012 16:53

L'Inferno di Dante il Sapiente. Canto primo

mini Danti_lu_sapentidi Dante il Sapiente
Canto primo

Nel mezzo del cammin di nostra vita
ci ritrovammo in culo il pidielle,
ché la "sinistra" via era smarrita. 

Ahi quanto a dir qual era è cosa dura
esta pena selvaggia e aspra e forte
che nel pensier rinova la paura! 

Tant’è amara che poco è più morte;
ma per trattar di quello ch’i’ vi trovai,
dirò de l’altre cose ch’i’ v’ ho scorte. 

Io non so ben ridir com’i’ v’intrai,
com'arrivai in quello municipio,
che la verace via abbandonai. 

Ma poi ch’i’ fui al piè di San Brun giunto,
là dove terminava quel corso
che m’avea di paura il cor compunto, 

guardai in alto e vidi le mie palle
gonfiate già quanto un pianeta
le palle mie e tutte l'altre palle. 

Allor fu la paura un poco queta,
che nel lago del cor m’era durata
la notte ch’i’ passai con tanta pieta. 

E come quei che con lena affannata,
uscito fuor dell'Alaco a la riva,
si volge a l’acqua perigliosa e inquinata,

così l’animo mio, ch’ancor fuggiva,
si volse a retro a rimirar il bossol
che non lasciò già mai persona viva. 

Poi ch’èi posato un poco il corpo lasso,
chi mi cacai per la piaggia diserta,
sì che ’l piè fermo sempre era ’l più basso. 

Ed ecco, quasi al cominciar de l'erba,
una canna leggera e presta molto,
che di pel russiciedhi era coverta; 

e non mi si partia dinanzi al volto,
anzi ’mpediva tanto il mio cammino,
ch’i’ pimmu mi ripigghjiu stetti molto.

Pubblicato in LO STORTO

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