Domenica, 18 Dicembre 2011 23:08

Bruno Rosi e la Luna di carta

mini luna_di_carta_camilleri«Quann'era picciliddro, una volta sò patre, per babbiarlo, gli aveva contato che la luna 'n cielu era fatta di carta. E lui ci aviva criduto». 250 pagine da scorrere tutte d’un fiato. Leggero quanto un racconto, torbido come un romanzo. La luna di carta di Camilleri parte proprio da una surreale rivelazione che da bambino il commissario Montalbano ascoltò dalla bocca di suo padre, che per babbiarlo (prenderlo in giro) gli disse che la luna è fatta di carta. Montalbano naturalmente ci aveva creduto. 

Questo è più o meno quanto accaduto a Serra San Bruno nel corso dell’ultima campagna elettorale, quando per accaparrarsi il consenso degli elettori serresi, i PdL boys fecero venir giù dal pulpito promesse a valanga. Ed allora via con campi da golf, piste di go-kart, ospedali del futuro, diurni in ogni dove, strade asfaltate entro un mese dall’insediamento della nuova giunta, finanziamenti per il sostegno alle giovani coppie e a chi volesse edificare una nuova casa, piscina comunale adeguata alle esigenze dei giovani disabili (con tanto di nome e cognome degli stessi ragazzi sparati in piazza direttamente dai palchi), un nuovo ciclo per la raccolta differenziata dei rifiuti, soluzione del problema acqua (non)potabile ed ultimo, ma non meno importante, l’immancabile cavallo di battaglia dei 100 posti al Parco delle Serre (fra l’altro finanziati tramite il Fondo Sollievo esaurito più di 4 anni fa). Strette di mano, pacche sulle spalle e frottole come se piovesse. I serresi ci credettero. 

Sono passati i primi 6 mesi e Serra San Bruno è ancora dominata dal marciume figlio della poco oculata gestione di una squadra divisa che ci governò fino al novembre 2010. Non tanto, o non solo, per colpa dell’ex sindaco Lo Iacono, trovatosi solitario ad amministrare un intero comune, ma del resto dei componenti di una maggioranza presente a singhiozzo. In comune assessori e consiglieri ci andavano ogni 2-3 mesi per fare sfoggio del vestito della domenica ed alzare ogni tanto la mano durante le votazioni nei consigli comunali. Non esistono ricette assolute per la felicità di un piccolo centro urbano del meridione, soprattutto in un periodo così magro, ma urge per il prossimo futuro avviare la formazione di una classe amministrativa caratterizzata dalla presenza di uomini e donne, non per forza giovani, ma necessariamente capaci e liberi. Affinché finalmente si definisca un’inversione di tendenza che allontani la città dal binario morto che ancora adesso sta percorrendo e che ha visto come protagonisti, non solo oggi, decine di professionisti “navigati” con uffici privati colmi di lavoro e poco tempo da dedicare alla vita amministrativa di Serra, ed una manciata di ragazzi a cui è stata sistemata addosso l’armatura scintillante della gioventù forgiata da tanti voti (perché appartenenti a famiglie numerose) ma da poca, pochissima qualità amministrativa. Solo così si potrà scardinare il meccanismo creato da chi si è permesso il lusso di promettere tutto, anche l’impossibile, e non mantenere nulla. E trascurante della grave crisi che ci attraversa, nell’arco di questi 6 mesi ha ben pensato di far adottare aiuole ai commercianti ed inscenare tragicomiche giostre medievali fra rioni. Ci manca solo, per l’appunto, la luna di carta. 

Pubblicato in LO STORTO

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