mmOggi pomeriggio dalle ore 15.30 apre i battenti a Mongiana l’associazione culturale MòMò. Il sodalizio, nato su impulso di un gruppo di giovani del luogo, intende promuovere attività ed iniziative volte alla tutela ed allo sviluppo sostenibile del territorio e dell'ambiente, diffondere il senso e lo sviluppo del turismo responsabile, della valorizzazione della memoria storica dei luoghi e del senso del lavoro.

MòMò nasce, dunque, dal progetto di un gruppo di giovani con il fine ultimo di mettere in atto azioni di promozione turistico-territoriale e socio-culturale. Ha sede in Via Roma 2, in “Villa Trozzo-Scrivo”, a Mongiana, piccolo borgo montano del vibonese, fortemente legato alla Storia del Regno delle Due Sicilie, in quanto, nel 1771 vennero impiantate le “Reali ferriere ed Officine di Mongiana”o “Villaggio Siderurgico di Mongiana” voluto dal Re Ferdinando.

«MoMò – hanno fatto sapere i fondatori – nasce per essere sede ospitale per artisti Calabresi e non solo, laboratorio e luogo di incontro dove dialogo e confronto diventino linfa di crescita individuale e collettiva, soprattutto per tutti coloro che credono nel lavoro, nella cooperazione e nella ripresa socio-economica della nostra terra. MoMò vuole essere espressione sana della Calabria e dei Calabresi virtuosi, di chi è convinto che il Sud deve rialzarsi, riappropriarsi del Bello, di chi vuole far conoscere ai tanti la vera natura della Calabria e del Sud, fatta sopratutto di gente onesta, umile, laboriosa e ardita».

Eletto presidente del sodalizio è stato Pasquale Raffaele Demasi, coadiuvato dal vice presidente Maria Rosa Primerano e dal tesoriere Giovanna Mammome. Altri soci fondatori sono Bruno Platì, Domenico Angilletta, Pasquale Raffaele Demasi, Francesco Angilletta, Giovanna Mammone, Giuseppe Carè, Maria Rosa Primerano, Lucia Primerano, Luigi Vallelonga, Manuela Montagnese, Marco Rullo e Salvatore Rullo.

L'inaugurazione si terrà oggi pomeriggio, martedì 12 agosto dalle ore 15.30, in Via Roma n.2 presso Villa Trozzo-Scrivo. Durante la giornata si terrà una mostra fotografica di Bruno Arena, giovane artista calabrese; la presentazione di un libro “Cambiare il Sud per cambiare l'Italia” di Francesco Lo Giudice ricercatore dell'Università di Cosenza, e si concluderà con un “aperitivo sociale” con assaggi di prodotti tipici locali.

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mini real serra nuovoFinisce 3 a 1 per i padroni di casa il “derby delle serre” tra Real Serra e Allarese, alla fine di una partita influenzata dal mal tempo e ben 4 espulsi. Altri tre punti importanti per la classifica che ora vede il Real Serra occupare la sesta posizione a quota 9 punti insieme al Grotteria Calcio con il turno di riposo già scontato e la partita con il San Costantino da omologare (vinta quasi certamente a tavolino). Con i 3 punti - probabilmente assegnati a giorni dal giudice sportivo - la squadra del presidente Masciari agguanterebbe il Nicotera in terza posizione ad 1 punto dalla seconda classificata Mammola e 6 dalla capolista Rombiolese. Dunque, giochi ancora aperti per un campionato molto combattuto.

Nell’incontro di ieri, mister Fortebuono schiera Politi al posto dell’infortunato Gamo con Bertucci, Iozzo e Tripodi a completare il quartetto difensivo. Confermato in blocco il centrocampo con Carvelli, De Caria, lo stesso Fortebuono e De Giorgio. In attacco ancora una volta la coppia di giovanissimi Tassone e Stingi. Insomma ci sono in campo ben dieci undicesimi della trasferta precedente. In panchina si rivede invece Vallelunga, dopo due mesi di assenza e Zaffino fermo per infortunio dalla partita contro la Rombiolese, Amato, Dominelli, Pisani V., Pisani G. e Capone. L’Allarese di mister Damiano Rullo schiera un 3-4-1-2 con Franzè, Ienco, Angiletta, Demasi G, Demasi R., Ienco M., Randò R., Randò F., Cirillo F., Demasi D., Mamone. In panchina: Rullo, Franzè A., Platì, Cirillo A.

Inizialmente è l’Allarese a fare la partita con Angiletta molto bravo a muoversi tra la linea di difesa e il centrocampo del Real Serra. Sembra stordita la squadra di casa che non riesce ad esprimere il gioco visto nelle ultime 3 partite a causa soprattutto del terreno pieno zeppo d’acqua. Al 20’ è Stingi a sprecare su lancio di De Caria un ottima opportunità a tu per tu con Franzè, bravo nel coprire al meglio lo specchio di porta. Al 23’ è ancora Stingi a rendersi pericoloso con Franzè pronto a ribattere anche in questa occasione. Al 25’, dopo un fallo di mano, l’arbitro assegna un calcio di rigore al Real Serra. Sul dischetto si presenta De Caria che non sbaglia, mettendo a segno il suo primo goal in questo campionato. Si sveglia finalmente il Real Serra. Carvelli si invola sulla fascia sinistra e viene stesso da De Masi R. che viene ammonito. Sulla punizione battuta da Fortebuono, Franzè non esce in maniera decisa e Tripodi e lì pronto a mettere nel sacco la palla del 2 a 0. Al 35’ De Masi R. viene espulso per proteste e l’Allarese rimane in inferiorità numerica. Il primo tempo si chiude sul 2 a 0 con l’Allarese in attacco. Dopo 10’ del secondo tempo espulsione di Ienco N. e per proteste anche di Rullo L. In superiorità numerica, la partita sembra in discesa per il Real Serra, ma l’Allarese reagisce facendo abbassare il baricentro della squadra di casa. Sforzi che vengono premiati al 67’ quando su rigore il portiere Franzè D. segna il goal del 1 a 2. Al 75’ è Iozzo C. ad essere espulso per proteste e il Real Serra rimane in dieci. Nel frattempo esce Tripodi per infortunio ed entra Vallelunga, oltre che Zaffino per De Giorgio. In chiusura, quando ormai l’Allarese è troppo stanca, il Real Serra ha diverse occasioni per chiudere l’incontro ma Carvelli, Stingi e Tassone falliscono più volte l’appuntamento col il gol. Al 94’ è il nuovo entrato Zaffino a chiudere il match fissando il risultato finale sul 3 a 1 e intanto si pensa già a Sabato: prova di maturità a Mammola contro la seconda in classifica.

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mini Giuseppe_Demasi_morto_nel_rogo_della_ThyssenkruppIl nome di Giuseppe Demasi, di origine fabriziese, il 30 dicembre 2007 è stato definitivamente aggiunto alla lista delle vittime letali causate dal lavoro. La falce impietosa, in questo caso, è stata la fabbrica torinese Thyssenkrupp, dove Giuseppe svolgeva con impegno un lavoro che, a sua insaputa, presto lo avrebbe brutalmente strappato dalla vita e all'affetto dei suoi cari.  Solo per pochi giorni Giuseppe è riuscito a sopravvivere alla tragedia del 6 dicembre: da lì a poco era destinato a chiudere il cerchio della strage umana perpetrata da un errato modello di capitalismo egoista e noncurante, lasciando nella disperazione più nera le persone che lo amavano e spezzando il cuore di una madre che ancora non sa e non riesce a farsi una ragione per quell’ingiusta fine.

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