mini Carabinieri-sorianelloAvrebbe manomesso il contatore dell'Enel, allacciandosi alla linea elettrica. I carabinieri della stazione di San Nicola da Crissa, però, nel corso di una perquisizione domiciliare - finalizzata alla ricerca di armi - si sarebbero resi conto dell'accaduto ed hanno tratto in arresto N.T., 48enne residente nel piccolo comune del Vibonese, per il reato di furto aggravato di energia elettrica. Arresto, questo, successivamente convalidato, mentre l'uomo è stato rimesso in libertà. 
 
Mercoledì scorso, invece, i militari della Stazione di Fabrizia, guidati dal maresciallo Alessandro Pasquale e diretti dal comandante  della Compagnia Carabinieri di Serra San Bruno, Giuseppe Grillo, hanno tratto in arresto - in esecuzione di un ordine di carcerazione - il sessantaduenne Miraglia Biagio, nei cui confronti è stato eseguito un provvedimento per l’esecuzione della pena derivante dalla commissione di reati che vanno dalla violenza sessuale, ai maltrattamenti in famiglia, al danneggiamento ed alle minacce. Reati, questi, che Miraglia avrebbe commesso nel periodo compreso tra il 2004 e il 2009. L'uomo, inoltre, intratteneva spesso rapporti con persone che non poteva frequentare. A seguito di tali riscontri, dunque, sono scattate le manette ed il giudice ha provveduto a revocare nei suoi confronti la misura degli arresti domiciliari. Miraglia è stato, quindi, condotto nel carcere di Vibo Valentia. 
 
 
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mini bruno_zaffinoSERRA SAN BRUNO – Sta facendo non poco rumore la notizia dell’arresto di Bruno Zaffino, consigliere comunale eletto con il Pdl, nell’ambito dell’operazione “Saggezza” portata a termine stamattina dalla Dda e dai carabinieri di Reggio Calabria. Per lui, ex assessore della giunta guidata dal sindaco Bruno Rosi, i magistrati Sferlazza, Gratteri e De Bernardo, hanno formulato l’accusa di violenza privata aggravata dalla cosiddetta “mafiosità”, contestata nell’ambito dell’operazione che stamattina ha portato in carcere, oltre a lui, altre 38 persone, tra la Locride e le province di Vibo, Cosenza e Como. Zaffino, secondo l’accusa, avrebbe minacciato un rappresentante di un'azienda di Bari operante nella commercializzazione del legname, costringendolo con metodo mafioso a rinunciare alla vendita di 12mila pali di castagno per favorire invece l’azienda di Marcello Cirillo, 54enne di Fabrizia ritenuto dagli inquirenti vicino al boss ucciso Damiano Vallelunga.

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