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 Riceviamo e pubblichiamo
 
 
Occupazione del suolo pubblico, chi paga?
…di certo non i parenti degli attuali amministratori: questo il requisito fondamentale.
A seguito di formali istanze introdotte presso la residenza municipale, relative all’occupazione provvisoria ( solo per il periodo estivo e quindi di durata inferiore all’anno) del suolo pubblico, si registra una posizione discriminatoria nei confronti degli istanti. Infatti, nei confronti di costoro vi è una pedissequa applicazione del regolamento comunale sull’occupazione del suolo pubblico e si chiede il legittimo pagamento della tassa- pari a circa € 1,00   a metro quadro giornalieri. Al fine di ottenere l’autorizzazione, nella risposta del Sindaco si legge: 'Considerato che è necessario individuare in modo inequivocabile i metri quadrati per i quali è richiesta l’autorizzazione di occupazione del suolo pubblico, anche al fine di quantificare la somma da versare sulla base delle tariffe vigenti' inoltre, 'di indicare con esattezza l’area da occupare allegando alla domanda una planimetria con le quote, al fine di calcolare l’importo dovuto all’ente'.  Fin qui nulla da eccepire, dunque il Sindaco parrebbe applicare il regolamento.  Ma non è così! Si registra da qui in poi, ancora una volta, da parte del signor Sindaco la volontà di applicare le dovute norme solamente a coloro che durante l’ultima consultazione elettorale non hanno sostenuto la Sua lista, lo stesso non si può dire di quelli che palesemente l’hanno sostenuta. Solo a titolo esemplificativo si fa riferimento ad un’attività commerciale (Bar)  ubicata in Piazza del Popolo ( sotto gli occhi di tutti i cittadini) di proprietà di un esercente privilegiato, nonché  cugino dell’attuale Vice Sindaco. Il suddetto commerciante, da oltre 5 anni, ha realizzato sul suolo pubblico una tettoia di circa 30 metri quadrati ( apparentemente amovibile ma di fatto permanente), sono, altresì,  presenti tavolini, sedie ed ombrelloni ed un calcio balilla che scaturiscono una occupazione permanente di suolo pubblico per una superficie totale di circa 40 metri quadrati. Ancora, l’individuazione dell’area posta ad occupazione permanente del suolo pubblico è delimitata con grandi birilli di granito dell’altezza di un metro ed un peso di circa un quintale di esclusiva proprietà del Comune, che, per un diffuso principio clientelare, sono invece utilizzati dall’esercente in via del tutto privato, sottraendoli di fatto al patrimonio comunale appartenente a tutti i Brognaturesi. Il tutto reso possibile dal comportamento omissivo del Sindaco che volutamente trascura di riscuotere il canone di occupazione creando un evidente danno erariale all’ Ente Comunale, forse perché l’esercente si annovera tra le grazie degli amministratori da quando l’attuale Vice Sindaco era Assessore ai Lavori Pubblici, ovvero già dalla scorsa legislatura. Ci si chiede: questo danno fa da contraltare al vantaggio in termini di voti?? Dagli atti comunali non risulta NESSUNA concessione di suolo pubblico di conseguenza il mancato pagamento dell’occupazione da parte dell’esercente privilegiato, da diversi anni, porta un VOLUTO mancato incasso da parte del comune di svariati migliaia di euro, ed ancora un “occultato trasferimento di beni pubblici, i birilli, da bene pubblico verso la proprietà privata. Per puro scrupolo si segnala che oltre ad una discriminazione politica e soggettiva vi è  una discriminazione temporale e oggettiva in quanto il regolamento viene applicato anche a chi, in occasione  dei festeggiamenti della Protettrice del nostro piccolo borgo, decide di aprire un’ attività commerciale occasionale ( della durata di 3 giorni), al contrario non viene applicato  chi occupa il suolo pubblico in modo permanente per tutto l’anno. Negli anni passati, a detta dei commercianti, veniva versato un canone forfettario.Come si suol dire:  'due pesi, due misure'.
Sindaco , applichi il regolamento , nel rispetto dell’uguaglianza dei diritti e dei doveri di tutti i cittadini .
 
Gruppo 'Rinnovamento e Crescita'
Brognaturo
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mini mimosaL’associazione “Attivamente Coinvolte” (www.attivamentecoinvolte.org), con sede in Tropea ed attiva nelle province di Vibo Valentia e di Catanzaro, attraverso tre sportelli di ascolto, è specializzata nell’accoglienza donne in difficoltà e vittime di violenza, al fine di sostenere l’impegno e l’attività che offre alle donne che, quotidianamente, si ritrovano a subire le conseguenze della spirale della violenza, già al terzo anniversario dalla propria costituzione, comunica, ripercorrendo i ragguardevoli traguardi raggiunti dalla sua Presidente, l’avv. Luigia Barone, dalle sue socie, in linea con una politica circolare su base democratica, l’avvicendamento nella carica dell’avv. Stefania Figliuzzi, che si adopererà con determinazione e motivazione alla realizzazione della mission.

L’associazione, vuole porre l’accento, al già citato concetto di “politica circolare” al suo interno, ciò al fine di rendere più efficace lo scambio di conoscenze e di esperienze, tutto teso ad una politica di coinvolgimento, poiché l’influenza reciproca favorisce il processo di una maggiore efficacia del gruppo stesso. In sintesi se l’obiettivo di ciascun componente del gruppo sarà congruente con quello degli altri e la collaborazione prevarrà sulla conflittualità si riuscirà a lavorare meglio ad un progetto in comune.

Attivamente Coinvolte, già da tempo è entrata a far parte di un circuito internazionale di grande importanza, ha aderito alla CEDAW (Convenzione per l’Eliminazione di ogni forma di Discriminazione contro le Donne): si tratta di una convenzione approvata 30 anni fa dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ad oggi sottoscritta da 186 Stati e composta da 30 articoli che identificano aree specifiche di discriminazione e indicano gli strumenti per eliminarla (www.womenin.net). In particolare la CEDAW chiede di rimuovere le discriminazioni che limitano la partecipazione delle donne alla vita pubblica e lavorativa e ai processi decisionali, di contrastare la violenza di genere e di impegnarsi per modificare la diffusa accettazione degli stereotipi associati ai ruoli tradizionali di uomini e donne nella famiglia e nella società, incoraggiando un’immagine paritaria di uomini e donne, cambiando la percezione tradizionale delle donne come oggetti sessuali, responsabili principalmente della crescita dei figli.

In linea con l’adesione alla CEDAW, lo scorso 17 gennaio 2012, la neo-Presidente, l’avv. Stefania Figliuzzi, unitamente a numerose socie dell’associazione, hanno partecipato all’evento di divulgazione del Rapporto Ombra e delle Raccomandazioni che il Comitato CEDAW ha rivolto all'Italia in occasione della 49° sessione di valutazione tenutasi lo scorso Luglio 2011 presso le Nazioni Unite a New York. L’evento si è svolto presso la Camera dei Deputati (Sala Mappamondo), alla presenza di centinaia di donne delle Istituzioni e della società civile.

L’evento, organizzato dalla Fondazione PANGEA onlus, per La piattaforma "Lavori in corsa: 30 anni CEDAW", ha sollevato le questioni critiche più rilevanti e le problematiche emerse dall’analisi sullo studio dei diritti delle donne in Italia e delle politiche per la loro attuazione.

Sono intervenuti presentazione, Violeta Neubauer (Membro Comitato ONU CEDAW), On. Rosa Maria Villecco Calipari, On. Barbara Saltamartini, On. Anita Di Giuseppe, On. Benedetto Della Vedova e la Dott.ssa Alessandra Servidori Consigliera Nazionale di Parità.

L’evento è stato seguito dalla visita della rappresentante ONU di un centro antiviolenza gestito da Differenza Donna, associazione che attualmente presiede la rete Nazionale dei Centri Antiviolenza e con la quale Attivamente Coinvolte lavora in stretta sinergia.

Purtroppo le storie tragiche di donne rientrano a pieno titolo nei principi espressi e perseguiti dalla CEDAW, gli stessi che coinvolgono ogni singola donna, ieri come oggi, in Calabria come nel resto d’Italia, d’Europa e del mondo. Le discriminazioni, le violenze e l’impossibilità di godere dei diritti fondamentali purtroppo si verificano per le donne in ogni Paese, sotto diverse forme e con intensità differenti, indipendentemente dallo status, dal reddito, dal livello di istruzione, dalla religione o etnia di appartenenza.

L’auspicio, da calabresi, è che tante altre realtà del nostro territorio, Enti pubblici e privati, associazioni, Istituzioni aderiscano alla CEDAW contribuendo ad informare e sensibilizzare sull’esistenza della piattaforma, assumendo una posizione chiara e inconfutabile sulla questione della discriminazione e della violenza di genere, per non vanificare le conquiste ottenute fino ad oggi e promuoverne di nuove.

In linea con una sempre maggiore partecipazione e sostegno da parte della società civile nei prossimi giorni, Attivamente Coinvolte promuoverà la nuova campagna di tesseramento per gli “Amici dell’associazione” attraverso la quale si prefigge di ampliare la rete di solidarietà che è essenziale per perseguire le molteplici attività poste a sussidio delle vittime di violenza.

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