Domenica, 09 Febbraio 2014 14:14

A Serra e dintorni si torna ad emigrare

serraSERRA SAN BRUNO – Non hanno più in mano le valige di cartone che, molto spesso, abbiamo visto nelle “foto vintage” di emigrati senza tempo e senza età. No. Ma le scintille di sofferenza e povertà che si leggono negli occhi dei migranti dal sud, sono sempre le stesse. E anche se oggi si emigra col trolley, la partenza viene vissuta, senza eccezione, come una sorta di “violenza”. Tant’è, che allo sguardo meticoloso di chi parte, anche gli alberi sembrano piegarsi su se stessi - quasi un inchino - per dare un addio.

Pubblicato in LO STORTO
mini veduta_fabriziaDi seguito, pubblichiamo il resoconto integrale del convegno tenutosi nei giorni scorsi a Fabrizia dal titolo “Dall’isolamento allo sviluppo”, redatto da Maria Cirillo
Il convegno è servito a fare un remake delle insufficienze e delle inefficienze a cui la classe dirigente politica ci ha ormai da tempo abituati. E' stata, comunque, una bella carrellata di proposte, di esempi da imitare ed, in alcuni casi, di cortesi dichiarazioni di intenti.  L'erudita relazione del Prof. Perna, ha tenuto conto delle caratteristiche e potenzialità del territorio, ponendo l'accento su quanto nelle zone interne sia possibile fare per migliorare l'economia del territorio attraverso le sue ricchezze. Infatti, tema centrale dell'analisi, è stata l'agricoltura ed il patrimonio boschivo. Ha rivolto l'invito di fare come nel Reventino. Utilizzare beni demaniali, case abbandonate e ripartire con prodotti agricoli di qualità, utilizzando anche la manodopera degli immigrati. Il commercio però, si dovrebbe risolvere facendo appello a quelle risalenti teorie canoniche dell'economia, che mettono l'etica al primo posto. Prezzo equo, prezzo che permette di vivere, salari e contratti etici comprendenti, ad esempio, l'impegno e la garanzia delle coltivazioni biologiche. Inoltre, intervenire nel campo del dissesto idrogeologico, recuperando terre abbandonate e, contemporaneamente, recuperare risorse.
 Anche nell'ambito del patrimonio boschivo, un'attenzione nuova potrebbe realizzare quell'utilizzo migliore e più efficiente, mediante l'introduzione di contratti di responsabilità territoriale, anche attraverso il coinvolgimento delle associazioni. La proposta conclusiva del Prof. Perna si incentra sull'idea che occorre fare comunità, riunire tutti i soggetti attivi disponibili, e preparare un progetto di rinascita e recupero, da discutere e far condividere - lui si impegna - con il ministro Barca, titolare di un fondo apposito per le aree interne.  
Anche il dott. Luciano Belmonte, Segretario regionale FILCA Cisl, si è soffermato sulla problematica del dissesto idrogeologico. Ha definito la Calabria un “territorio bizzarro” perché le persone solo nell'emergenza si uniscono, mentre passata questa, tornano all'individualismo. Sottolinea che non è più tempo di aspettarsi finanziamenti a pioggia, ma occorre creare lavoro utilizzando le risorse disponibili, a cominciare dai beni confiscati alla ‘ndrangheta. La bonifica dei siti dall'amianto, la gestione dell'acqua - che deve essere restituita alla comunità - sono attività idonee a creare lavoro. La proposta è, ancora, quella di fare comunità, mettendo insieme la progettualità di diversi comuni.
Il Dott. Mirko Tassone, giornalista, mette in evidenza la situazione dell'isolamento e del mancato sviluppo, che non solo ha comportato la grave carenza dei servizi essenziali, ma anche l'insufficienza cronica di altri, di minore visibilità, quali, ad esempio, i servizi legati alla velocità virtuale. L'idea vincente è quella di proiettarsi al futuro, anticipando i tempi, così com'è avvenuto all'epoca della realizzazione dell'autostrada del sole, sulla cui utilità erano in molti ad essere restii, sbagliandosi clamorosamente. La giusta ambizione, secondo il giornalista, è quella di recuperare il mancato sviluppo verificatosi finora.
L'Assessore alla Provincia di Vibo Valentia, Dott. Pasquale Fera, definendosi uno “zappatore della politica”, mette subito in chiaro le proposte di sviluppo, che riguardano, essenzialmente, l'agricoltura e l'artigianato. Propone di utilizzare un modello cooperativistico (che potrebbe essere destinatario di appositi finanziamenti), simile a quello del nord-est. Per quanto riguarda il suo paese, San Nicola da Crissa, del quale è attualmente Sindaco, ha già avviato una sperimentazione del genere, provando ad implementare questo sistema, per la produzione e la commercializzazione dei prodotti tipici del territorio.
Il Dott. Perrotta, in rappresentanza dell'Amministrazione Provinciale di Reggio Calabria propone di pensare ad un progetto di Area, che esca fuori dai confini dei piani strutturali, in vista di un concetto di città metropolitana, abbandonando le concezioni campanilistiche. A tal proposito si dichiara disponibile ad impegnarsi presso le sedi istituzionali provinciali.
Le nutrite relazioni, sapientemente riassunte, precisate e commentate dal Prof. Ugo Mollica, Presidente della Pro-loco di Sant'Ilario dello Ionio, hanno preceduto le doverose estrinsecazioni dei sette sindaci presenti, fitte di proposte, ma anche di sconforto per l'assoluta insufficienza di fondi persino per la normale manutenzione delle infrastrutture, soprattutto viarie.
Si fa un po' di fatica ad intendersi sul significato da attribuire alla parola sviluppo, dato l'attuale contesto macro-economico, in cui abbiamo assistito al fallimento di metodi e strategie fino a poco tempo fa oggetto di celebrazione indiscutibile. Dobbiamo tornare con i piedi per terra, guardarci intorno, e ripartire avendo cura di ciò che la terra ci offre . Rivalutare nella sua vera essenza il concetto di sviluppo, ripensare al concetto di sostenibilità, liberandolo dai laccioli di natura esclusivamente tecnica e burocratica, avendo riguardo a coniugarlo con la necessaria idea di solidarietà presente e futura.
Tuttavia il titolo impostato come tema di discussione, ci sta bene, se l'occasione è serve a far seguire azioni coerenti con la discussione che ne è scaturita. Le personalità che abbiamo ascoltato hanno detto certamente delle cose interessanti e piene di spunti di speranza. L'accenno che ha fatto il Prof. Perna su strumenti etici (prezzi e salari etici, contratti ed impegni etici ecc.), sono effettivamente quelli che, pur con un po' di scetticismo circa la loro probabile realizzazione, forniscono ancora la linfa culturale su cui costruire la discussione del futuro dell'umanità e su una giustamente inseguita nuova speranza .
Attraverso l'ottima organizzazione dell'evento da parte dell'Associazione Fabrizia in movimento, coordinata dal suo Presidente Virginio Randò, è stata data l'opportunità ai Sindaci invitati al convegno, di esprimersi e confrontarsi, creando un'occasione pratica, utile per mettere a frutto le idee.
Tra i Sindaci presenti, il primo ad esporre il suo giudizio sull'attuale sistema, frutto di molte contraddizioni del passato, è stato Antonio Minniti, Sindaco di Fabrizia, il quale ha puntualizzato l'inadeguatezza delle politiche di sviluppo della Regione, che perpetuano l'annosa “questione meridionale”. I progetti di sviluppo cozzano contro i gravi limiti strutturali, potendosi notare, per di più, come l'accesso al credito sia precluso alle piccole imprese ed ai giovani. Avvalendosi della disponibilità del Prof. Perna rimarca l'idea circa l'invito da fare al Ministro Barca, nonché per la canalizzazione di altre istituzioni. Naturalmente, come precisa il Prof. Perna, il giusto contesto deve essere creato dai Sindaci che devono organizzarsi fra loro.
Il Sindaco di Brognaturo Giuseppe Antonio Iennarella ha testimoniato che il ritorno ad un'agricoltura sana – così come da parte dei più avveduti si sta già attuando – sarebbe il canale di sfruttamento idoneo per i nostri territori. Anche l'artigianato dovrebbe ritornare come nei tempi in cui rappresentava un grande pregio di queste zone, sembra essere sparito. Si domanda, ma in Calabria, hanno tutti preso l'impiego pubblico? Per l'Assessore del Comune di Dasà, il ritardato sviluppo dei piccoli centri, è colpa dell'inadeguatezza viaria, che è preliminare ad ogni tentativo di mettersi al pari degli altri. Testimonia come, l'impervietà di alcune strade, quale quella di Sant'Angelo, le curve di Fabrizia e di tutte le zone interne, scoraggiano persino gli autotrasportatori di merci che, giunti all'uscita dell'Autostrada, farebbero volentieri a meno di percorrere quelle strade così difficili ed insicure.
La positività e praticità maggiore arriva dal sindaco di Giffone, che ha le idee molto chiare anche su quanto si può fare da subito per mettere il territorio in condizioni di costruire un'opportunità reale. L'intervento così propositivo merita di essere ulteriormente spiegato. Per adesso anticipiamo il fatto che egli ritiene che questa è un'area geografica di grande interesse, grazie alla ricchezza di boschi.
L'idea che deve essere promossa, secondo chi scrive, è che le esigenze delle popolazioni, anziché essere messe in campo con aprioristiche e generiche dichiarazioni di un necessario sviluppo, dovrebbero essere prima studiate attentamente, attraverso l'analisi delle situazioni territoriali, in modo obiettivo e leale, allo scopo di portare al competente livello di governo, quella progettualità realistica ed utile, che finora non ha neppure sfiorato i sonni dei nostri politici, che sulle questioni irrisolte, hanno continuato a costruire la loro fortuna elettorale.
Avevamo interrotto la carrellata delle idee esposte dai sindaci intervenuti al convegno, facendo accenno alle potenzialità del territorio espresse dal rappresentante di Giffone. Il sindaco Alvaro, dopo aver testimoniato sulle difficoltà del comune a vendere i boschi, e preso posizione chiara contro la ‘ndrangheta, che ne sarebbe l'artefice, punta direttamente a dichiarare il suo impegno per promuovere i progetti di sviluppo per il comprensorio. Il primo di questi sarebbe la strada Trasversale della Piana, che interessa Giffine, Serra San Bruno, Fabrizia e gli altri centri attigui, per la quale ha già avviato dei contatti presso l'Amministrazione Provinciale di Reggio Calabria, che ha già preso impegni fattivi, inserendo il progetto nel suo programma triennale. L'interesse dimostrato per questa area territoriale dal Sindaco appare autentica. dimostrata, come sembra, dai tentativi di incidere razionalmente sull'attuazione di questo legame territoriale. La credibilità delle dichiarazioni è supportata dall'acclarato interesse per il territorio. Si sa, infatti, che il legame dei giffonesi alla terra fabriziese è abbastanza risalente – non solo in virtù dell'irrinunciabile devozione al nostro Patrono Sant'Antonio, da sempre coltivata – ma anche a motivo delle pregresse relazioni economiche barattiere tra il nostro paese ed il loro. Se questo è solo un inizio, e se viene portato avanti l'invito alla coesione, alla legalità, ad una valida e democratica gestione economica delle ricchezze della zona, congiuntamente alla volontà di essere portatori di innovazione, se non altro ci si avvicina, non certo al traguardo, ma almeno alla partenza.
Pessimismo, invece, viene espresso dal dott. Iorfida, intervenuto per il Comune di Mongiana, che scaglia le sue accuse contro l'Amministrazione Provinciale di Vibo Valentia, la quale sarebbe responsabile del mancato ammodernamento delle strade, causa principale dell'assenza di sviluppo nella zona. L'epoca in cui Mongiana era al centro dell'economia, con la famosa fabbrica d'armi, l'epoca in cui i Borboni costruirono, in soli 7 anni, la strada Mongiana-Pizzo (1835-1842), è tramontata definitivamente. Senza strade - dice - non c'è sviluppo possibile: non solo il turismo, ma pure lo sviluppo di cultura e tradizioni, passano attraverso l'adeguatezza del sistema trasporti.
Un modo nuovo di fare politica, fare sinergia, fare sistema per risolvere le problematiche che i sindaci si trovano ad affrontare, sono le congetture che il Sindaco di San Giovanni di Gerace mette in campo, con l'invito ad essere sinceri con i cittadini. Le persone vedono la politica come quell'insieme di persone colte che sanno risolvere i loro problemi, ma non è sempre così. Si rende necessario un approccio non illusorio, che consenta onestamente di dire no alle richieste cui non sia possibile aderire, nonchè ridimensionare la mentalità assistenzialistica e considerare i servizi frutto di un moderno metodo di ragionare.
Il tema affrontato dal sindaco di Spadola, Ing. Barbara, che ha concluso gli interventi, si sviluppa nell'ambito del turismo. Soprattutto il turismo spirituale, di straordinario interesse, rafforzato dalle ripetute visite del Papa alla Certosa di Serra San Bruno, ma non solo. E' altresì possibile un turismo ambientale e culturale, stante le attrattive presenti in tutto il territorio, a partire dalle Ferriere e Villa Vittoria a Mongiana, il Parco delle Serre, la Vallata dello Stilaro. Persino - dichiara - un turismo gastronomico, all'altezza di attrarre visitatori sarebbe potenzialmente attuabile, salvo, però, che questo entroterra non si presenta competitivo a causa della inadeguata viabilità e di un diffuso "parastato criminale" che non fa crescere l'economia.
In chiusura del convegno, Luciano Belmonte lancia l'idea di fare a Fabrizia un incontro con l'associazione del Progetto San Francesco, che nasce da un bene sequestrato alla mafia affidato alla CISL. Chiede all'associazione Fabrizia in Movimento di promuovere l'incontro ed invita i sindaci a mettersi insieme costruendo una rete antimafia e, attraverso il contrasto e la denuncia, diventare ambasciatori di legalità.
Un' interrogativo sorge spontaneo. Si può riprendere dall'idea di sviluppo che era stato prefigurato dai Costituenti, che hanno inteso puntare alla centralità della persona, cittadino e lavoratore, che stiamo constatando degenerare a causa di una politica culturalmente e moralmente scadente, che ha snobbato gli irrinunciabili principi di legalità, imparzialità ed uguaglianza? L'imperante corruzione ed il malaffare pubblico, i metodi clientelari ed antidemocratici hanno contribuito a mettere in ginocchio l'economia. Ora si è arrivati al culmine ed è, assurdamente, al cittadino povero che viengono imposti sproporzionati sacrifici. Non ci si può, perciò, meravigliare di quest'ondata traboccante ed esasperata di disamore verso la politica.

 Maria Cirillo

 

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mini palazzo campanellaIl consiglio regionale della Calabria riunitosi ieri ha approvato a maggioranza il nuovo Piano casa. Totalmente contraria, e unanime, la posizione della minoranza di centrosinistra. Con la nuova legge urbanistica sulla casa è stata modificata la precedente normativa regionale poichè è stato esteso il campo di applicazione della legge anche agli edifici non residenziali. Con il nuovo Piano Casa, la maggioranza di centrodestra a Palazzo Campanella punta a dare una scossa all’economia regionale attraverso l'abolizione di alcune restrizioni in ambito edilizio. Secondo l'opposizione, invece, le nuove norme favorirebbero la speculazione selvaggia. Le modifiche approvate in Consiglio mantengono invariati al 20% gli indici di incremento volumetrico per gli edifici a uso residenziale, al 35% per gli interventi di demolizione e ricostruzione e includono il recupero di seminterrati a fini commerciali. Il Piano, illustrato in aula dal presidente della IV Commissione (Assetto del territorio) Alfonso Dattolo (Udc), introduce inoltre nuove regole sulla sicurezza antisismica, la salvaguardia idrogeologica e per il miglioramento energetico. "La legge - ha affermato Dattolo - è una completa guida all'esecuzione delle opere, definisce la tipologia degli interventi ammissibili in funzione dell'entità dei medesimi e promuove precisi indirizzi in materia di risparmio di energia. È previsto l’obbligo di esibizione dei contratti per gli incarichi professionali, del Durc delle aziende, nonché le osservanze in materia sismica e idrogeologica. Le attività edilizie promosse - ha continuato il consigliere Udc - sono ben lontane dal concetto di cementificazione selvaggia, bensì possono appieno definirsi come attività di riqualificazione del patrimonio esistente, con una qualità frutto di una regolamentazione precisa e completa in termini estetici, urbanistici, di salvaguardia e sicurezza". Soddisfazione e' stata espressa dall'assessore ai Lavori pubblici, Pino Gentile (Pdl). ''Si tratta di uno strumento - ha dichiarato Gentile - che contribuira' a stimolare un rilancio dell'economia mediante norme in grado di dare impulso all'attivita' edilizia, attraverso la rigenerazione e/o sostituzione del patrimonio edilizio esistente''.

Contrario, come il resto dell'opposizione, il Pd, che ha manifestato la volontà di investire della questione il governo Monti alla luce di un provvedimento "pericoloso" e non in grado di far ripartire l'economia calabrese. "Porteremo le nostre perplessità in consiglio dei ministri - ha dichiarato il capogruppo democrat Sandr Principe - La Calabria finora non è riuscita a pensare a uno sviluppo che si basasse sui suoi punti forti, lasciandosi influenzare da ipotesi di sviluppo pensate da altri. Bisogna invece riqualificare le città, i centri storici, i beni culturali: queste sono le politiche che aiutano la crescita. Con questa norma invece la regione diventa produttrice di degrado". Sulla stessa linea anche Mario Franchino, Bruno Censore e Carlo Guccione, che hanno parlato di "assalto al territorio", di "rischio  idrogeologico e di "speculazione selvaggia". Voto contrario anche di Agazio Loiero (Mpa), che ha sottolineato come la nuova legge "permette un eccesso di volumetria in una regione dal forte dissesto idrogeologico e deroghe ai regolamenti comunali e regionali". Secondo Idv il provvedimento sarebbe "una resa culturale alle ragioni del cemento".

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