finanza 117La Procura della Repubblica di Vibo Valentia, nell’ambito dell’operazione denominata “Tax free”, ha effettuato questa mattina una confisca di beni, per un valore stimato di 4milioni di euro, riconducibili a Rosario Lo Bianco, imprenditore edile di Vibo Valentia. Il provvedimento è stato adottato in attinenza alle nuove disposizioni previste dal Codice antimafia riguardo la pericolosità sociale dell'evasore fiscale. A dare concreta esecuzione al sequestro sono stati gli uomini della Guardia di Finanza che hanno posto i sigilli alle proprietà su disposizione del Tribunale di Vibo.

In particolare, la confisca riguarderebbe una società edile, la “Elle Erre Costruzioni srl”, con intestatario Lo Bianco che, secondo gli inquirenti, risulta «soggetto dedito a traffici delittuosi» e che vivrebbe «con proventi derivanti da attività criminali orbitanti nel campo dell’evasione fiscale e delle violazioni finanziarie in genere».

Oggetto del sequestro, dunque, oltre a patrimoni finanziari, anche beni immobili e mobili di proprietà di soggetti terzi, ma evidentemente riconducibili al Lo Bianco, tra i quali due terreni a Sant'Onofrio, paese confinante con Vibo; 6 fabbricati a Briatico; un terreno, un fabbricato, un capannone industriale ed una villa ubicati a Vibo Valentia; una Porsche Cayenne, un autocarro, il compendio aziendale di una società con sede a Vibo ed operante nel ramo edilizio; i materiali e le attrezzature della stessa società “Elle Erre Costruzioni srl” ed infine tutti i rapporti bancari riconducibili a Rosario Lo Bianco, alla moglie Maria Elena Lo Bianco ed a Carmelo Lo Bianco, 20 anni, figlio dei coniugi Lo Bianco.

L’uomo è stato sottoposto alla misura della sorveglianza speciale per tre anni, in quanto indicato come evasore “socialmente pericoloso”. L'indagine era stata avviata nel 2010 quando le Fiamme gialle avevano posto l'attenzione sulla “Elle Erre Costruzioni Srl” con la scoperta di un'evasione delle imposte sui redditi per 20milioni di euro e l'impiego di 108 lavoratori in nero e 28 irregolari.

 

 

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mini normal_fiammatricolore1Riceviamo e pubblichiamo

"L’Italia è ormai un paese governato dalla follia. Nessuna azione di governo, a nessun livello, è più guidata dal buon senso. La chiusura del reparto di Nefrologia dell’ospedale provinciale di Vibo è senza dubbio una follia. Non ci sono altri termini per descrivere un atto che ha conseguenze gravissime su tutti i dializzati della provincia. La dialisi rappresenta l’ancora di salvezza per tutti gli ammalati di insufficienza renale e fa la differenza tra vita e morte.  Un centro dialisi è importante quanto una caserma dei Carabinieri e forse più, in quantoché  dalla sua esistenza dipende la vita dei dializzati. Fa piacere che il senatore Bevilacqua si sia, finalmente, svegliato dal lungo letargo in cui versava. Speriamo che le sue non siano semplici parole di circostanza, e che alle parole seguano fatti concreti che facciano tornare sui giusti passi l’azione amministrativa. In Calabria, i livelli di assistenza sanitaria sono tornati a 30 anni fa’. Lo sprezzante atteggiamento della P.A. nei confronti dei cittadini ha raggiunto livelli di perversione tali che rendono sempre più non giustificabile, ma, certamente comprensibile, la violazione delle leggi da parte di alcuni cittadini. È una deriva pericolosissima che potrebbe sfociare in una generale anarchia. Bisogna scongiurare a tutti i costi questo pericolo. Non si può continuare a chiedere sacrifici agli italiani per poi bastonarli con disservizi e privazioni. Come recita la 3^ legge della fisica: “ad ogni azione segue una reazione uguale e contraria”, cosi avviene nelle azioni di governo. La continua richiesta di soldi da parte delle amministrazioni unitamente alla soppressione  di servizi  prioritari, rappresentano, soprattutto per i ceti più abbienti, o un’istigazione al suicidio, oppure, una istigazione alla disobbedienza civile. Esiste uno stato sociale che deve essere assolutamente tutelato. Non si può pensare di elargire solidarietà ai paesi sottosviluppati per poi tradire le legittime aspettative dei cittadini che servono con dovizia lo Stato. Il popolo calabrese, grazie alle accise regionali,  è sottoposto ad un regime fiscale fra i più pesanti esistenti nel Bel Paese. Il costo dei carburanti, dell’energia elettrica, del gas metano, acqua, ici, bollo auto ecc. in Calabria è superiore  a qualunque altra regione italiana, ed in media, il prezzo dell’energia supera del 50% il costo praticato in altri Paesi europei. A tal proposito, giorni addietro è intervenuto l’ex ministro Tremonti dicendo che la pressione fiscale calabrese è così elevata da impedire qualsivoglia possibilità di sviluppo. Quindi, stabilito che le risorse economico-finanziarie sono in mano alla P.A.; come si spiega che la Calabria non riesce neanche lontanamente ad allinearsi agli standard’s del resto del paese? Peppe…! datti una mossa… è tempo di agire seriamente e di mettere da parte le statistiche dei polli o di “Trilussa” secondo la quale: ogni italiano mangia tre polli al dì".

Francesco Pastore - Movimento Sociale Fiamma Tricolore

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mini sole24oreAumenta più del 2% per i calabresi l'addizionale Irpef regionale. Dai 425 euro di addizionale Irpef regionale di prima ai 507 di oggi, per un reddito annuo di 25 mila euro: è il balzo record - scrive il Sole 24Ore - per i contribuenti calabresi. Chi guadagna 10 mila euro passa da un'addizionale di 170 euro del passato ai 203 euro di oggi. Per i redditi di 35 mila da 595 euro che si sborsavano si arriva ai 710,5 mentre per chi ha raggiunge i 50 mila da 850 si passa a 1.015. Per redditi da 100 mila dai 1.700 euro si arriva ai 2.030 di oggi. E non è tutto, poichè sulla base di queste cifre i comuni eserciteranno l'autonomia fiscale a loro volta con aliquote che oscilleranno dal 4 al 6 per mille.
 

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