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Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
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Lo hanno gambizzato mentre giocava a carte, in un bar di Dinami. Il fatto è avvenuto oggi pomeriggio nel piccolo centro dell'Alto Mesima, dove S.P., 35 anni, è stato colpito alle gambe da un colpo d'arma da fuoco. Il 35enne è stato immediatamente trasportato da un'ambulanza del 118 al pronto soccorso dell'ospedale "Jazzolino" di Vibo Valentia, dove sono tuttora in corso le prime cure da parte dei sanitari e gli accertamenti del caso. Sull'episodio, l'ennesimo verificatosi nel Vibonese negli ultimi mesi, indagano i carabinieri della Compagnia di Serra San Bruno e del Comando provinciale di Vibo Valentia.
Convalidato il sequestro dell'invaso dell'Alaco. Il giudice per le indagini preliminari, Gabriella Lupoli, ha confermato il provvedimento della Procura vibonese che ha riguardato l'impianto che si trova sul monte Lacina e altri 57 siti ad esso collegati. Il sequestro preventivo, scattato il 17 maggio scorso, era arrivato con l'inchiesta condotta dal pm Michele Sirgiovanni e sulla scorta delle indagini dei carabinieri del Nas di Catanzaro e del Comando provinciale del Corpo forestale dello Stato. 26 le persone indagate, alcune per avvelenamento colposo di acque, tra dirigenti, funzionari e tecnici Sorical, Asp e Arpacal, e alcuni sindaci. L'impianto investigativo ha dunque retto
SERRA SAN BRUNO - Il Coordinamento provinciale di Vibo Valentia di "Libera - Associazione nomi e numeri contro le mafie" ha organizzato per mercoledì 30 maggio, a partire dalle ore 18:00, nella sala convegni di palazzo Chimirri a Serra San Bruno la presentazione del libro "Colpito - La vera storia di Tiberio Bentivoglio". di Daniela Pellicanò. La presentazione del libro sarà seguita da un dibattito moderato da Sergio Pelaia cui parteciperanno: Mons. Giuseppe Fiorillo, Coordinatore provinciale di Libera Vibo Valentia; Matteo Luzza, familiare di una vittima innocente della criminalità organizzata (Libera Memoria); Tiberio Bentivoglio, testimone di giustizia.
Riceviamo e pubblichiamo:
"La mafia non è affatto invincibile, è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine. Piuttosto, bisogna rendersi conto che si può vincere non pretendendo l'eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni".
Per ricordare il ventennale della strage di Capaci, la Magistratura di Vibo Valentia incontra la cittadinanza tutta, le Istituzioni e le Associazioni presenti sul territorio presso il Tribunale di Vibo Valentia - aula "Emilio Sacerdote" del primo piano - mercoledì 23 maggio ore 17.
Si confida in una numerosa partecipazione perchè solo unendo all'attività giudiziaria l'impegno di ogni cittadino si potrà sperare di sconfiggere la criminalità organizzata e la cultura mafiosa.
MONGIANA - «Le ragioni dello sciopero dei forestali calabresi stanno tutte nell’incoerenza tra il contenuto del piano per la forestazione è la sua effettiva realizzazione». Di interventi strutturali, di messa in sicurezza del territorio, di come avviare progetti di forestazione biogenetici e coinvolgere i forestali calabresi nel sistema di protezione civile per valorizzare le zone interne e montane con particolare riferimento al dissesto idrogeologico, si è parlato nel corso dell’assemblea dei lavoratori forestali, avvenuta nel paese delle Reali Ferriere, che anticipa la prossima astensione collettiva dal lavoro. Per queste e tantissime altre ragioni il settore forestale calabrese effettuerà lo sciopero generale il 27 aprile con una grande manifestazione a Catanzaro. All’incontro con la folta platea di lavoratori c’erano le sigle sindacali maggiormente rappresentative, Cgil, Cisl e Uil, ad indicare che quando l’interesse è comune l’unità sindacale, se cercata, viene sempre raggiunta. Ad introdurre gli interventi è stato P. Barbalaco, segretario provinciale Uila-Uil che ha spiegato, insieme a B. Lafortuna, segr. prov. Fai-Cisl di Vibo Valentia, le ragioni dello sciopero. «Dall’ultimo incontro con Scopelliti e Trematerra – ha detto Bruno Costa, segretario regionale della Flai-Cgil – avevamo riscontrato delle aperture, per questo avevamo revocato lo sciopero, ma a sei mesi da quell’incontro le cose non son o mutate. Il settore si è degradato e per la prima volta c’è stata la cassa integrazione». Smorzando le polemiche sul ruolo sindacale della Cgil ha sottolineato come «noi siano anche il sindacato della proposta, non soltanto quello della protesta. Il nostro obbiettivo, attraverso lo sciopero – ha proseguito il sindacalista – è costruire un tavolo di confronto per risolvere i problemi dei lavoratori forestali e per questo è necessario un interlocutore politico serio». Secondo il segretario provinciale Cgil di Vibo Valentia Luigi De Nardo «l’unità sindacale è fondamentale e lo sciopero generale del 27 aprile è un segnale importante». De Nardo ha voluto ribadire che il sindacato non è storia passata del 20° secolo ma «deve guardare al futuro perché non corso del 21° secolo si presenteranno nuove battaglie, per questo non può andare in sordina». Per Franco Mamone della Fai-Cisl «non è uno sciopero politico, si è reso necessario perché cosi non possiamo più andare avanti» e dopo le critiche all’assessore regionale alla forestazione Trematerra «la nostra è anche una questione sociale». Di uno sciopero che avviene in un contesto difficile ha parlato il segretario gen. Flai-Cgil di Vibo Valentia Battista Platì che ha ribadito come per la sopravvivenza del comparto forestale è necessario che si torni «alle origini, bisogna fare forestazione e renderla produttiva attraverso la protezione idrogeologica delle zone interne, da questo sciopero abbiamo grandi aspettative». A conclusione, il segretario regionale Fai-Cisl Pino Gualtieri ha sottolineato come la legge calabrese sulla forestazione è stata una legge che ha fatto da apripista per le altre regioni d’Italia alla quale si sono rifatte. «Noi ci aspettiamo e vogliamo – ha detto – programmazione, progettazione e piani attuativi, questo è quello di cui vogliamo parlare».
Un fenomeno di diffusa illegalità che rispecchia un'abitudine consolidata da parte di certi individui secondo la quale il rispetto delle regole riguardi gli altri ma non se stessi". Sono state queste le parole pronunciate dal Capo della Procura di Vibo Valentia, Mario Spagnuolo, nell'odierna conferenza stampa tenutasi per illustrare i dettagli della maxi-operazione, "Resort", condotta dagli uomini della Guardia di Finanza che ha portato all'iscrizione nel registro degli indagati di ben 63 persone.
La Direzione investigativa antimafia di Catanzaro ha confiscato beni mobili ed immobili per un valore di oltre cinque milioni di euro riconducibili ad Antonio Mancuso, 73 anni, di Limbadi, sorvegliato speciale di polizia, noto come "Zi 'Ntoni" e ritenuto uno degli elementi di vertice della potente cosca attiva nel Vibonese. Il Tribunale di Vibo Valentia ha disposto la confisca di 73 appezzamenti di terreno, sei fabbricati ed alcuni rapporti bancari. "Emerge dagli atti - si legge nel provvedimento di confisca - che Antonio Mancuso sarebbe personaggio ben inserito negli ambienti criminali operanti nella provincia di Vibo Valentia, ove e' ritenuto un elemento verticistico, e risulterebbe tra i personaggi piu' carismatici della cosca Mancuso di Limbadi, i cui interessi, com'e' noto, sono rivolti anche verso altre regioni e persino all'Estero". Dagli accertamenti svolti dalla Dia il boss risulta aver avuto redditi quasi inesistenti dal 1989 ad oggi.
Domenica di sangue nel Vibonese. Ieri sera, intorno alle 21,30, il 23enne Giovanni Emanuele è stato gravemente ferito in un agguato nei pressi di Savini, frazione di Sorianello. Mentre era a bordo della sua auto, Emanuele, già noto alle forze dell'ordine e parente del presunto boss Bruno, è stato raggiunto da diversi colpi d'arma da fuoco al torace e alla testa. Sul posto, allertati da alcuni automobilisti, sono giunti gli uomini del commissariato di P.S. di Serra San Bruno guidati dal dirigente Domenico Avallone. Il 23enne è stato trasportato al pronto soccorso dell'ospedale "Jazzolino" di Vibo Valentia, dov'è giunto in fin di vita. Le sue condizioni restano molto critiche. Allo stesso orario si è verificato un altro fatto di sangue a Triparni, dove un 50enne con precedenti, Mario Longo, di Vibo Marina, è stato ucciso a colpi d'arma da fuoco mentre era a bordo della sua auto. Anche se i due fatti di sangue non sono collegati tra loro, le modalità sembrano in tutto e per tutto riconducibili ad agguati di 'ndrangheta.
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