mini ospedale_serraQuello che temevamo, e che avevamo prospettato alcuni giorni fa, si è purtroppo puntualmente verificato. L’ultima anestesista in funzione da ormai quasi un mese, 24 ore su 24, all’Ospedale San Bruno, non ha retto il ritmo massacrante alla quale si sottoponeva dal 12 marzo scorso. Anche lei, da oggi, risulta fuori servizio. Ne consegue che il Presidio sanitario serrese non è al momento in grado di eseguire alcun tipo di operazione chirurgica proprio a causa dell’assenza di personale preposto alla funzione di anestesia e rianimazione.
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ambulanzaSolo ieri gli attivisti del Comitato Civico pro Serre avevano denunciato l’emergenza legata alla presenza ormai da quasi un mese di un’unica anestesista in funzione, 24 ore su 24, all’Ospedale San Bruno. Come se non bastasse, proprio in questi giorni, è emersa un’ulteriore criticità legata al malcontento degli autisti dell’ambulanza in dotazione al nosocomio, costretti ad effettuare turnazioni straordinarie non retribuite. Infatti, nella notte tra il 7 e l’8 maggio, gli autisti dell’unico mezzo di soccorso in organico al San Bruno, che da tempo non ricevono più i compensi inerenti alle ore straordinarie di servizio prestato, hanno legittimamente deciso di autosospendersi dalla funzione. Il blocco delle retribuzioni arretrate sarebbe connesso alla «mancata volontà dell’Azienda Sanitarie Provinciale di emanare un’apposita delibera» per regolare, quindi, i pagamenti dovuti.

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mini gatta_ci_covaSarà il Gruppo folcloristico musico teatrale “Città di Chiaravalle”, sabato 10 con la commedia “Qui gatta ci cova”, a chiudere la stagione artistica, promossa Comune di Chiaravalle, Assessorato alla Cultura, e all’allestimento della quale ha collaborato assieme all’Associazione culturale “Tempo Nuovo” e all’Associazione culturale “Dinamicamente”.

Volge al termine così un cartellone ricco e variegato, voluto per coinvolgere differenti target di spettatori, che ha spaziato dalla prosa, alla musica passando dalla classica alla proposizione di brani cult di successo internazionale, dal varietà, alla magia, alla prosa, al teatro impegnato, al teatro in vernacolo che dà respiro alle tradizioni locali.

Un cartellone che ha registrato il patrocinio della Provincia di Catanzaro, del Consorzio di Metanizzazione delle Preserre, con i Comuni di Argusto, Brognaturo, Cardinale, Capistrano, Cenadi, Centrache, Gagliato, Monterosso, Olivadi, Palermiti, Petrizzi, Polia, Torre Ruggiero, San Nicola da Crissa, San Vito sullo Ionio, Simbario, Spadola e Vallelonga.

Concluderà in bellezza dunque il Gruppo folcloristico musico teatrale “Città di Chiaravalle” (Gfmt), una realtà che da quattro decenni si fa testimone e interprete di costumi ed usi del territorio locale, e più ampiamente regionale.

Con la regia di Salvatore Russo, sabato 10 maggio alle ore 21 presso il Teatro “Impero”, porterà in scena la rappresentazione in tre atti “Gatta ci cova” dell’autore siciliano Antonio Russo Giusti. Una pièce che può a pieno titolo considerarsi uno dei capolavori del teatro in vernacolo. Ambientata nella Sicilia rurale del primo ‘900, ma riproposta calandola nel contesto calabrese, narra la storia di don Ciccio, padrone di una bella e operosa masseria, il quale, anche a causa di un incidente accadutogli da bambino, alterna momenti di infantile ingenuità ad altri di sottile arguzia contadina. Uomo buono e generoso, ha a cuore la terra avuta in eredità dalla madre, intende difenderne il possesso non tanto per sé, quanto per assicurare serenità e lavoro ai suoi dipendenti e per continuare le opere assistenziali e benefiche, intraprese seguendo gli insegnamenti materni. A lui si contrappone la sorellastra Antonia, donna avida e senza scrupoli, perfida e calcolatrice, decisa a tutti i costi a impadronirsi dei beni del fratello. Ci si trova insomma alla classica eterna lotta tra il buono ed il cattivo, tra il bene ed il male e i due contendenti si affidano all’unico strumento che sembra poter stabilire una verità imparziale: la legge!

Ma, come troppo spesso accade, la giustizia umana si perde dietro una serie di cavilli e sotterfugi, di lungaggini e burocrazie e finisce per allontanarsi dalla reale essenza dei fatti e delle cose. Per fortuna, ed è questa la vera morale della storia, c’è un’altra giustizia, la si chiama “fato”, “provvidenza” o “volontà divina”, capace di intervenire e ristabilire una volta per tutte la verità e il diritto.

Sono interpreti della rappresentazione: Massimo Hauber, Simona Gigliotti, Valentina Maida, Antonietta Caruso, Carmelo Principe, Loredana Capano, Giuseppe Sestito, Pino Daniele, Toto Sestito, Luigia Procopio, Gaspare Mazzara, Ciccio Maida, Roberto Servello, Mario Suppa e Salvatore Russo.

Per informazioni e prenotazioni si può contattare il Gruppo folcloristico musico teatrale “Città di Chiaravalle” ai numero 3291249136 e 3473453525, rivolgersi all’Associazione “tempo nuovo” chiamando allo 0967/92186, si può ancora visitare il sito www.teatrotemponuovo.it

Un concerto pianistico di spessore, con il precedente appuntamento, ha regalato al pubblico del Teatro “Impero” l’esibizione del musicista Stefano Spitali. Proveniente dal capoluogo lombardo, Spitali ha trascorso qualche tempo fa un periodo di vacanze nella cittadina preserrese, colpito dall’ospitalità ha deciso di offrire un suo spettacolo che è stato inserito in cartellone.

L’artista, diplomato presso il conservatorio “Verdi” di Como, vanta un’intensa carriera concertistica, in veste di solista e camerista, che lo ha condotto anche nel 2009 ad esibirsi presso l’Universidad Nacional de Bogotà in Colombia.

Da Bach a Beethoven, da Chopin a Liszt, facendo richiamo a testi poetici e miti antichi, si è snodato il viaggio musicale ed emozionale proposto dal maestro Spitale.

 

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longodueFelice epilogo, almeno per il momento, per l’Ufficio del Giudice di Pace di Serra San Bruno. Alcuni giorni fa la sede giudiziaria era stata inspiegabilmente svuotata di tutti i funzionari in organico, trasferiti - senza alcun preavviso - al Tribunale di Vibo Valentia. Il provvedimento, scaturito, sembra, dall’errata interpretazione del regolamento per il “riordino della geografia giudiziaria”, aveva di fatto determinato lo stop improvviso delle attività espletate dall’ente.

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locandina presentazioneMercoledì 7 maggio alle 17:30, presso la sala mons. De Chiara del Seminario Vescovile di Mileto, è in programma la presentazione del libro “Io, Caterina, confesso…”, scritto da Padre Michele Fortuna. L’opera, pubblicata dalla giovane casa editrice calabrese Thoth Edizioni con sede a Capo Vaticano, approfondisce il pensiero di Santa Caterina da Siena.

«Nella dottrina cristiana – si legge nella quarta di copertina del libro – vi sono delle verità d’indiscutibile incidenza spirituale nella vita di ogni credente. Esse perciò dovrebbero essere sempre presenti nella mente e nel cuore della creatura “che ha in sé ragione” per conoscere e approfondire con maggiore impegno lo scopo per cui Dio l’ha creata. L’autore di questo libro – viene riportato nel prosieguo – espone fedelmente il pensiero di Santa Caterina da Siena, Dottore della Chiesa e Patrona d’Italia, su tre fondamentali verità che riguardano il cammino di ogni cristiano verso la meta finale della sua vita. Queste verità sono precisamente: l’anima, la preghiera e i quattro novissimi: morte, giudizio, inferno e paradiso. L’augurio dell’autore è che queste verità si ravvivano soprattutto nei giovani del terzo millennio per una vita più coerente con la loro fede cristiana».

Padre Michele Fortuna, studioso  e divulgatore  della dottrina di S. Caterina, è nato a Zammarò di San Gregorio d’Ippona (VV) il 25/5/1932. È entrato in giovanissima età nell’Ordine Domenicano a Soriano Calabro. Dopo la sua ordinazione sacerdotale ha frequentato l’Università Pontificia “S. Tommaso d’Aquino” in Roma, dove ha conseguito il Lettorato e la Licenza in Teologia con la Tesi: “Ruolo psicologico delle tre potenze nella dottrina di Santa Caterina da Siena”. Per quasi dieci anni è stato missionario in Pakistan, dove continua a mandare delle sovvenzioni per opere di carità. Dal 1984, vive nel  celebre Convento di Soriano Calabro ed è il Direttore della famosa Biblioteca del Santuario di S. Domenico.

Durante la presentazione del libro interverranno: il vescovo della diocesi di Mileto Luigi Renzo; il rettore del seminario vescovile di Mileto don Francesco Sicari; don Pasquale Russo, parroco emerito di Ricadi; Mario Vallone, giornalista ed editore; l’autore del libro.

 

 

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giudice longoSono rimasti letteralmente sbalorditi i tanti avvocati che, poche ore fa, si erano recati all’Ufficio del Giudice di Pace di Serra San Bruno per svolgere delle udienze fissate per la mattinata odierna. Inspiegabilmente, una volta giunti alla sede, i legali hanno infatti trovato l’Ufficio completamente privo di dipendenti e cancelliere, trasferiti in blocco al Tribunale di Vibo Valentia.

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Domenica, 04 Maggio 2014 16:56

A Mimmo Stirparo il Premio ‘Alda Merini'

mini stirparoCROTONE - Mimmo Stirparo poeta, giornalista e recensionista, con le liriche “All’ombra dell’antico noce” e “Le mie mani”, ha superato felicemente anche la seconda selezione al prestigioso concorso letterario “Premio Alda Merini” promosso e realizzato dall’Accademia dei Bronzi e dalle Edizioni Ursini di Catanzaro con il partenariato della Camera di Commercio della provincia catanzarese. La cerimonia di premiazione, avvenuta nel capoluogo regionale il 3 maggio, ha visto il nostro amico Stirparo insignito della Menzione speciale fuori concorso per la lirica “Le mie mani” ed inoltre questa poesia e l’altra “All’ombra dell’antico noce” sono ospitate nella prestigiosa antologia “Ho conosciuto Gerico”. Alla manifestazione letteraria, che ha avuto il privilegio dell’adesione del Presidente della Repubblica e di quella del Presidente della Camera dei Deputati e del Senato con le loro medaglie ufficiali, hanno aderito centinaia di poeti e scrittori provenienti da ogni parte d’Italia e d’Europa, a conferma della bontà del Premio “Alda Merini” e di tutte le tante altre iniziative culturali promosse dall’Accademia dei Bronzi e dall’editore Vincenzo Ursini. Durante la cerimonia di consegna dei riconoscimenti, realizzati dall’orafo dei Papi il crotonese Michele Affidato, la Giuria, formata dal Presidente Giovanbattista Scalise e da Mario Donato Cosco, Antonio Benefico, Antonio Montuoso e Mauro Rechichi, ha assegnato il 1° premio al calabrese Dante Mafia candidato ufficiale al Premio Nobel per la letteratura, e quattro exaequo a Maria Pina Abate di Angri, Mariella Bernio di Brugherio, Alfonsina Campisano Cancemi di Caltagirone e a Paola Pancaldi Pugolotti di Segrate e numerose segnalazioni di merito e menzioni speciali. Inoltre sono stati assegnati il premio speciale Medaglia del Presidente della Repubblica al prof. Giovambattista De Sarro, già Preside della Facoltà di Medicina dell’Università “Magna Graecia” e attuale Direttore del Dipartimento Scienze della Salute dell’Ateneo catanzarese; la Medaglia della Presidenza del Senato della Repubblica al M° orafo Michele Affidato; altri riconoscimenti speciali sono stati attribuiti a Mons. Domenico Graziani Arcivescovo di Crotone – Santa Severina, al Prof. Aldo Garozzo, Ordinario di Otorinolaringoiatria presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università “Magna Graecia, a Don Mimmo Battaglia, Presidente del Centro Calabrese di Solidarietà, a Giovanni Marziano, pittore catanzarese e alla giornalista Giulia Zampina. Chi è il poeta Mimmo Stirparo? Prendiamo a prestito le parole del compianto Angelo Pelaia, Direttore del periodico Il Laghetto dei Serresi nel mondo di Toronto, il quale ebbe a scrivere: “Se dovessimo dire qualcosa di lui non esiteremmo a dire che Mimmo Stirparo è un uomo che ha sempre cercato di essere sé stesso contrariamente a quanto accade oggi di fronte a tante persone a cui piace più apparire che essere. E se fossimo d’accordo con coloro che affermano che la vita è una commedia, diremmo che Stirparo segue la commedia umana, a volte con stupore, a volte con rabbia per le ingiustizie sociali, senza però perdere la speranza e tanto meno la fede in Dio, per cui la preghiera rimane sempre in lui l’unica fonte di ristoro reale”.
Per il critico letterario Renzo Baulini, il poeta di Serra San Bruno e crotonese di adozione è “uomo del Sud che ha un grado di sensibilità e di emotività alto, che non lascia sfuggire dal suo bagaglio i connotati della sua gente, le sofferenze in cui si dibatte. Una perlustrazione sofferta per una umanità che muore e che nasce, in un mondo generato da profonde contraddizioni e lacerazioni di classe. Poesia asciutta, limpida, sconvolgente, umana, quella di Mimmo Stirparo; storia d’ un’anima attenta a registrare il nuovo di se stesso,tutto proteso a partire dall’intimità degli affetti personali per elevarsi ad universalità. L’uomo crede poco! Ma l’artista va innanzi, segue la sua ispirazione e pertanto opera come dentro gli detta il cuore…e così ha fatto Mimmo Stirparo.” Secondo il poeta e storico Francesco Cosco, nella poetica di Stirparo “c’è brevitas sintoniae , ma sotto sotto un contenuto volutamente complesso, con carattere chiuso, si intravede un certo stile ermetico. Non lo sarebbe se l’umanità non si presentasse come “smarrita”, il giorno “effimero ed ingannevole” e “finalmente” non fosse notte … è ermetica come il verso – ed è “subito” sera – Noto con piacere la profondità del pensiero del nostro carissimo Mimmo”. Ed ancora. Per il prof. emerito Enzo Stirparo la poesia di Mimmo è “ dolce melodia che parla/ canta/suona/dipinge più di mille oratori/cantanti/musicisti/pittori. Pura estasi che ti fa parlare con Dio”. Infine per Antonina M. Corsaro, poetessa e critico, c’è “…purezza dello stile e lo scavo e ricerca non certo facile a cogliere l’umanizzazione della trascendenza e dell’essere.” Insomma, leggendo qua e là le sue pagine liriche, si ricava che, attraverso il filo sottile e armonico dell’introspezione e della sofferenza, Mimmo Stirparo volge il suo poetare verso una dimensione commovente della bontà e della fratellanza universale, pur nella consapevolezza delle amarezze, delle cadute e delle ingiustizie che accompagnano il cammino dei mortali sulla terra. Sono versi severi ed anche riflessivi e didascalici ma sempre alimentati dalla fiamma salvifica della Fede.
 
All’ombra dell’antico noce
Sotto un’altra luce di sole
giocavi tu
laggiù nella vallata
all’ombra dell’antico noce
lambito dall’acqua fluente
del fiume amico nemico.
Giocavi tu
e dalla collina dei cipressi
soffiava secco il vento
dei rimpianti, dei ricordi,
dei se.
Le mie mani 
Non rinsecchite al vento e al sole
non incallite
non indurite
non conoscono la nobile zappa
ma la penna:
canzone e musica,
palpito e gioia,
sacrificio e amore,
forza e tenerezza,
abbandono.
Le mie mani
fremono e parlano,
ascoltano
e tacciono.
Le mie mani,
silenzio e urla!
 
Dall’Antologia “ Ho conosciuto Gerico” – Ed. Accademia dei Bronzi, Catanzaro 2014
 

(Articolo pubblicato su Il Cirotano.it)

 

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mini sala_san_brunoDopo un anno e mezzo di lavori, la Sala polivalente del Museo della Certosa di Serra San Bruno è finalmente pronta. L’inaugurazione della struttura si terrà il prossimo martedì 6 maggio a partire dalle ore 18.00. L’iniziativa ricade nel fitto calendario di eventi organizzati per la celebrazione del Cinquecentesimo anno dalla canonizzazione di San Bruno e del ritorno dei Certosini nel monastero serrese. 
 
Il museo certosino, attivo fin dal 1994, proprio nell’anno del suo ventennale, si arricchisce dunque di una nuova perla. L’inaugurazione della sala avverrà alla presenza di diversi rappresentanti istituzionali locali e regionali, del direttore del museo Fabio Tassone e, soprattutto, del priore della Certosa, dom Jacques Dupont. Proprio lo stesso priore, ormai venti anni fa - per andare incontro alle esigenze dei numerosi visitatori, smaniosi di venire a contatto con la realtà certosina e di carpire i segreti della vita di clausura dei monaci - ebbe l’idea di creare una “appendice” esterna al monastero: il Museo della Certosa. Una struttura unica all’interno della quale, tra le altre cose, è riprodotta la vita ritirata dei monaci, con una fedele riproduzione della Chiesa conventuale interna alla Certosa o, ad esempio, delle celle dove gli stessi vivono e pregano per gran parte delle ore della giornata.
 
Per l’apertura ufficiale della nuova sala intitolata a San Bruno, a conclusione della cerimonia di inaugurazione, i presenti potranno assistere anche al concerto “Beata es Maria” eseguito dal coro “Ancillae Domini” diretto del maestro Licia Di Salvo.
 
Un ulteriore e positivo traguardo raggiunto, quindi, in occasione degli storici festeggiamenti che ricadono in questo prestigioso 2014, già anticipati alcuni mesi fa, nel novembre scorso, dal viaggio dell’associazione “Amici della Certosa” a Roma, quando il sodalizio guidato dal priore Dupont fece benedire direttamente da Papa Francesco l’icona di San Bruno realizzata da suor Mirella Muià. La stessa immagine sacra è in esposizione nella chiesetta ubicata all’entrata del monastero, dove resterà per tutto il 2014.
 
Rimane il grosso rammarico per il fatto che, mentre il Museo della Certosa si è dimostrato attivissimo per commemorare al meglio le prestigiose ricorrenze che ricadono nel 2014, nulla è stato invece partorito dalle istituzioni locali, ciò nonostante l’amministrazione comunale serrese abbia più volte ribadito l’intenzione di preparare delle iniziative ad hoc, ma, ad oggi, nessun riscontro ufficiale in merito è stato reso noto. 
 
 
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eritrei15 immigrati dei 1500 sbarcati negli ultimi giorni sulle coste siciliane sono stati accolti dal Comune di Gerocarne. L’ente ha  prontamente dato assenso alla proposta lanciata dalla Prefettura di Vibo Valentia e dalla Cooperativa Cspeong di Mileto, soggetto gestore di un progetto di accoglienza straordinaria che porterà, quindi, direttamente nel centro dell’Alto Mesima, 15 ragazzi migranti tutti di nazionalità eritrea e con età compresa tra i 20 e i 30 anni.

Un’iniziativa all’insegna dell’integrazione e della solidarietà che permetterà quindi ai migranti, richiedenti asilo politico, di venire ospitati, in via provvisoria, in una struttura di proprietà comunale in passato adibita alla funzione di istituto scolastico. I ragazzi, proprio in queste ore, sono giunti in autobus a Gerocarne.Già nelle scorse settimane oltre 60 extracomunitari erano già stati accolti in locali messi a disposizione dai Comuni delle Serre vibonesi.

«Sono estremamente felice della decisione di dare ospitalità a questi poveri ragazzi - ha spiegato Vitaliano Papillo, sindaco di Gerocarne - i quali stanno certamente fuggendo da un paese dove da oltre 20 anni vige un regime che ha, di fatto, sospeso il godimento dei diritti civili e democratici, per non parlare dei diritti di comunicazione ed informazione, che vedono lo stato nordafricano collocarsi nelle ultime posizioni della relativa classifica. La loro situazione è aggravata dal fatto che il governo, pur essendoci, per motivi di siccità, continue situazioni di emergenza, impedisce addirittura l’ingresso nei confini statali delle organizzazioni umanitarie».

«Una condizione di vita ai limiti del concepibile, la quale, pur considerando le gravi difficoltà di casa nostra - continua il primo cittadino di Gerocarne - non può lasciare indifferenti e deve, necessariamente, smuovere gli animi a fare in modo che a questi ragazzi sia data la possibilità, se dimostrano di meritarla, di poter sperare in una vita diversa in cui i diritti e la fiducia in un futuro non siano solo delle chimere. Ecco perché, nel contesto di estrema emergenza umanitaria venutosi a creare in questi giorni, la decisione di dare alloggio ai 15 giovani è estremamente importante, nella convinzione, altresì, che i miei cittadini credono fermamente nell’accoglienza, nell’integrazione e, per ultimo, ma non per questo di minore importanza, nello scambio culturale che indubbiamente nascerà da questa esperienza di pochi mesi di ospitalità in cui noi, come amministrazione, faremo quanto possibile affinché la permanenza in paese dei nuovi e graditi ospiti sia il più possibile piacevole e confortevole, mentre, ne sono certo, i gerocarnesi sapranno aprirsi loro in un fraterno e caloroso abbraccio che riuscirà a farli sentire a casa loro. Questi ragazzi cercano solo un futuro che non abbia i piedi d’argilla. La consapevolezza che accogliendoli tra di noi - conclude Papillo - avremo contribuito a che ciò si possa realizzare ci riempie il cuore di gioia».

 

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mini buon_compleanno_filippoQuella di domenica, per Soriano, non sarà una giornata come le altre. Filippo Ceravolo, infatti - il giovane rimasto vittima per errore in un agguato il 25 ottobre 2012 sulla strada che collega Pizzoni a Soriano - avrebbe festeggiato il suo ventunesimo compleanno. E, per l'occasione, i familiari hanno organizzato una giornata interamente dedicata a Filippo. Alle 18 e 30, don Pino Sergio celebrerà una Santa Messa nella chiesa Matrice, dopodiché ci sarà una grande manifestazione in piazza. Al termine, amici e parenti si recheranno presso il cimitero di Soriano per un momento di preghiera e riflessione. 
 
Filippo è una delle tante vittime innocenti di una Calabria martoriata da un male che, in questi anni, ha causato soltanto la morte giovani vite. Era un ragazzo che non aveva nulla a che fare con gli affari della criminalità organizzata o, peggio ancora, con la sanguinosa faida che sta interessando il cerchio attorno a Gerocarne, Soriano e Sorianello. Probabilmente i sicari non lo volevano uccidere. L’obiettivo, infatti, non era Filippo ma chi viaggiava assieme a lui. In poche ore, però, il giovane si spegne all’ospedale ‘Jazzolino’ di Vibo, dietro il dolore straziante dei familiari. 
 
Oltre alle autorità civili e militari, alla manifestazione organizzata in suo ricordo saranno presenti anche il chitarrista Paolo Giovannetti, l'attrice Ami Condovini ed il maestro Daniele Corbi. Prenderanno parte all'iniziativa anche Lia Staropoli, componente dell'esecutivo nazionale del movimento antimafia ''Ammazzateci Tutti'', gli alunni delle scuole di Soriano, i genitori di Pasquale Andreacchi - il diciottenne di Serra San Bruno ucciso brutalmente ed i cui resti furono rinvenuti in un cassonetto dei rifiuti nel dicembre del 2010 - ed il testimone di giustizia, Rocco Mangiardi. 
 
 
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