Sabato, 01 Aprile 2023 07:02

Grandi opere senza fondamenta, a difendere i territori pensano i cittadini

Scritto da Bruno Greco
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La retorica delle grandi opere va a braccetto con la politica ghiotta di parole vuote, strumentali solo all’occorrenza. Lo scorso 16 marzo il Consiglio dei ministri ha dato il via libera a un testo che consente l'immediato riavvio del percorso di progettazione e realizzazione del “Ponte sullo Stretto”. Rinasce così la società “Stretto di Messina” che avrà una nuova e più moderna governance, ci informa il Mit (Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti). Oramai siamo così tanto abituati a vivere di dejavu che non ci accorgiamo più che quello passato per nuovo è vecchio di non si sa quanti anni. Basti pensare all’inaugurazione della “prima pietra” che a partire dal 2004 (governo Berlusconi) è stata annunciata negli anni a oltranza. Oggi si “riavvia il percorso di progettazione”, una frase che è la sintesi di una barzelletta. Senza entrare nelle diatribe ideologiche o di carattere scientifico, da sempre ciò che ha animato il dibattito all’annunciazione dei lavori del “Ponte sullo Stretto” è stata la mancanza di un’efficiente via di comunicazione interna, che necessiterebbe di interventi strutturali prima di passare alla realizzazione della grande opera.

La Politica con la P maiuscola

Gli anni passano, del ponte nemmeno l’ombra e la rete viaria interna è sempre più disastrata e l’hinterland completamente dimenticato. Dunque, perché si continua a parlare di grandi opere se servizi e rete viaria interna sono stati completamente smantellati? Un cuore non sarà mai sano se non funzionano bene le arterie. Fortunatamente esiste ancora una Politica (volutamente con la P maiuscola) che non si fa sulle poltrone ma per strada, raccogliendo il grido dei territori. Quei territori a cui tutti i politici dicono che bisogna riavvicinarsi per recuperare rispetto alla disaffezione delle persone ma che puntualmente vengono lasciati da soli. Fortunatamente questo fermento di comitati spontanei, fatti da cittadini, ha ripreso a muoversi in maniera organica anche nelle Serre, al fine di ottenere risposte su problemi contingenti che dovrebbero essere propedeutici alle grandi opere. Meno male, ci vien da dire, che esistono ancora i cittadini che si ribellano. Anche se, ribellarsi per avere i servizi essenziali evidenzia come la situazione sia rovinosamente precipitata rispetto a 20-30 anni fa, quando almeno si poteva ancora contare sull’esistenza, ad esempio, di pochi ma comunque garantiti servizi sanitari oggi completamente smantellati. L’impressione è che con una mano si tenda a offrire progetti faraonici come il Ponte – o la famigerata Trasversale delle Serre con il suo cinquantennale cantiere ancora aperto – e con l’altra si dia il via libera ad aggressioni al patrimonio naturalistico non per tutelare i territori bensì favorire interessi privati e di pochi. Il fatto è che di questo passo, se mai avremo delle infrastrutture viarie degne di questo nome, serviranno solo a fuggire dalle tanto decantate aree interne e non certo per attrarre i sempre evocati turisti.

L'eolico selvaggio

Una grande manifestazione per difendere la montagna di San Vito sullo Jonio si è tenuta lo scorso 19 marzo. A pochi passi dal lago Acero centinaia di persone e decine di associazioni territoriali (coordinate dal sodalizio “Movimento Terra e Libertà - Calabria”) hanno detto “no” ai progetti che definiscono «eolico stragista». Dopo il partecipato primo raduno nei pressi del Municipio si è passati al “pellegrinaggio tra i faggi” curato dall’associazione “Calabria trekking”. Gli attivisti ci hanno tenuto a ringraziare la presenza di Giulio Santopaolo, sindaco di Petrizzi, constatando di conseguenza l’assenza degli altri amministratori locali, segno di come la politica continui a restare lontana dai problemi reali appoggiando di più la causa degli investitori privati. La questione specifica riguarda la costruzione di un impianto eolico il cui progetto risale al lontano 2006 e il rispettivo decreto della Regione al 2009 (leggi qui), il tutto nel bel mezzo del percorso “Calabria coast to coast”, che oltre a incrementare l’offerta turistica sta facendo conoscere al mondo le bellezze naturalistiche di quei luoghi. La determinazione degli attivisti continuerà a difendere gli interessi territoriali e il patrimonio naturalistico con nuove manifestazioni. E non sono tra quelli che sanno dire solo "no": la loro proposta mira infatti a promuovere come in teoria farebbe anche una legge della Regione Calabria non i mega impianti che avanzano a discapito dei boschi ma le "Comunità energetiche rinnovabili".

La sanità che fu

A Serra il Comitato "San Bruno", nato per la difesa dell’ospedale cittadino, ha cominciato a muovere i primi passi lo scorso ottobre promuovendo delle manifestazioni di piazza e un primo incontro con le istituzioni nei locali di Palazzo Chimirri. Dopo le battaglie svolte in passato dal Comitato civico pro-Serre (su sanità, acqua, rifiuti tossici) e dopo che Il Vizzarro un anno fa ha acceso i riflettori sulla questione della Casa di comunità, sono ancora una volta i cittadini a rimboccarsi le maniche per la difesa dei servizi essenziali. L’ospedale serrese è stato fortemente ridimensionato ormai da anni con i tagli di Loiero, Scopelliti, Scura e compagnia seguente... Negli anni le popolazioni di Serra, Acri, Soveria Mannelli e San Giovanni in Fiore si sono fatte sentire ma la dicitura di "ospedale di montagna" ha portato a una desertificazione dei servizi sanitari disponibili per territori morfologicamente e socialmente molto disagiati. Al netto di eventuali strumentalizzazioni, che pure possono esserci in casi simili, è comunque una fortuna che ci sia qualcuno che si ribelli a una situazione che sì, viene da lontano, ma che non si può certo affrontare con contentini e provvedimenti tampone. Nelle Serre è da sottolineare anche il ruolo che ha avuto in questi anni il "Comitato Trasversale - 50 anni di sviluppo negato". L'impegno profuso dagli attivisti ha sempre tallonato politica e istituzioni al fine di sollecitare i lavori della oramai famosa "Trasversale delle Serre". Un'arteria fondamentale e strategica sia dal punto di vista delle vie di comunicazione che da quello sanitario, dato che i cittadini dei paesi interni hanno maggiormente bisogno di spostarsi per raggiungere presidi ospedalieri sempre più lontani. Un'infrastruttura fondamentale che attende di essere terminata da oltre mezzo secolo. Sperando che quando sarà interamente fruibile non venga utilizzata, come detto, solo "in uscita".

Un fermento trasversale

A Nicotera il “Movimento 14 luglio” non manca mai gli appuntamenti importanti in difesa di cittadini e territorio. Le sue lotte per il diritto alla potabilità dell’acqua erogata dalla rete idrica, la salubrità del mare, la sanità e la difesa del patrimonio naturalistico si protraggono oramai da diversi anni con proteste, manifestazioni di piazza e finanche occupazioni coraggiose. Questo fermento culturale promosso da cittadini si sviluppa in maniera trasversale per tutta la Calabria. A Cariati, per esempio, la lotta per la riapertura dell'ospedale ha portato i cittadini ad occupare per mesi il loro nosocomio, una battaglia che ha suscitato perfino l'attenzione di Roger Waters, fondatore dei Pink Floyd, e che ora è raccontata in un film che sta suscitando grande interesse con proiezioni in tutta Italia. Le infinite battaglie per la salvaguardia del centro storico di Cosenza, altro esempio, hanno portato alla nascita di GAIA, galleria d’arte indipendente autogestita, una piccola officina culturale tra un palazzo crollato e un altro occupato. Progetto che ha resistito anche al duro colpo della Pandemia da Covid-19 e che oggi fa scuola rispetto a eventi culturali e riqualificazione del territorio partendo dal basso.

L’agenda la tengono i cittadini

Ed ecco che, facendo rete tra loro, ci si sposta ancora e si scopre che nuove battaglie vengono proposte in altri posti. Si è tenuta venerdì scorso, alle 17,30, presso il Palazzo De Stefani-Ciriaco a Girifalco una conferenza dal titolo: “Il bosco: un patrimonio da salvaguardare con una nuova politica di gestione e valorizzazione”. Al tavolo dei relatori rappresentanti di associazioni o comitati per affrontare il tema della biodiversità e della salvaguardia degli ecosistemi del territorio. L'obiettivo è opporsi al taglio del bosco "Rimitello", qualcosa come 15mila alberi secondo gli oppositori, e proporre forme alternative di gestione forestale volte a tutelare contemporaneamente gli aspetti economici e ambientali. Insomma, un’agenda che dovrebbe essere nel cassetto di ogni politico, chiara e incisiva, e che invece puntualmente deve essere redatta dai cittadini. 

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