Venerdì, 25 Maggio 2012 13:28

Dopo la 'bomba Alaco' arrivano i venditori di depuratori domestici: i pro e i contro

Scritto da Ulucci Alì
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mini rubinettoScoppia la “Bomba Alaco” e le grandi manovre dei venditori di depuratori domestici hanno il via. Tanto che la redazione de Il Vizzarro e il profilo facebook di Ulucci Ali’ sono tempestati di messaggi di cittadini che vogliono saperne di più. Il sistema è sempre lo stesso. Il primo contatto avviene telefonicamente. Telefonata in cui vi diranno che siete davvero fortunati, perché siete stati selezionati per un’offerta di 100 potabilizzatori. E’ una tecnica vecchia come il mondo, “creazione dell’urgenza”, di scuola padovana. Al potenziale cliente viene proposta la visita di un rappresentante che effettuerà gratuitamente l'analisi dell'acqua di casa. Il risultato è scontato: l’acqua del rubinetto è avvelenata. E fin qui ci siamo. Seguirà una lunga paternale sulle qualità miracolose dell’apparecchio potabilizzante in offerta. Alla fine il promoter vi proporrà  un contratto che comprende la manutenzione pluriennale per una cifra che sfiora i 3000 euro.

Cifra a cui si sommerà il prezzo per gli optional con cui arricchire il divino depuratore: il gasatore per l'acqua effervescente o il modificatore del gusto. 

Recentemente, nei giorni dello scandalo SoRiCal, i venditori porta a porta stanno proponendo il depuratore ad osmosi inversa, che filtra l’acqua del rubinetto in una membrana simile a quella delle membrane cellulari che filtrano un liquido trattenendo gli elementi indesiderati. L’osmosi inversa elimina tutte le sostanze potenzialmente dannose come fosfati, calcio, metalli pesanti, pesticidi, materiali radioattivi e quasi tutte le molecole inquinanti ad una percentuale altissima, il 99%, ma solo inizialmente, quando il filtro è nuovo. Capacità che scemerà in proporzione all’uso dello stesso filtro. Ma il processo ad osmosi è talmente potente da trattenere anche i sali minerali e le sostanze nutritive che rappresentano una grande risorsa per l'organismo umano, perché ricordiamoci che prima di tutto l’acqua è un alimento. Possiamo dunque asserire che questi potabilizzatori possono essere usati per lavarsi il corpo e i denti, per sciacquare le verdure o al limite per cucinare, ma non per ottenere acqua da bere.

Il sistema ad osmosi inversa è stato inventato dagli americani per consentire ai soldati in Vietnam di poter bere da acquitrini, fiumi, laghi o pozzanghere, trovate sul campo di guerra. Altrimenti sarebbero stati decimati dalle infezioni più che dai Viet Cong (immaginate Rambo che riesce a sfuggire dai terribili campi di prigionia vietnamiti per poi essere ingloriosamente abbattuto dalla dissenteria?). Allora, penserete, se andava bene per i soldati in Vietnam va bene anche per noi! Il fatto è che i marines ne facevano uso per un limitato periodo di tempo, non per un consumo umano quotidiano. In realtà questo processo rende l’acqua un non alimento, perché privata dalla quasi totalità dei minerali.

L’apparecchio proposto in questi giorni nelle nostre case dispone oltre che delle membrane, anche di un filtro a carbone utile ad eliminare il cloro, e di una lampada a raggi ultravioletti. A tutt’oggi, non si conoscono gli effetti che i raggi hanno sul corpo umano. Non ci sono studi completi a tale proposito e un irraggiamento continuo potrebbe essere pericoloso.
Senza voler influenzare nessuno nella scelta bisogna sapere che in Veneto sono oltre 200 le famiglie che, per ottenere la restituzione dei soldi spesi per l’acquisto di apparecchi simili, si sono rivolte ad associazioni di tutela dei consumatori come  Adiconsum, il cui presidente Roberto Nardo dichiara che diversi consumatori, magari con particolari predisposizioni genetiche, dopo pochi mesi dell’utilizzo dell’impianto ad osmosi inversa hanno avvertito dolori addominali persistenti diagnosticati come gastriti. 

Le apparecchiature proposte hanno tutte le carte in regola, spesso sono certificate dalle Asp, ma questo non vuole dire che servano, perché come già detto, gli impianti ad osmosi inversa eliminano le sostanze inquinanti, ma filtrano l’acqua tanto da impoverirla degli utilissimi sali minerali, mettendo a rischio disidratazione chi la ingerisce. Si tratta di un comune prodotto commerciale. Non possiamo impedire che il consumatore acquisti un oggetto secondo noi inutile. Possiamo solo consigliargli di non farlo rievocando nelle vostre menti un passo eloquente estratto da “Il Piccolo Principe” di Antoine de Saint-Exupery: “Buon giorno - disse il Piccolo Principe. - Buon giorno - disse il mercante di pillole perfezionate che calmavano la sete. Se ne inghiottiva una alla settimana e non si sentiva più il bisogno di bere. - Perché vendi questa roba? - disse il piccolo principe. - E’ una grossa economia di tempo - disse il mercante. - Gli esperti hanno fatto dei calcoli. Si risparmiano cinquantatrè minuti alla settimana. - E che cosa se ne fa di questi cinquantatrè minuti? - Se ne fa quel che si vuole… - Io - disse il  Piccolo Principe - se avessi cinquantatrè minuti da spendere, camminerei adagio adagio verso una fontana”…

Sergio Gambino

Salvatore Albanese

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