Mercoledì, 19 Febbraio 2020 14:10

Evviva il commissario

Scritto da Salvatore Albanese
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Sono ore concitate per l’amministrazione comunale di Serra San Bruno, che da qui a poco potrebbe decidere di staccare anticipatamente la spina. Con l'elezione in Consiglio regionale del primo cittadino Luigi Tassone la trama si è fatta ancora più contorta di quanto già lo sia stata nei mesi scorsi. Il sindaco sarà costretto a consegnare presto la fascia tricolore e, indipendentemente dal fatto che ciò avvenga rassegnando le dimissioni o per decadenza legata all’incompatibilità tra le cariche, già la città sembra ripiombata in pieno clima da campagna elettorale. Che si voti tra un anno o tra qualche settimana poco cambia rispetto al fermento che pare aver rianimato ogni gruppo politico locale. Sia le forze d’opposizione che quelle riconducibili alla maggioranza in carica sono infatti al lavoro per non farsi trovare impreparate rispetto a ogni possibile scenario. Strategie politiche diverse, partorite da posizioni diverse e in funzione di obiettivi diversi. Ma su un punto tutti sembrano essere d’accordo: «Evitare un lungo commissariamento».

Di un potenziale “interregno" di matrice prefettizia, che anche nella più estrema delle ipotesi non durerebbe più di un anno, se ne discute come se si parlasse di un devastante terremoto, un uragano che una volta abbattutosi sul municipio di piazza Tucci condurrebbe la città verso sciagure immani. Ma ne siamo così convinti? Visto il passato recente, a dire il vero, ci sarebbe poco da temere rispetto all’eventuale insediamento di un commissario alla guida dell’amministrazione comunale. L’ultima esperienza in tal senso è molto fresca, vicinissima all’attualità: quella, tutt’altro che sciagurata, del commissario prefettizio Sergio Raimondo che in soli due mesi riuscì a rivitalizzare le funzioni di diversi settori amministrativi. Primo tra tutti - lo si ricorderà senza dubbio - quello afferente alla gestione della raccolta differenziata, che proprio Raimondo aveva ereditato dall’amministrazione Rosi sotto forma di una vera e propria “bomba ecologica": il punto di raccolta e smistamento di località Leonà finito sotto sequestro, i conferimenti verso le discariche regionali attivi a singhiozzo e cumuli di rifiuti abbandonati pressoché in ogni angolo della città. Anche l’assetto inerente alla macchina amministrativa aveva giovato consistentemente della presenza di Raimondo che, nominato il 6 aprile 2016 alla guida dell'ente, dopo soltanto 60 giorni circa, il successivo 9 giugno, aveva passato le consegne all'attuale sindaco Luigi Tassone, congedandosi però con un ultimo caloroso saluto. Un encomio a tutti i dipendenti e i responsabili di settore dell’ente per la «preziosa collaborazione, la competenza, l’impegno, la serietà e la professionalità dimostrata nel periodo del commissariamento». I dipendenti ricambiarono affettuosamente, alcuni letteralmente con gli occhi lucidi, omaggiando Raimondo per come si era relazionato con loro, in particolare dal punto di vista umano: «Sempre garbato e mai prepotente o fuori luogo», ricordano ancora oggi molti dei dipendenti. Si aggiunga - e in casi come questo non è mai un particolare irrilevante - che molte delle attività positive poste in essere e dei risultati conseguiti come frutto delle decisioni intraprese in quei due mesi furono messe legittimamente in risalto dalla stampa locale e da numerosi cittadini, alcuni dei quali proprio sulle schede elettorali delle Amministrative di giugno 2016 avevano addirittura scritto “Evviva il commissario”.

Siamo così certi allora del fatto che la nomina di un commissario dello spessore, della determinazione e con le capacità e il buon senso dimostrato da Sergio Raimondo nella sua breve esperienza a Serra sia poi così deleteria? Non ci giureremmo, considerato soprattutto l’operato decisamente insufficiente delle due ultime amministrazioni, sia quella di centrosinistra guidata da Luigi Tassone sia quella di centrodestra guidata da Bruno Rosi, che di fatto lasciano un Comune con un pesante passivo in Bilancio di 7milioni e 300mila euro. Una cifra spropositata se si pensa che si sta parlando non di una metropoli di vaste dimensioni ma di un paesotto di circa 6.700 anime (se la matematica non è un’opinione è come se ogni cittadino avesse un “debito" di oltre mille euro).

L'avvento di un nuovo commissario porterebbe forse a rimettere in circolo un po' d'aria fresca tra le stanze del municipio. Porterebbe forse anche ad esempio allo sblocco dei concorsi in cantiere da mesi, in primis per la selezione di quattro nuove figure grazie alle quali dare manforte al settore Vigilanza che resta a tutt’oggi ancora gravemente ridimensionato, senza correre il rischio che gli esiti risultino magari inficiati da logiche di tipo clientelare. Si obietterà, allora, che «il commissariamento porterà all’innalzamento delle tasse», ma dati alla mano non risulta che le ultime amministrazioni le abbiano abbassate, anzi imposte e tributi locali sono cresciuti a dismisura in questi ultimi anni. Bando alle ciance e agli spauracchi allora, perché visti i tempi che corrono, in occasione della prossima chiamata alle urne, presto o tardi che sia, per i cittadini di Serra San Bruno avere la possibilità di imprimere nuovamente su una scheda elettorale la scritta “Evviva il commissario” non sarebbe affatto la peggiore delle ipotesi.

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