Martedì, 09 Ottobre 2012 21:36

Il Re è nudo. Scopelliti e la fine del ‘Modello Peggio’

Scritto da Salvatore Albanese
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mini arena-scopellitiCome le cucine Scavolini è stato ‘il più amato dagli italiani’. Peppe Scopelliti per ben 8 anni dominò la classifica dei primi cittadini d’Italia con un indice di gradimento superiore al 70%. Ben 3 reggini su 4. Ma i giorni del giovane sindaco rampante, trascorsero in realtà all’insegna di una modernizzazione di facciata, palesatesi oggi in una gestione ‘disinvolta’ che ha condotto al dissesto il comune reggino. Oggi la sua carriera politica sembra aver imboccato mestamente il viale del tramonto. Un viale contorto, illuminato dalla luce fievole degli innumerevoli scandali che lo stanno travolgendo e che lo hanno portato ad accumulare nel tempo un curriculum giudiziario davvero invidiabile.

Ancora sindaco fu condannato a risarcire all'erario oltre 1milione di euro per il caso ‘Italcitrus’ e a 6 mesi di reclusione (pena mai scontata) per omissione di atti d'ufficio sullo smaltimento della discarica di Longhi Bovetto. Anni che Scopelliti trascorse coltivando stretti rapporti con l’imprenditore Pasquale Rappoccio, vicino alla cosca Libri di Cannavò, con il boss Paolo Martino organico alla cosca De Stefano (così come dichiarato dai collaboratori di giustizia Nino Fiume e Giovambattista Fracapane) e con i fratelli Barbieri, uno dei quali, Mimmo, finì in carcere nell’ambito dell’inchiesta ‘Meta’, mentre l’altro, imprenditore edile, realizzò opere pubbliche per il comune di Reggio all’epoca dei mandati Scopelliti.

Dal marzo 2011 Scopelliti viene indagato per abuso in atti d'ufficio e dall’ottobre dello stesso anno per falso ideologico in atto pubblico, riguardo agli incarichi e relativi compensi affidati alla dirigente Settore Bilancio del comune reggino, Orsola Fallara, accusata di essersi indebitamente auto-liquidata oltre 1milione di euro per consulenze fornite al comune. Attorno a lei ha ruotato il cosiddetto ‘modello Reggio’, cioè la gestione amministrativa portata avanti dalle 2 giunte Scopelliti. La Fallara si suicidò nel dicembre 2010 in circostanze anomale.

Il 17 febbraio, il Colonnello del Ros Valerio Giardina dichiarò al processo ‘Meta’: ‘Scopelliti appartiene ad una lobby affaristico-massonica. Intrattiene rapporti con le cosche di San Giovanni in Fiore e di Reggio". Sempre nel febbraio 2012, la Procura della Repubblica di Catanzaro lo inserì nel registro degli indagati per atti compiuti nell’esercizio del ruolo di commissario ad acta della sanità regionale. Il 18 aprile, dopo l’ispezione del Ministero delle Finanze che accertò un buco nelle casse del comune reggino di 170milioni di euro, la Procura di Reggio chiede il rinvio a giudizio di Scopelliti. 2 mesi dopo, il 29 giugno, nel corso dell’udienza preliminare del processo, il comune di Reggio si costituì parte civile contro l’ex sindaco. Dulcis in fundo, il 3 agosto scorso, lo stesso Scopelliti annuncia di essere indagato dalla DDA di Milano dal Procuratore aggiunto Ilda Boccasini per l’assunzione ‘sospetta’ al dipartimento Controlli, di Alessandra Sarlo, moglie del giudice Vincenzo Giglio indagato nell’inchiesta ‘Infinito’.

Al di là delle questioni giuridiche e dell’annoso caso Fallara, i mandati Scopelliti si distinsero per un continuo ed ingente spreco di fondi pubblici culminati con costose ed interminabili opere (tra cui un inutile tapis roulant in pieno centro storico) su cui si sono inevitabilmente allungati i tentacoli della ’ndrangheta (come dimostrato dalle inchieste ‘Alta tensione’, ‘Archi’ e ‘Astrea’); per le passeggiate retribuite dei vip sul lungo mare nelle lussuose “Notti bianche”; lo spropositato parco macchine comunale; il megashow di Capodanno 2004; il concerto flop di Elton John al Granillo; la mostra su Maria Callas e gli sprechi per ‘L’estate reggina’. Eventi salati, divenuti oggetto di 2 relazioni della Procura della Repubblica e della Ragioneria generale dello Stato, le cui conseguenze sono ricadute sull’attuale giunta Arena che ha difficoltà persino a pagare gli stipendi dei dipendenti comunali.  

7 mesi fa il ministro degli Interni, Annamaria Cancellieri, ha inviato in riva allo Stretto una Commissione d’accesso per indagare su sospette influenze ‘ndranghetiste nel Consiglio comunale reggino. Il 9 ottobre il Consiglio dei Ministri scioglie il Comune di Reggio per infiltrazione mafiosa. L’ultima stazione della parabola discendente dell’ex “sindaco più amato dagli italiani”.

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