Martedì, 27 Novembre 2012 12:45

'Calibro 12': i nomi degli arrestati

mini Soriano_Calabro_generaleSono Giovanni Emanuele, 24 anni, e Giacinto de Marco, 23, entrambi di Soriano, gli arrestati nell'ambito dell'operazione "Calibro 12" condotta stamattina all'alba dalla Squadra Mobile di Vibo Valentia. Emanuele, scampato a un tentato omicidio l'1 aprile scorso, è accusato di aver condotto una trattativa con De Marco per la vendita di cinque fucili di vario tipo. Le indagini coordinate dalla Procura vibonese, dopo mesi di attività sul territorio, e in particolare dopo l'escalation di violenza culminata con l'omicidio del 19enne Filippo Ceravolo, innocente, hanno portato anche ad una serie di perquisizioni mirate a scovare le armi della cruenta faida di 'ndrangheta in atto tra Soriano, Gerocarne e Sorianello.

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mini bruno_zaffinoSERRA SAN BRUNO – C’è anche il consigliere comunale Bruno Zaffino tra gli arrestati nell’operazione “Saggezza”, portata a termine stamane dalla Dda reggina. Il blitz, eseguito alle prime luci dell’alba dai carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria, ha portato all’esecuzione di 39 ordinanze di custodia cautelare tra la Locride e le province di Vibo Valentia, Cosenza e Como. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, porto abusivo d'armi, usura, illecita concorrenza per il condizionamento di appalti pubblici, minaccia, esercizio abusivo del credito, truffa, furto di inerti, intestazione fittizia di beni, con l'aggravante delle modalità mafiose e della transnazionalità. Le misure cautelari sono state emesse dal gip presso il Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della Dda. L'operazione "Saggezza" ha consentito di documentare l’esistenza e l'operatività di cinque "locali" di ‘ndrangheta

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mini polizia-di-stato

Ecco i nomi delle persone arrestate nella mattinata odierna dalla Squadra Mobile di Catanzaro, ritenute affiliate alla cosca Ariola, attiva soprattutto nelle Serre vibonesi. Nei loro confronti, pesano i reati di  associazione mafiosa e traffico di droga. Alcuni sono accusati anche del duplice omicidio dei fratelli Vincenzo e Giuseppe Loielo,esponenti della cosca avversa, avvenuto a Gerocarne il 22 aprile del 2002. Le persone coinvolte nell'operazione sono: Bruno Emanuele (nato nel 1972); Gaetano Emanuele  (1975); Piero Sabatino (1982); Giuseppe De Masi (1982); Franco Idà  (1965); Angelo  Maiolo (1984); Pasquale De Masi (1981); Vincenzo Bartone (1968); Domenico Monardo (1973) e Damiano Zaffino (1969).

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mini IELAPI_DOMENICODi seguito la nota stampa diffusa dal Capitano Stefanio Esposito Vangone, Comandante della Compagnia Carabinieri di Serra San Bruno:

Nella notte del 13.04.2012 i militari del Comando Stazione Carabinieri di Polia (VV), hanno tratto in arresto i fratelli IELAPI Domenico nato a Polia (VV) il 13.11.1975, celibe, disoccupato, pregiudicato e IELAPI Francesco nato a Vibo Valentia (VV) il 04.05.1989, celibe, disoccupato, incensurato, entrambi residenti a Polia (VV) in via Certosa nr.22, per il reato di furto aggravato di rame, in concorso.

I militari, che da giorni stavano effettuando mirati servizi per prevenire i furti nella giurisdizione, sono intervenuti in quella località “Lia” presso lo stabilimento per la produzione di acque minerali “Acqua Certosa”, ove hanno sorpreso i predetti che, unitamente a C.P., classe 1971, allo stato irreperibile perché riuscito a sfuggire all’arresto, erano intenti ad asportare tre quintali di cavi in rame e varie chiavi meccaniche.

Gli arrestati sono stati sottoposti alla misura cautelare degli arresti domiciliari presso la propria abitazione, mentre allo stato, continuano le ricerche dello C.P., il quale, durante la fuga, ha perso la propria patente di guida, elemento questo, che ha consentito all’Arma di procedere alla sua denuncia a piede libero.

Numerosi i furti avvenuti durante le scorse settimane nel medesimo stabilimento, quasi tutti sicuramente ascrivibili agli odierni arrestati. 

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mini pignatone-bellu_lavuruI Carabinieri del Comando Provinciale dei Carabinieri di Reggio Calabria oggi hanno arrestato su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia 21 persone ritenute appartenenti o contigue alla ‘ndrangheta del "mandamento jonico" e alle cosche Morabito, Bruzzanti, Palamara, Maisano, Rodà, Vadalà e Talia, operanti nei comuni di Bova Marina, Palizzi, Bruzzano Zeffirio ed Africo. Gli arrestati secondo gli inquirenti sono responsabili a vario titolo dei reati di associazione di tipo mafioso, concorso in associazione di tipo mafioso, intestazione fittizia di beni, truffa aggravata, danneggiamento aggravato, procurata inosservanza di pena, frode in pubbliche forniture, furto aggravato di materiali inerti, crollo di costruzioni o altri disastri dolosi, violazione delle prescrizioni alla sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, tutti aggravati dall’aver favorito un sodalizio mafioso. In particolare l'attività delle 'ndrine in questione era indirizzata all'infiltrazione in appalti pubblici come quelli relativi all'ammodernamento della statale 106. Tra i soggetti destinatari dei provvedimenti della procura, figurano sei manager e funzionari delle imprese a cui erano affidati i lavori, in particolare la multinazionale Condotte d’Acqua e l’Anas. Il procuratore Giuseppe Pignatone, in proposito ha chiarito che ‘’le aziende interessate sono da considerarsi parte lesa, anche perché se avessimo avuto elementi non avremmo esitato a indagare anche gli amministratori delle sedi centrali’’. Un'altra notizia relativa agli arresti odierni: tra i destinatari delle ordinanze c'è anchei il cugino dell’onorevole Franco Fortugno, ex vicepresidente del consiglio regionale assassinato dalla ndrangheta a Locri il 16 ottobre 2005. Giuseppe Fortugno, 39 anni, sarebbe un esponente di spicco del ‘’locale’’ di Bova, facente parte addirittura di quella che nel linguaggio di ndrangheta è detta ‘’società maggiore’’. Intercettato, pare fosse a conoscenza delle modalità dettagliate dell'omicidio di Placido Scrivà. Oltre a ciò, secondo gli inquirenti oggi è arrivata la conferma che la ndrangheta è un’organizzazione ‘’unitaria e piramidale’’: anche cosche tra loro storicamente contrapposte, infatti, avrebbero raggiunto un accordo per la gestione di quest'appalto tramite una ''nuova'' struttura criminale chiamata ''base'', ossia una sorta di ‘’camera di compensazione delle controversie mafiose".

 

Questi i nomi degli arrestati:
ALTOMONTE Giuseppe, nato a Bova il 04.03.1959, residente a Bova Marina
CAPOZZA Vincenzo, nato a Locri il 19.08.1957, residente a Reggio Calabria
CARROZZA Pasquale, nato a Melito di Porto Salvo il 27.08.1962, residente a Bova Marina
CILIONE Giovanni, nato a Melito di Porto Salvo il 04.12.1979, residente a Bova Marina
CLARÀ Antonio, nato a Santa Severina (KR) in data 08.04.1963, ivi residente
D’AGUI’ Pietro, nato a Melito di Porto Salvo (RC) il 05.12.1966, residente a Bova Marina
D’ALESSIO Antonino, nato a Vico Equense (NA) il 05.03.1979, residente a Marina di Ravenna (RA)
DATTOLA Domenico, nato a Melito di Porto Salvo il 04.08.1982, residente a Bova Marina
FORTUGNO Giuseppe, nato a Melito di Porto Salvo il 22.06.1973, ivi residente
GIUFFRIDA Cosimo Claudio, nato a Catania il 13.07.1955, ivi residente
LA MORTE Gerardo, nato a Melito di Porto Salvo il 17.06.1983, residente a Bova Marina
MANCUSO Luca, nato a Crotone il 12.04.1982, residente a Palizzi Marina
MAVIGLIA Geremia, nato ad Africo il 20.02.1975, ivi residente
MORABITO Giuseppe, nato a Casalnuovo D’Africo (RC) il 15.08.1934, detto “tiradritto”, in atto detenuto presso la Casa Circondariale di Parma;
NUCERA Antonino, nato a Melito di Porto Salvo il 16.04.1963, residente a Bova Marina
PALAMARA Carmelo, nato a Bova Marina il 09.01.1963
PANEDURO Sebastiano, nato a Catania il 20.04.1961, residente ad Adrano (CT)(project manager della CONDOTTE nell’appalto pubblico della variante di Palizzi);
STELITANO Leonardo Giovanni, nato a Melito di Porto Salvo (RC) il 14.01.1981, residente a Condofuri (RC) (dipendente della D’AGUI’ Beton S.r.l.);
STILO Pietro, nato a Melito di Porto Salvo il 28.10.1982, residente a Bova Marina(dipendente della D’AGUI’ Beton S.r.l.);
STRATI Rinaldo, nato a Siderno (RC) il 10.03.1962, residente a Bovalino (RC)(ragioniere, contabile della CONDOTTE nell’appalto pubblico della variante di Palizzi);
ZAPPIA Raimondo Salvatore, nato ad Africo Vecchio il 02.07.1935, residente ad Africo Nuovo  (socio della IMC di Stilo Costantino S.n.c.);

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mini arresti_9_gen_2012SERRA SAN BRUNO - I carabinieri della Compagnia di Serra San Bruno guidati dal capitano Esposito Vangone hanno tratto in arresto Antonio e Cosimo Francesco Caglioti, padre e figlio, di 55 e 24 anni, di Sant'Angelo di Gerocarne, con l'accusa di ricettazione e detenzione illegale di armi. In un'autorimessa di proprietà degli arrestati sono stati trovati un fucile, due passamontagna, una paletta segnaletica ed un lampeggiante in uso alla polizia. Pare che i due Caglioti siano imparentati con Fortunato Patania, ucciso nel settembre scorso nei pressi di un distributore di benzina poco distante dallo svincolo autostradale di Serre. I carabinieri, alla luce del materiale sequestrato e dei contrasti tra le cosche della zona che sembrano emergere da recenti fatti di cronaca e indagini giudiziarie, ritengono di avere scongiurato un omicidio di 'ndrangheta.

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mini Pileggi-fratelli-aggressione-ViboneseTre fratelli di San Nicola da Crissa, Giuseppe, Nicola e Rosaria Pileggi, rispettivamente di 79, 72 e 65 anni, già noti alle forze dell’ordine perché imputati di tentato omicidio ai danni di una vicina di casa, si sono resi protagonisti dell’ennesimo episodio di cronaca. I tre, sottoposti alla misura cautelare degli arresti domiciliari, hanno violato tale restrizione della libertà personale per uscire, asce in pugno, a tagliare legna da ardere. Una volta fuori di casa, i tre anziani si sarebbero messi ad inveire nuovamente contro la vicina di casa, già loro vittima di tentato omicidio, la quale spaventata si sarebbe barricata in casa. Sul luogo dell’accaduto sono giunti i Carabinieri della Compagnia di Serra San Bruno e della locale Stazione, coordinati dal capitano Esposito Vangone, che una volta accertatisi di quanto stesse succedendo, avrebbero cercato di far desistere i tre fratelli per farli tornare in se e rispettare gli obblighi previsti dalla legge. I tre anziani, per tutta risposta, avrebbero opposto resistenza e usato violenza contro i militari che nella bagarre, nata appunto per tentare di convincere i recidivi a lasciare le asce e a tornare in casa, avrebbero riportato alcune escoriazioni e lacerazioni alla divisa. I tre sono stati nuovamente arrestati e tradotti agli arresti domiciliari con l’accusa di resistenza e violenza a pubblico ufficiale. Nel luglio scorso i tre fratelli erano finiti in manette per aver attentato alla vita della loro vicina di casa, una cinquantenne del luogo, accoltellata per due volte alla schiena. Mentre nel novembre scorso erano stati sorpresi dai carabinieri su un autobus ed arrestati in quanto avrebbero dovuto trovarsi ai domiciliari appunto per l’accusa di tentato omicidio. I tre erano saliti su un pullman diretto a Vibo Valentia, confondendosi tra gli studenti presenti, ma riconosciuti dai militari dell’Arma, dopo le formalità di rito, sono stati rispediti nuovamente ai domiciliari.

 

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mini carmelo-lo-biancoVIBO VALENTIA - Sono state condotte in carcere dagli uomini della Squadra Mobile di Vibo Valentia 8 delle 21 persone coinvolte nell'operazione "New Sunrise", che fece luce sulle attività criminali della cosca di 'ndrangheta dei Lo Bianco sul territorio della città capoluogo di provincia. Le condanne, per gli affiliati alla 'ndrina egemone su Vibo città, sono diventate definitive dopo il pronunciamento della Corte di Cassazione. Gli 8 arrestati sono: Carmelo Lo Bianco, 66 anni, condannato a 10 anni di reclusione; Francesco Barba, 49 anni, condannato a 5 e 8 mesi; Salvatore Carmelo D'Andrea, condannato a 4 anni e 8 mesi; Michele Lo Bianco, 63 anni, condannato a 4 anni e 8 mesi; Giuseppe Lo Bianco, 66 anni, a 4 anni e 8 mesi; Antonio Lo Bianco, 63 anni, a 4 anni e 8 mesi; Vincenzo Barba, 59 anni, a 7 anni e 4 mesi; Francesco Bognanni, 38 anni, a 4 anni e 8 mesi. Per quasi tutti gli arrestati si tratta di pene residue da scontare rispetto alle condanne confermate dalla Cassazione, per cui molti di loro già alla fine del 2012 potrebbero tornare in libertà.

L'inchiesta "New Sunrise" fu condotta nel 2007 dalla Dda di Catanzaro e dai poliziotti della Mobile vibonese guidata all'epoca dal dirigente Maurizio Lento. L'operazione accese i riflettori sulle attività della cosca e sul ruolo di vertice della stessa svolto da Carmelo Lo Bianco (foto). "La cosca - scrive la Mobile - avvalendosi della forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo e della conseguente condizione di assoggettamento e di omertà dei cittadini, era stabilmente dedita al controllo ed allo sfruttamento delle risorse economiche della zona, al compimento di delitti contro il patrimonio (prevalentemente estorsione e usura) e contro la persona, reati compiuti al fine di mantenere incontrastata l'aggregazione della cosca". 

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mini arena-scopellitiUn'altra tegola giudiziaria per l'amministrazione comunale reggina guidata da Demetrio Arena (foto): questa mattina, nell'ambito di una operazione contro la cosca Caridi, è stato arrestato, insieme ad altre 6 persone, anche Giuseppe Plutino, 47 anni, consigliere comunale del Pdl, con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Stando a quanto trapela, Plutino sarebbe stato, secondo gli inquirenti, un referente politico della cosca Caridi al comune di Reggio Calabria. L'operazione della Polizia di Stato scattata stamattina riguarda il controllo delle attività estorsive nei quartieri Modena, Ciccarello e San Giorgio Extra, attività che sarebbe stata appannaggio, appunto, dei Caridi , che sarebbero "federati" con la potente cosca dei Libri. Su richiesta della Dda, agli indagati viene contestata l'associazione per delinquere finalizzata ad estorsione e danneggiamenti. Tra i 7 arrestati, oltre a Plutino, c'è anche Leo Caridi, ritenuto dagli inquirenti l'attuale reggente della cosca poichè il boss Nino, fratello di Leo, è in carcere dal 2007. Gli altri 6 arrestati sarebbero, secondo la Dda, presunti affiliati del clan.

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mini carobbioNuovi clamorosi arresti nell'inchiesta della procura di Cremona sul calcioscommesse che aveva già portato all'arresto, tra gli altri, anche di Beppe Signori. Altri cinque calciatori sono stati arrestati oggi insieme ad altre dodici persone, accusate di far parte di una organizzazione "transnazionale" che tramite una rete di collaboratori (di cui gli arrestati costituirebbero la "base" italiana) a Singapore e nell'Europa dell'est lavorava per alterare i risultati di molte partite nei campionati italiani e in altri paesi. Tra i calciatori arrestati ci sono nomi eccellenti, come il capitano dell'Atalanta Cristiano Doni, e qualcuno che ha giocato anche in Calabria, come il centrocampista dello Spezia Filippo Carobbio (foto), che ha militato nella Reggina nella stagione 2005-06 e fino a dicembre 2007. Il procuratore Roberto Di Martino ha spiegato in conferenza stampa che l'organizzazione investiva somme da 500 a 1,5 milioni di euro a partita, e questi soldi "venivano ripartiti tra i vari membri e anche coloro che non avevano partecipato alla manipolazione ricevevano una quota della somma". Oltre a Doni e a Carobbio, sono finiti in carcere perchè accusati di essere coinvolti nella combine delle partite gli ex giocatori Luigi Sartor (Parma, Vicenza, Inter e Roma) e Alessandro Zamperini (serie B, Lega Pro), e Carlo Gervasoni del Piacenza (attualmente sospeso). I giocatori e gli ex, sostiene la procura di Cremona, sarebbero i referenti dell'organizzazione nel nostro paese, e sarebbero stati corrotti per falsare i risultati degli incontri su cui l'organizzazione aveva scommesso ingenti somme di denaro.

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