mini salvatoresRaccontare l’Italia in un solo giorno è impossibile, a meno che non ti chiami Gabriele Salvatores. Una delle firme più grandi del cinema italiano, che ha regalato al pubblico Mediterraneo, Marrakech Express, Amnèsia, Puerto Escondido, Nirvana (senza cadere nella trappola della banale lista della spesa), a partire da oggi presenterà in alcune sale cinematografiche – per la Calabria ci sarà il cinema Modernissimo di Cosenza – l’ultimo lavoro, “Italy in a day”, il primo film girato interamente dagli italiani, che il 26 ottobre del 2013 hanno voluto regalare al mondo un pezzo della loro vita. Il portale dedicato al caricamento dei video, dell’oramai storico 26 ottobre, ha raccolto 44mila filmati, per un totale di 2200 ore di girato. I video scelti dal regista sono stati 627. Tutto questo per realizzare il primo film social italiano della storia. Salvatores, per la realizzazione dello stesso, si è basato su un’idea di Ridley Scott (coproduttore di ”Italy in day”) che in America aveva già realizzato “Life in a Day” nel 2010. Tra i calabresi scelti da Salvatores compaiono anche 6 giovani cosentini, studenti del Liceo Fermi. «Il ritratto dell'Italia che ne viene fuori è più ottimista di quello che mi immaginavo» ha detto Salvatores dopo aver lavorato al film collettivo. Quella di stasera è l’unica data prevista per il cinema. Sabato 27 settembre, il film sarà trasmesso in prima serata su Rai3.

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Venerdì, 03 Gennaio 2014 15:04

Cinema a Sud. L'anima e la natura

mini naturaNonostante Michelangelo Frammartino sia cresciuto a Milano, il suo legame con il Sud sembra diventare sempre più forte. Pare essere un'attrazione istintiva, la sua, un richiamo che forse ha poco a che vedere con le sue origini. Certo, Caulonia è il paese dei suoi genitori, il luogo dove il regista ha trascorso le sue estati da ragazzo e anche “Le quattro volte”, film pluripremiato, è stato girato in Calabria. Ma non sono, non possono essere state solo le sue radici a fargli volgere di nuovo lo sguardo verso questa parte di mondo.
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Mercoledì, 13 Giugno 2012 12:10

Ad Acri una mostra dedicata ad Hans Richter

Hans Richter - Dream 1940 olio su cartone telato cm 51x405

Riceviamo e pubblichiamo

A partire da sabato 30 giugno 2012, il MACA (Museo Arte Contemporanea Acri) ospiterà un’importante mostra retrospettiva – la prima su territorio nazionale – dedicata ad Hans Richter (Berlino, 1888 – Locarno, 1976). Artista poliedrico enormemente affascinato dalle infinite possibilità espressive fornite dal mezzo cinematografico, di cui fu uno dei massimi sperimentatori, Richter fu tra i padri fondatori del Dadaismo, nonché uno dei suoi maggiori esponenti.
Dopo un primo periodo espressionista, in cui dipinti e disegni risentono della forte influenza del movimento Der Blaue Reiter, Richter si trasferisce a Zurigo, dove, nel 1917, dà vita, con Tristan Tzara e Hugo Ball, al movimento Dada e, due anni più tardi, fonda, assieme ad Hans Arp e Marcel Janco, il Group des Artistes Radicaux. Contemporaneamente, comincia a sperimentare con i Rotoli dipinti, di derivazione cinese, nel tentativo di rendere al meglio l’idea di movimento, trasportando la figura oltre i limiti del quadro tradizionale. Il passaggio dietro la macchina da presa, avvenuto a partire dal 1917, è per lui una scelta obbligata. Nascono così i primi cortometraggi, tra cui, fondamentali sono quelli della serie astratta Rhythmus (1921 – 1925). Nel 1940, Richter si trasferisce a New York, dove realizza due lungometraggi, entrambi presenti in mostra: Dreams That Money Can Buy (1947) e 8 x 8: A Chess Sonata in Eight Movements (1957), nato dalla collaborazione con Max Ernst, Jean Cocteau, Fernand Léger, Alexander Calder e Marcel Duchamp.
La mostra, realizzata in collaborazione con l’associazione culturale De Arte e promossa dall’associazione Oesum Led Icima, raccoglie una settantina di opere di Richter, tra oli, collage, carboncini, disegni, serigrafie, acqueforti, lettere e cartoline Dada, a testimonianza dell’estro e della poliedricità dell’artista, oltre a ventotto importanti sperimentazioni cinematografiche, coprendone così l’intera carriera artistica e mettendo in risalto la continuità tra pittura e cinema, anch’esso inteso da Richter alla stregua di una vera e propria arte visiva. «Considero il cinema come una parte dell’arte moderna, soprattutto come un’arte visibile – scriveva il grande artista –. Ho sperimentato, per così dire a mie spese, che certi impegni della pittura possono essere realizzati solamente nei film. Il film è lo sblocco di alcune delle strade indicate dalla pittura che non hanno trovato un completamento nelle arti figurative. Qui si presentano i grandi compiti per il futuro. Arte moderna e film moderno si completano».

A partire dal 15 settembre 2012, alla mostra verrà affiancata un’esposizione di lavori dei sette giovani artisti vincitori del concorso Young at Art (Walter Carnì, Giuseppe Lo Schiavo, Armando Sdao, Valentina Trifoglio, Giuseppe Vecchio Barbieri e il duo MILC, formato da Michele Tarzia e Vincenzo Vecchio), che reinterpreteranno, ognuno attraverso il proprio peculiare stile, le suggestioni provate confrontandosi con l’opera di Hans Richter, dando vita a un’interessante riflessione sull’eredità del Dadaismo nell’arte contemporanea, declinata attraverso l’intero spettro delle sue modalità espressive: pittura, scultura, body art, grafica vettoriale, fotografia e video-arte.

Maca (Museo Arte Contemporanea Acri)

 

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mini sergio_leoneInaugurata ieri pomeriggio a Palazzo Gagliardi (Vibo Valentia) la mostra “Il Western italiano, Sergio Leone, Clint Eastwood, e gli Spaghetti Western”. Il taglio del nastro è stato effettuato da Claudia Cardinale, madrina dell’evento nonché assoluta protagonista in Italia e nel mondo del genere, Gianluca Curti, presidente della Fondazione “Calabria Film Commission”, Alessandro Russo, direttore della 4° edizione del “Calabria Film Festival". Presenti all’evento inoltre, il sindaco di Vibo Valentia, Nicola D’Agostino, l’assessore al Turismo, Spettacolo e Grandi Eventi del Comune di Vibo Valentia, Pasquale La Gamba, nonché il consigliere regionale Alfonsino Grillo e Giuseppe Agliano, in rappresentanza della Regione Calabria. La mostra è stata ideata e curata da Michele Pingitore ed è stata progettata e sarà realizzata in stretta collaborazione con l’Archivio Storico del Cinema Italiano (Roma), che ha fornito tutti i materiali da esporre. L’allestimento è a cura dell' Architetto Francesco de Rose (La Centrale dell'Arte). Attraverso un percorso espositivo si è tracciato la storia del western italiano in un periodo che abbraccia circa un decennio (1964 – 1974), e sono stati messi in risalto soprattutto i film western di Sergio Leone, non solo quelli da lui diretti ma anche quelli prodotti. Tra fotografie inedite, fotografie di scena, fotobuste, locandine e manifesti, il materiale è complessivamente costituito da 80 esemplari : 40 fotografie in bianco e nero e 40 tra locandine, fotobuste e manifesti originali (tutti a colori). Per illustrare maggiormente l’importanza di questo genere, che pur essendo diretto ad un pubblico popolare poteva contare sull'opera di registi, attori e attrici di notevole prestigio, la mostra ha come protagonisti alcuni degli attori e autori più importanti del cinema italiano e internazionale. Oltre ai materiali riguardanti Sergio Leone, in esposizione ci sono materiali riguardanti i film diretti da Sergio Corbucci, Sergio Sollima, Riccardo Freda, Tinto Brass, Duccio Tessari, Tonino Valerii, Lucio Fulci, Giulio Petroni, Ferdinando Baldi ecc. Per gli attori e le attrici invece la mostra avrà i volti di Clint Eastwood, Lee Van Cleef, Charles Bronson, Henry Fonda, Eli Wallach, Gian Maria Volontè, Thomas Milian, Klaus Kinski, Orson Welles, Franco Nero, Giuliano Gemma, Bud Spencer, Terence Hill, Lea Massari, Rita Pavone, e naturalmente di Claudia Cardinale.

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