Sabato, 23 Febbraio 2013 18:07

Serra, prorogata la commissione d'accesso

 

mini municipio_serraLa terna commissariale composta  dal viceprefetto, Emanuela Greco, dal vicequestore, Giovanni Gigliotti, e dal comandante della locale Compagnia Carabinieri, Stefano Esposito Vangone rimarrà in carica sino al prossimo 31 marzo. Il prefetto di Vibo Valentia, Michele Di Bari, infatti, ha concesso ai commissari la proroga di 45 giorni per completare tutte le verifiche necessarie al fine di accertare se, in questi anni di attività, ci siano stati o meno infiltrazioni da parte della criminalità organizzata. Come si ricorderà, la commissione si è insediata lo scorso 19 novembre a seguito dell’operazione antimafia condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria - denominata “Saggezza” - che aveva portato in carcere anche l’ex assessore comunale di Serra, Bruno Zaffino, 49 anni, accusato di violenza privata, aggravata dalle modalità mafiose, ai danni di un rappresentante di una ditta operante nella commercializzazione del legname.

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mini mastro_bruno_amatoVorrei continuare il mio percorso tra la gente. Tra la gente di paese, quella semplice e genuina, quelle persone che continuano a conservare il valore delle regole del vivere civile e dell’armonia che dovrebbe essere di nuovo regola di vita. Un paese come lo si identifica? Quando un paese diventa paese? Quando cominciano ad esserci tutti gli elementi principali che, miscelati in un unico impasto, creano una comunità. Il campanile, la Chiesa, naturalmente, specialmente nel meridione, e di fronte la Chiesa la piazza, luogo di incontro, di mercato, dei negozi, di dicerie, di incontri, di baci di adolescenti. Ma un paese si può solamente chiamare tale quando lo si osserva da dentro la “bottega” di un barbiere. E’ un classico: il gilet bianco, i modi gentili, il cavalluccio sul quale ti mettevano a sedere da bimbo, e per aiutare nel lavoro l’artista delle chiome, e per convincere il bambino a starsi fermo. “Stai fermo per la Madonna, finirai per farti tagliare!”. E ogni tanto, l’impaziente genitore molla anche qualche sonoro schiaffone all’irrequieto capellone in attesa di una solenne tosatura. E il paese che mi torna in mente è fatto di bei modi - non di macchine incendiate… -, del ricordo di un genitore che dalla mano ti accompagna da Mastro Bruno. “Buon giorno Mastro Bruno!”. “Buongiorno Professore, come sta la sua Signora? E il bimbo…”. Sorrisi e cortesie nella bottega di Mastro Bruno Amato, che io ho sempre identificato in Figaro, il più famoso “fac totum della città”. Ed alla fine, una bella riga di lato e una caramella prima di scendere da quel cavalluccio che intanto era diventato Furia e dal quale non ti saresti mai alzato anche a costo di farti rapare a zero. E poi il buon odore di quella spruzzatina di acqua di colonia che ti facevano per farti sentire grande e ben ordinato. Da buon serrese, oltre al suo lavoro, Mastro Bruno porta dentro di se sia l’arte dei nostri antenati, sia la fede. E - tra “Bruni”… - amico fraterno di Mastro Bruno Amato è Mastro Bruno Tassone: assieme parlano delle loro serenate e delle loro storie d’amore, quelle della meglio gioventù, quelle di un paese fatto di rapporti umani che non sempre riusciamo a trasferire ai nostri figli, come quei galantuomini che son stati già i nostri genitori.

La sua bottega, al centro del paese, tra Terravecchia e Spinetto, (ora “trasformata” dalla altrettanto brava figlia Santina in una parrucchieria e centro estetico per uomini e donne) è uno di quei punti dove si respira ancora l’ambiente di una volta, carico di storie, di valori, di umanità. Probabilmente dovremmo cercare di riappropriarci della nostra cultura popolare, che guardava di più al paese, alla reale situazione della gente, del proprio vicino. Essere uomini degni. La dignità che non ti permette di propinare acqua velenosa alla gente per soldi, la dignità e la bontà di questi uomini che non permetteva a loro stessi di arricchirsi a dismisura rubando al prossimo e usurpando i diritti del prossimo. Forse, in quelle botteghe, fatte ancora di saluti e di sorrisi, potremmo andare a cercare quell’amore per noi stessi, prima di tutto, l’amore per la nostra storia, le nostre radici. Il senso del bello, mostrato in spose con la chioma piena di fiori e statue di un Santo che forse, offeso per esser stato tradito, avrà girato il suo benevolo sguardo da un’altra parte.

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mini hotel_501Il reato contestato è quello di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. La Procura della Repubblica di Vibo Valentia  ha inviato l'avviso di conclusione indagini a tre imprenditori, Giovanni e Giuseppe Mancini (componenti del consiglio di amministrazione della struttura alberghiera) e Sergio Casati (presidente del consiglio di amministrazione del 501 hotel), accusati di aver effettuato false fatturazioni per ottenere dall'Inps le erogazioni per la cassa integrazione guadagni per alcuni dipendenti mentre altri erano assunti in nero. Secondo l’accusa gli indagati avrebbero fatturato solo parzialmente i ricavi di eventi e matrimoni in modo da integrare i presupposti per la Cassa integrazione di alcuni lavoratori impiegati invece nelle ore di non occupazione coperte dalla C.i.g. Altra contestazione è poi quella di aver utilizzato altri lavoratori in nero in aggiunta a quelli già interessati dalla Cassa integrazione. In tal modo, dal 2010 ad oggi, secondo la Procura sarebbe stata truffata l’Inps, ente erogatore delle prestazioni assistenziali.

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mini scuola_elementare_spinettoIl grave stato di abbandono in cui versa la scuola elementare ‘Nazzareno Carchidi’ del quartiere ‘Spinetto’ – paradossalmente la struttura scolastica più giovane del paese – era già balzato agli onori della cronaca nel dicembre scorso, quando una delegazione di genitori, dopo vane e reiterate proteste, aveva deciso di presentarsi in massa nell’ufficio del Sindaco Bruno Rosi, per spronarlo a prendere finalmente dei provvedimenti sull’ormai annoso problema del cattivo funzionamento del riscaldamento scolastico. Un problema che si ripresenta con cadenza annuale e che aveva esortato molti genitori a lasciare i propri figli a casa, sottraendoli alle lezioni svolte in aule-frigorifero in cui la temperatura interna non superava i 10 gradi. L’iniziale intervento di manutenzione da parte degli operai comunali, non aveva sortito alcun effetto positivo e si era finito per acquistare, seppur tardivamente, una nuova caldaia. Ma i problemi che riguardano la ‘Nazzareno Carchidi’ sembra non siano affatto finiti. 

L’aspetto più critico è che le vie a ridosso della scuola non sono dotate di una cartellonistica stradale adeguata a segnalare l’attraversamento pedonale di scolari e né, tanto meno, si registra la presenza di un’Agente Municipale preposto a vigilare l’entrata e l’uscita dei bambini dalla scuola, come invece avviene con cadenza quotidiana all’esterno dell’‘Azaria Tedeschi’ di ‘Terravecchia’. Proprio in riferimento a ciò qualche giorno fa si è rasentata la tragedia, quando un corriere a bordo di un grosso furgone ha rischiato di investire un gruppo di bambini a pochi metri dall’ingresso della scuola. Il ragazzo, mortificato per quello che stava accadendo, richiamato veementemente dai genitori degli stessi bambini, si è scusato ma, allo stesso tempo, ha altrettanto legittimamente ribadito di non essersi accorto di trovarsi nelle vicinanze di una scuola “dove è scritto che qui c’è una scuola?”. Un pericolo fortunatamente scampato che avrebbe potuto sfociare nel dramma,  proprio perché le strade attigue all’istituto non presentano alcuna segnalazione stradale. 
 
Inoltre, secondo gli stessi genitori ci sarebbero più interventi urgenti da effettuare sulla struttura scolastica. In primis sarebbe necessario operare un’adeguata manutenzione delle grondaie e del tetto. In particolar modo la copertura dell’edificio era stata pesantemente danneggiata dall’abbondante nevicata del febbraio 2012, così come la pensilina sull’atrio della scuola, praticamente inesistente, che rendeva assai complicato l’ingresso e l’uscita dei bambini nei giorni di forte pioggia. 
Altra preoccupazione, sempre connessa allo stato di abbandono della copertura, è la totale assenza dei sistemi di sicurezza ‘fermaneve’, utili a prevenire il pericolo della caduta di cumuli di neve dal tetto (foto). Per fortuna l’inverno sta volgendo al termine, non dovrebbe più nevicare e i bambini della ‘Nazzareno Carchidi’, almeno per quest’anno, non rischiano di vedersi franare sulla testa qualche ‘valanga’ generata dalla neve ammassata sul tetto dell’istituto. Le grondaie invece risultano mozzate a qualche metro da terra, cosa che accelera sensibilmente la formazione di muffa e umidità sulla pareti interne delle aule scolastiche. L’uscio dell’edificio non è protetto da una cancellata, ne consegue che il citofono intercomunicante sia stato completamente devastato dalla mano dei soliti vandali balordi e ad oggi non è ancora stato sostituito. I bagni, a causa della rottura dello scaldino, sono sprovvisti di acqua calda.
 
 

foto di Antonio Potrino
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SERRA SAN BRUNO - La decisione è attesa per la fine di marzo. Il conto alla rovescia, dunque, è iniziato. La commissione d'accesso agli atti, insediatasi lo scorso 20 novembre, ha chiesto infatti al capo dell'Utg, Michele Di Bari, una proroga di altri 45 giorni in modo tale da verificare se sull'operato dell'amministrazione comunale, guidata dal sindaco Bruno Rosi, ci siano stati o meno condizionamenti della criminalità organizzata. Come si ricorderà, il prefetto di Vibo decise per l'invio della commissione d'accesso a seguito del coinvolgimento dell'ormai ex consigliere comunale Bruno Zaffino, nell'operazione ''Saggezza'', condotta dalla Direzione distrettuale Antimafia di Reggio Calabria.

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mini 50_9_mediumSi sono radunati in silenzio, di nascosto come fieri partigiani, per dirci che in fondo tutto va bene e che non dobbiamo ‘allarmarci’: “L’acqua dell’Alaco è potabile”. Lo comunica in pompa magna il polivalente - professionista delle ‘tavole rotonde da parata’ - Franco Zoccali. Lo stesso direttore generale della presidenza della giunta regionale aveva, per la giornata di ieri, convocato appunto una delle sue solite tavole rotonde, spacciata per riunione operativa, a cui avevano partecipato anche il direttore generale del dipartimento Lavori pubblici, Giovanni Laganà, gli ingegneri Pallaria e Merante, (custodi giudiziari degli impianti sequestrati dalla Procura di Vibo Valentia), i vertici dell'Arpacal, della Sorical, delle Asp di Catanzaro, Vibo e Reggio Calabria e, stranamente, nessuna rappresentanza di cittadini.

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mini sharo_per_vizzarro_1Quando aprì il portone del suo appartamento, Sharo Gambino rimase impietrito. Era l’inizio del 1973. A Serra San Bruno faceva freddo e “Don ‘Ntoni” Macrì era avvolto in un cappotto scuro. Lo guardava dritto negli occhi. Il mammasantissima della ‘ndrangheta jonica disse che era andato in quel palazzo perché doveva recarsi da un notaio che stava al piano di sotto. Almeno così disse. E per caso si era accorto del nome sul citofono. Sharo lo conosceva bene: sulla scrivania, di là, c’erano le ultime bozze della seconda edizione de La mafia in Calabria. Aveva già scritto di quel boss della vecchia mala reggina, e lui adesso era lì davanti che provava a spiegargli, con un elegante giro di parole, il senso della sua inaspettata visita. Aveva letto, oltre che qualche suo articolo sulla ‘ndrangheta, anche la prima edizione del libro-inchiesta sulla ‘ndrangheta, e si dimostrava quasi sorpreso del clamore suscitato da sequestri e omicidi.

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mini rosi_lieduDopo le recenti polemiche che hanno ridestato, nell’operato di un’Amministrazione sempre più dormiente, la questione “acqua sporca”, il Sindaco di Serra San Bruno, Bruno Rosi, sembra essersi finalmente convinto a intraprendere delle azioni legali a tutela della salute dei cittadini. Peccato che proprio ieri lo stesso Rosi, assieme all’ex Sindaco Raffaele Lo Iacono, sia finito tra i 20 indagati dei NAS di Catanzaro nel secondo filone di inchiesta della vicenda Alaco. Le accuse riguardano la mancata disposizione dei controlli previsti dalla legge nel periodo 2009-2012.

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Sabato 9 febbraio, dalle ore 10, a Serra San Bruno nei locali di Palazzo Chimirri si terrà un incontro incentrato sul  tema della legalità. L’evento, promosso dalle associazioni Libera Vibo, In.Ca.Stri, Il Brigante e dal Comitato Civico Pro - Serre mira a rinnovare il ricordo del compianto Pasquale Andreacchi, i cui resti furono rinvenuti circa tre anni fa, in un bosco alla periferia di Serra San Bruno. 
Nell’ambito della manifestazione, il testimone di giustizia Rocco Mangiardi consegnerà simbolicamente una raccolta firme popolare al sindaco Bruno Rosi, anch’egli invitato a prendere parte all’iniziativa. La petizione era stata lanciata già qualche giorno fa dai sodalizi organizzatori dell’evento e mira alla richiesta di intestare proprio a Pasquale una via o un luogo pubblico sito nel Comune di Serra. L’istanza, in particolare, propone l’affissione, nella via che sarà individuata in seguito dalla giunta comunale, di una targa commemorativa che oltre al nome del ragazzo riporti la dicitura “ucciso da mano ancora ignota”.
All’evento sono previsti gli interventi della docente Giovanna Esposito e le testimonianze di familiari dello stesso Pasquale, oltre che la partecipazione dei ragazzi dell’Istituto d’Istruzione Superiore ‘Luigi Einaudi’, della Scuola Media ‘Ignazio La Russa’ e del Gruppo Scout 1 di Serra San Bruno.
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mini giustizia

Il pubblico ministero Elio Romano ha avanzato, nei confronti di Antonio Gallace (57 anni), Antonio Altamura (66 anni), entrambi di Gerocarne, e Vincenzo Taverniti (53 anni) di Stilo,la richiesta di tre ergastoli. I tre sono accusati dell’omicidio del parrucchiere Placido Scaramozzino avvenuto il 28 settembre del 1993 e furono identificati in seguito alle dichiarazioni di un minorenne coinvolto nel delitto. Secondo l’accusa l’omicidio sarebbe da includere nella faida che colpì, proprio all’inizio degli anni ’90, il gruppo Maiolo per favorire l’ascesa della cosca Loielo. 
Secondo il pubblico ministero i tre imputati avrebbero ucciso Placido Scaramozzino perché ritenuto vicino al boss Antonio Maiolo di Acquaro, anch’egli assassinato dalla famiglia rivale. Scaramozzino fu ucciso brutalmente: legato e trascinato lungo un sentiero in una contrada di Gerocarne e successivamente colpito ripetutamente con una zappa alla testa e al petto ed, in seguito, sepolto vivo e mai ritrovato. La sentenza è prevista per l’11 febbraio prossimo. 
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