mini weldVertiginoso calo demografico, crisi incombente, accesso al credito impossibile ed il gioco è fatto. Sono questi gli ingredienti di un tracollo economico che sta colpendo in particolar modo l’imprenditoria giovanile, un settore ormai al collasso. Secondo ‘Il Sole 24 Ore’ nel solo ultimo anno avrebbero chiuso i battenti oltre 20 mila giovani impresari, logorati dai colpi lenti ma costanti di una crisi che proprio non vuole saperne di spegnersi. In particolar modo la Calabria rileva un 4,5% di giovani contribuenti in meno rispetto al solo 2011.
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mini foto_di_gruppo_loghiImportanti riconoscimenti a livello nazionale premiano l’attività svolta da Adrenalina Verde e dal Fondo dei Baroni. Le due più importanti associazioni Nazionali di categoria attente all’ambiente, alla legalità ed allo sviluppo sostenibile, Legambiente e Coldiretti, hanno voluto premiare la sinergia tra le due strutture quale esempio per un turismo sostenibile e di qualità.
Nel dettaglio, Martedì 22 luglio 2013 il Parco Avventura Adrenalina Verde e l’Agriturismo Fondo dei Baroni nell’ambito della manifestazione nazionale “Goletta Verde” di Legambiente, hanno ricevuto un significativo premio per “il bellissimo Parco Avventura nelle Serre, pensato e realizzato nel massimo rispetto dell’ambiente, invito ad un nuovo rapporto di turismo mare monti”.
Mercoledì 23 luglio 2013 l’Agriturismo Fondo dei Baroni e il Parco Avventura Adrenalina Verde, sono stati premiati come vincitori della selezione regionale della Calabria, nella categoria “non solo agricoltura”, per gli Oscar Green 2013” accedendo così, alla finale Nazionale del concorso.
Il premio assegnato è l’ Oscar regionale del concorso promosso da Coldiretti Giovani Impresa, per dare un giusto riconoscimento alle giovani imprese agricole italiane e a tutti i soggetti che si siano distinti per aver iniziato un percorso di innovazione, ricerca e diversificazione
“Lavoro insieme ad un gruppo fantastico di ragazzi – ha commentato Domenico De Paola dell’Agriturismo Fondo dei Baroni, che ha ritirato i premi. Questo gruppo ha fatto della scoperta, della fruizione e della valorizzazione dell’ambiente naturale delle Serre il proprio progetto di vita. Insieme abbiamo scoperto che il rispetto della natura può diventare anche una risorsa economica . Ci auguriamo che, parallelamente alla nostra, possano avviarsi altre iniziative nel solco che abbiamo tracciato”.
Siamo Veramente orgogliosi e soddisfatti – aggiungono i soci del Parco Avventura Adrenalina Verde- di aver ottenuto questi riconoscimenti. Il nostro impegno per il rispetto della natura e l’offerta di servizi turistici di qualità hanno dato ottimi risultati. Siamo coscienti, dopo questi riconoscimenti, di essere al centro dell’attenzione e per questo vogliamo andare fino in fondo al concorso nazionale, per dimostrare che esiste una Calabria diversa dallo stereotipo nazionale.
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Venerdì, 31 Maggio 2013 12:55

Morire di 'amore'

mini Fabiana LuzziRiceviamo e pubblichiamo:

Si può uccidere in nome dell’amore? Che amore è quello che induce ad uccidere? Non è sicuramente una storia d’amore, l’assassinio della giovanissima Fabiana, che, in quella che potremo definire una classifica dell’orrore, rientra sicuramente in una posizione apicale. E nessuna motivazione, mai, può giustificare tale ferocia. Nessun comportamento o atteggiamento può motivare, alimentare o avallare questa barbarie, nessuno mai deve sentirsi autorizzato ad ergersi a carnefice.

E ancora più agghiacciante e sconvolgente in questo caso è la giovane età dei “protagonisti”. Giovani, acerbi. Vittima e carnefice. Lei lo ha rifiutato. Lui ha infierito. Un rifiuto è come un’onta inconcepibile e un’imperdonabile ribellione. Tale da indurre a sopprimere chi ha “osato”!

Non me la sento di parlare delle modalità perché, da mamma e donna, fa troppo male. Vorrei invece soffermarmi sul fenomeno e su quello che sull’argomento, si sta dicendo, da più parti, in questi giorni. Si assumono posizioni diverse, di condanna, di denuncia, ma anche di critica.

Alcuni articoli scritti sui giornali nazionali in questi ultimi giorni sono stati molto forti, pesanti, nei confronti di quella che è stata definita una Calabria che non dà scelta. Non credo sia così esteso il fenomeno.

Però c’è, esiste. E non dobbiamo girarci dall’altra parte, perché ci sentiamo offesi, e mettere la testa sotto la sabbia come gli struzzi. Purtroppo, ancora in alcuni ambienti, ci sono ragazze che subiscono molte limitazioni e ci sono ancora altri ambienti che educano per, abitudini ancestrali, i ragazzi a considerarle oggetto, loro proprietà, quindi destinatarie di maltrattamenti ed angherie al primo rifiuto o alla prima pseudo “ribellione”!

Ci sono veramente quei mostri di cui parlano? Certo, anche io considero mostro chi picchia la propria donna, chi le vieta di fare anche le cose più banali ma che potrebbero, stante la loro mentalità, intaccare l’”onore”, chi usa la violenza per dominare la persona, per natura più debole e che ha come unica pecca quella di non riuscire a ribellarsi.

Non credo che le donne calabresi siano compiacenti, sono solo delle vittime e quindi non potrebbero esserlo!

Mi sento e sono una donna fortunata. La mia famiglia d’origine mi ha dato la possibilità di crescere e maturare in un ambiente intellettualmente aperto e di scegliere il tipo di vita che ritenevo più giusto. Ho formato una famiglia con un uomo che insieme a me ha condiviso alla pari scelte e percorsi. Abbiamo, insieme, educato i nostri figli al rispetto verso gli altri, donne e uomini, contro ogni forma di razzismo, violenza, discriminazione, dando loro quei principi necessari per crescere da persone libere ed intellettualmente oneste.

Ma non credo di essere l’unica. Molte amiche e donne che conosco, donne forti e determinate, hanno potuto scegliere come vivere la loro vita, rendendosi protagoniste e non spettatrici del proprio sociale. Purtroppo per altre, e sono diverse, lo riconosco, non è stato e non è ancora così. Non so se si tratta di posizione geografica. Sicuramente si tratta di mentalità e di mancanza di rispetto verso le persone! Anche la mancanza di cultura rende prigionieri. Bisogna sempre associare al concetto di cultura, la parola libertà, e la cultura aiuta ad essere liberi.

Non mi è mai piaciuto generalizzare, credo sia un errore farlo ma è pur vero che sono tanti i casi di ragazze che non sono libere, per dirla con una metafora, di aprire le ali e volare perché queste vengono tarpate da una mentalità chiusa, gretta, retrograda. Non possono scegliere, perché se lo fanno, la libertà di scelta equivale ad essere una poco di buono.

Il rispetto umano è uno dei valori principali che si dovrebbe insegnare ai propri figli. Bisogna educarli fin da piccoli, e, da genitori mettersi in discussione, non essere sempre permissivi e sempre pronti a giustificarli quasi per un voler assolvere la propria inadeguatezza. Si, perché molto spesso i genitori hanno sostenuto con forza i propri figli violenti e sminuito episodi di bullismo e violenza gratuita facendo anche ricadere le colpe sulle vittime. Questi comportamenti inevitabilmente porteranno i ragazzi ad essere sempre più violenti con gli altri, e a pagarne il fio saranno sicuramente anche le loro sorelle, le loro future compagne e figlie; quando non le stesse madri. Non dimentichiamoci che un cattivo rapporto instaurato oggi si ripercuoterà inevitabilmente nei loro comportamenti futuri e potrà avere conseguenze disastrose.

Ma non bisogna mai rassegnarsi. Dobbiamo invece continuare a denunciare laddove esistono disuguaglianze e far emergere, invece le potenzialità che una donna “libera” potrebbe sviluppare, anche l’elenco delle donne vittime di amori “malati” si allunga sempre di più. Ogni giorno questo capitolo si fa sempre più copioso arricchendosi di dolenti quanto agghiaccianti novità.

Ritengo però strano anche il comportamento di donne vittime di violenza che però si rifiutano di essere salvate e ritornano, perdonandolo, con il loro carnefice. Si perché avviene anche questo. E’ successo di recente a Nettuno, dove una ragazza con il setto nasale rotto sostiene di essere caduta e non picchiata, come accertato dal padre, dal proprio ragazzo violento rifiutandosi di sporgere denuncia; o l’altra di Caserta che pur avendo la milza spappolata dai calci del fidanzato lo perdona e dice di amarlo ancora. Come si può continuare a fare violenza su sé stessi? Come possono tradurre in amore questi comportamenti aberranti e barbari per non dire malati? Credono che perdonando possano redimerli? Invece servono comportamenti forti, azioni provocatorie che si spera servano da esempio ad altre future vittime. E ben vengano quelle fatte dell’avvocato della ragazza di Caserta che si è rifiutata di difenderla e ha rimesso il mandato e del padre della ragazza di Nettuno che ha denunciato, di sua iniziativa e contro la volontà della figlia, il bruto che l’aveva picchiata.

Io non mi riterrò offesa dagli articoli “denigratori” finché una sola donna, nella mia terra non avrà libertà di scelta e di autodeterminazione, e fin quando la donna non sarà considerata una persona, esattamente alla stessa stregua degli uomini.

E non dimentichiamo, la violenza verso le donne va condannata. Sempre, al sud come al nord.

Merilia Ciconte
Presidente Commissione Pari Opportunità Soriano Calabro (VV)

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mini realserra_allieviSERRA SAN BRUNO - Un incontro disputato a viso aperto da entrambe le squadre. Un derby, quello andato in scena ieri tra Real Serra e Ancinale che, alla fine, ha premiato i ragazzi di mister Albano. 3 a 0 il risultato finale, con le reti messi a segno tutte nella ripresa. Il vantaggio dei serresi arriva grazie ad un calcio di punizione di Pasquale Andreacchi. Raddoppio sempre ad opera dell’attaccante giallorosso, che sfrutta al meglio un lancio dalla destra, si invola sotto porta e da buona posizione, infila la palla dove il portiere non può arrivare. Il 3 a 0 che chiude definitivamente l’incontro lo firma Daniele Valente, che sfrutta al meglio una respinta dell’estremo difensore dell’ Ancinale su un tiro di Andreacchi, senza dubbio uno dei migliori in campo. Un elogio, però, va sia al Real Serra che all’ Ancinale, per il progetto che stanno portando avanti nel territorio delle Serre vibonesi, che mira soprattutto ad insegnare ai ragazzi i valori dello sport, tra questi il rispetto nei confronti dell’avversario. Da sottolineare, inoltre, l’ottima prova dei serresi ed, in particolar modo, di Andreacchi e Costa, che si sono contraddistinti più di ogni altro nel corso del match. L’estremo difensore del Real Serra, infatti, ha neutralizzato un rigore nel secondo tempo, mantenendo dunque la porta inviolata. Andreacchi e Costa, dunque, hanno ancora una volta dimostrato di essere forti tecnicamente e poter cointivare un sogno, quello di disputare categorie ben superiori rispetto a quella che stanno affrontando. Per gli ospiti, invece, ottima prova di Raffaele Tassone, tra i più affidabili del suo reparto.

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consiglio comunale_serraSERRA SAN BRUNO - “Una seduta tecnica”. Così definisce, il primo cittadino Bruno Rosi, il Consiglio Comunale andato in scena questa mattina a Palazzo Chimirri. Forse eccessivamente tecnica, tanto da divenire, ancora una volta, una seduta del tutto sorda rispetto a quanto accade a pochi metri dall’ombelico del palazzo comunale. Un’amministrazione che non perde occasione per dimostrarsi sempre più insensibile rispetto al degrado civile e culturale in cui la cittadina è sprofondata ormai da troppo tempo.

È stato Mirko Tassone, unico presente oggi in minoranza assieme a Giuseppe Raffele, a porre in rilievo l’allarme ordine pubblico: “Viviamo in un’emergenza evidente caratterizzata da autovetture incendiate (lo stesso Tassone ne fu vittima qualche giorno fa, ndr), furti nelle abitazioni e sparizioni di giovani. È strano che il Consiglio non senta l’esigenza di affrontare questi temi”. Tassone fa quindi esplicitamente riferimento al “caso Massimo Lampasi”, giovane 25enne serrese con qualche precedente penale, misteriosamente scomparso e di cui, da quasi una settimana, non si hanno più notizie. La legittima veemenza con cui Mirko Tassone affronta la questione è determinata anche e soprattutto dal fatto che, lo stesso Consigliere di minoranza, nel maggio scorso, aveva indirizzato al Sindaco un’interrogazione in cui si chiedeva l’elaborazione di un piano per migliorare l’illuminazione del centro-storico e sfavorire quindi l’azione notturna di criminali e “topi d’appartamento”, con l’istituzione dell’Assessorato per la Pubblica Sicurezza e la richiesta al Prefetto di un apposito Comitato d’Ordine e Sicurezza Pubblica. Ma la richiesta era stata totalmente ignorata dalla maggioranza serrese, tanto che alla stessa istanza non  aveva fatto seguito alcuna risposta, né negativa né positiva. Un atteggiamento di indifferenza, dunque, che continua a protrarsi anche in questi giorni “difficili” vissuti, purtroppo, dalla cittadina serrese.

A ribattere è il Sindaco: “Non c’è stato il tempo per inserire la discussione nel Consiglio, abbiamo delle scadenze importanti da rispettare”. Peccato però che la seduta sia stata convocata già dal 25 febbraio e si sia trovato il tempo, piuttosto, per integrare tre giorni dopo un argomento aggiuntivo a quelli già previsti all’ordine del giorno (l’affidamento del servizio di Tesoreria). Integrazione effettuata quindi il 28 febbraio, ben due giorni dopo la scomparsa di Lampasi. Sullo stesso tema Salerno rassicura: “Quello di Lampasi potrebbe essere un allontanamento volontario, che non c’entra nulla con la criminalità organizzata. C’è una linea di confine oltre la quale la politica non può andare. Della questione sicurezza se ne riparlerà nel prossimo Consiglio”. Speriamo non sia troppo tardi.

Tornando ai tecnicismi, con il primo punto si decide di approvare il verbale della seduta precedente (quella in cui il Comune acquistò un immobile nel centro storico, nonostante la Spending Review gli impedisse di farlo). Al secondo e terzo punto si trattano due accordi di programmazione negoziata dei fondi PISL per, rispettivamente, la ristrutturazione di un complesso edilizio (ospizio di località “Guido” mai completato) da destinare a “Casa del Pellegrino” (1.800.000 euro) e per la ristrutturazione della vecchia casa mandamentale da adibire a museo/pinacoteca (560.000 euro).

Si passa così al Protocollo di intesa sulla SUA (Stazione Unica Appaltante). Ancora il Consigliere Mirko Tassone propone di approvare un protocollo aggiuntivo per dimezzare la quota minima per le forniture dei beni e servizi (da 100mila a 50mila euro) e per garantire quindi maggiore trasparenza nell’aggiudicazione delle forniture a soggetti privati. La maggioranza rigetta la proposta. La discussione slitta quindi, a dire il vero impropriamente, sulla Commissione d’Accesso agli Atti, insediatasi dal novembre scorso al Comune di Serra San Bruno per presunta infiltrazione mafiosa. Ancora Nazzareno Salerno, capitano coraggioso, mentre gli altri esponenti della maggioranza giocano con il cellulare o sfogliano il giornale, in maniera del tutto fuori contesto rispetto alla discussione, rassicura a voce alta: “Non abbiamo paura e non abbiamo niente da nascondere, il fatto che ci sia una Commissione d’Accesso al Comune non ci intimorisce”. Si salvi chi può.

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mini 50968-1Anche la Calabria è chiamata al voto per il rinnovo dei due rami del Parlamento – la Camera dei Deputati (scheda rosa) e il Senato della Repubblica (scheda gialla). Le consultazioni elettorali si tengono oggi (domenica 24) dalle 8 alle 22 e domani (lunedì 25 febbraio) dalle 7 alle 15 in 61.445 seggi sparsi su tutto il territorio nazionale, a seguito dello scioglimento anticipato delle Camere avvenuto il 22 dicembre scorso (4 mesi prima rispetto alla conclusione naturale della XVI Legislatura). Il sistema di ripartizione dei seggi e le modalità di voto sono regolamentate dalla vigente legge elettorale del 2005

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Venerdì, 02 Novembre 2012 12:12

Madre Courage e i suoi figli

mini enotrio-pugliese-onorata-societa-tre-donne-e-bambino_1Donna, spesso, è sinonimo di madre, e da uomo, ho sempre avuto gran rispetto per la donna. Rispetto in lei, nella natura che la predispone all’essere madre. Nella letteratura calabrese, nella poesia, la donna, sempre è stata trattata come un essere puro, quasi sacro, mai venendo meno, mai dissacrando questo principio di “santità della donna”.  Cosi scriveva mio Sharo Gambino. “Santità intesa come purificazione mediante la maternità, anche quando la maternità è mancata per un difetto della natura o perché non c’è stato il  seme a compiere il miracolo eterno della vita”. La donna dunque protagonista della famiglia e della società. Madre sinonimo di amore e di dolcezza. In Calabria, spesso, donne forti, destinate ad un destino che spesso le ghettizza, le rinchiude, le arresta in casa. Alvaro stesso, spesso parla di donna e di destino, nei suoi romanzi. L’opera tutta di Alvaro, quella letteraria, è da considerarsi palcoscenico di umanità, sulla cui ribalta la donna recita sempre un ruolo di primo piano. L’immagine che ho io della donna in questi giorni, purtroppo, è molto più cruda e triste. La descrizione della madre fatta da Ignazio Buttitta in “Lamento per la morte di Turiddu Carnovali”, di quella santità che da emblema di amore diventa odio e rabbia, l’odio di colei che si vede strappato il frutto del suo grembo, il dolore che solo e soltanto una madre può provare. Di nuovo Alvaro. Quella madre che non esita a mutarsi in “fiera” dalle unghie graffianti a lanciare l’anatema contro chi era stato la causa della rovina degli Argirò. “Maledizione a chi dico io. Maledizione a chi ha voluto il male delle creature innocenti. Che li fascino con l’allume di rocca, che vadano mendicando per i forni, che non abbiano pace, che la madre li vada cercando e non li riconosca” Questa madre, queste madri greche nel sentimento, nel volto, nei costumi e negli atteggiamenti, si legano con un filo conduttore lungo secoli a Medea. Non a quella Medea di Seneca, per il quale ella uccide i propri figli per gelosia verso il marito che l’ha abbandonata, ma alla Medea assai meno terribile de “La lunga notte di Medea”, che uccide i suoi figli non sopportando l’idea che essi debbano soffrire la fame o l’oppressione o l’esilio dell’emigrazione, li uccide per salvarli. Un amore talmente forte che arriva quasi alla perversione, ad una cinica interpretazione della realtà che non lascia spiragli e che vede la morte violenta come l’unica soluzione Le madri di ragazzi innocenti, le madri di ragazzi che sono stati inghiottiti dal fascino perverso della mafia, le madri che si sono trovate in mezzo ad una guerra di 'ndrangheta senza sapere come e perché e piangono mariti morti, figli in galera, figli probabili bersagli.”Fino a che si ammazzano tra di loro….” le donne non sono mai “tra di loro”, perché questi famosi “loro” che si ammazzano selvaggiamente sono figli di donne disperate. A loro il mio pensiero. Oggi specialmente alla madre di Filippo, oggi ancora alla madre di Pasquale.

(Enotrio, Onorata Società - Tre donne e un bambino)

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mini 2012_652Riceviamo e pubblichiamo:

Nei giorni scorsi, presso la pizzeria la Plaka di Serra San Bruno, la Comunità Capi del gruppo scout  Serra San Bruno1 ha ospitato gli studenti egiziani coinvolti nel progetto di cooperazione internazionale “Pitagora Mundus”.

Tale incontro, programmato fin dall’arrivo degli egiziani nel nostro paese, ha fatto sì che i giovani ospiti scoprissero  la realtà dello scoutismo a Serra e  il fine che muove l’associazione in Italia e nel mondo.

Tramite la proiezione di immagini legate all’AGESCI, la Comunità Capi del Serra San Bruno 1 ha voluto proporre loro attività e occasioni d’incontro (escursioni, riunioni in stile scout),  che nell’arco del’anno  si potrebbero gestire insieme.

Tra Inglese, Francese, Arabo, Italiano e dialetto serrese, simpaticamente ci siamo scambiati esperienze e confronti   su vite, culture  e stili profondamente diversi . Tali caratteristiche costituiscono la base dell’integrazione e meritano di  essere totalmente rispettati e accettati sia dall’una che dall’altra parte.

Ne è seguita una cena a base di pasta con il ragù (non di maiale), pollo e patate, frutta e un dolcetto. Nel rispetto della cultura musulmana niente vino e alcolici, ma solo un po’ di coca cola e aranciata.

L’esperienza degli studenti Egiziani a Serra costituisce una sfida che  proietta il nostro comune, per la prima volta,  in un’ottica   di globalizzazione vera. L’Egitto investe in cultura e formazione, e Serra San Bruno, diventa il centro di  tale attività.

La scelta del nostro comprensorio   da parte della Regione Calabria non è casuale, ma legata a caratteristiche culturali, strutturali e di bacino chiuso che vive l’esperienza più del borgo rispetto alla città.

Dobbiamo rispondere nel migliore dei modi a questa prova di integrazione e di civiltà: non possiamo fallire.

Un cerchio di gioia con canti e ban ha concluso la serata.

Alla prossima

La Comunità Capi del gruppo scout Serra San Bruno1

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Sabato, 06 Ottobre 2012 17:20

I figli di Osso Mastrosso e Carcagnosso

mini enotrio-pugliese-onorata-societa-casolare-uomo-fucile_1E’ l’espressione piena di una generazione, quella che ancora non ha raggiunto i vent’anni, di quella consolidata subcultura mafiosa che oramai è radicata nelle loro menti ignoranti. Vent’anni di Berluscoglionismo televisivo, una certa propensione all’idolatrare capi mafia e gangster, quella spettacolarizzazione del crimine e del malaffare come se fosse un probabile modello di vita da imitare, perché se ti va bene, sei rispettato e sei pieno di soldi. La Magliana, il Capo dei Capi, ecco cosa ci propina la televisione, quando io da piccolo ricordo, ad esempio in prima serata sulla Rai, Mistero Buffo del nobel Dario Fo. Ora la televisione, cattiva, anzi pessima educatrice, crea miti, falsi e violenti. Ecco cosa succede a Serra San Bruno. Una qualsiasi banalità, un richiamo, una sanzione disciplinare, un qualsiasi evento o discussione, porta i protagonisti dell’eventuale dissidio, a cercare risoluzione commettendo un gesto, che probabilmente è ora considerato di routine

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mini IMG00156-20120920-1617Nei giorni scorsi il Comitato civico Pro-Serre ha incontrato Marco Poletto, membro del cda dell’azienda “La Foresta” che sta realizzando a Serra San Bruno una centrale a biomasse all’interno del terreno di proprietà dell’azienda stessa, sito a pochi passi dal Santuario di Santa Maria del Bosco. Il Comitato ha richiesto l’incontro, riscontrando la massima disponibilità da parte dell’azienda, per chiedere informazioni dettagliate sulle caratteristiche dell’impianto e sul potenziale impatto ambientale sul territorio. Il dott. Poletto ha spiegato che si tratta di un impianto di piccole dimensioni (1 megawatt) che si alimenta solo con biomassa legnosa vergine proveniente dai boschi di proprietà dell’azienda.

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