Domenica, 23 Gennaio 2022 08:42

Come nasce un Monumento/1 - La contesa tra artisti

Scritto da Bruno Greco
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Il monumento ai caduti di Serra e Chiesa Addolorata (particolare di una foto di Vitantonio Tassone) Il monumento ai caduti di Serra e Chiesa Addolorata (particolare di una foto di Vitantonio Tassone)

La necessità che i defunti vivano nella memoria dei loro cari è un tema importante che attraversa tutta la Storia. Tanto più se quando da ricordare c’è chi si è sacrificato per la patria come gli ignari militi della Grande Guerra. È qui che nasce una sorta di dovere istituzionale carico di rispetto e (perché no) anche ostentazione nel ricordare le gesta dei propri figli. Con un lavoro a più puntate, Il Vizzarro racconta com'è nato il Monumento ai Caduti di Serra San Bruno ricostruendone la storia attraverso la travagliata raccolta epistolare presente nell’archivio storico del Comune, un patrimonio documentale recuperato dall'attuale amministrazione comunale e custodito nella bibliotecaEnzo Vellone”. Ne vengono fuori interessanti rapporti tra politica, arte e popolazione. E soprattutto una contesa tra artisti come avviene nelle più celebri commissioni. 

Serra San Bruno (come ogni Comune della nazione) ricorda, proprio al centro del paese, i propri figli caduti in guerra e lo fa alla maniera delle città d’arte ossia con l’opera di un “Fante vittorioso”, fuso in bronzo, posto all’apice di un grande basamento granitico di maestranza serrese. 

Il 25 ottobre 1921 il sindaco di Serra scrive al collega di Pasian Schiavonesco per avere informazioni sul monumento ai caduti di quel Comune visto sui giornali illustrati (stralcio della lettera)

Il "Fante vittorioso" (monumento ai caduti) di Pasian Schiavonesco (oggi Basiliano) e Serra San Bruno

Quell’illustrazione vista sui giornali dell’epoca 

È il 25 ottobre del 1921 quando il sindaco di Serra San Bruno, Vincenzo Grenci, scrive al collega di Pasian Schiavonesco (oggi Basiliano) in Friuli-Venezia Giulia. Internet è fantascienza e le notizie viaggiano naturalmente su carta. Il primo cittadino serrese aveva avuto modo di vedere «sui giornali illustrati» il monumento eretto proprio a Pasian Schiavonesco e per ricordare i caduti serresi ne avrebbe voluto proprio uno simile. Da lì l’idea di scrivere al collega sindaco per avere informazioni e conoscere sia il progettista che lo scultore. Nella risposta, che non tarda ad arrivare, il sindaco friulano indica quale autore dell’opera il «Prof. Aurelio Mistruzzi» con studio a Roma. Comincia così l’iter di progettazione del “Fante vittorioso” (monumento ai caduti) di Serra San Bruno. 

Stralcio della lettera inviata al Municipio di Serra dallo scultore Aurelio Mistruzzi

Alla ricerca di un artista e dei fondi 

L’apprezzamento per l’opera da parte del sindaco di Serra arriva nello studio dell’artista Aurelio Mistruzzi, che in una sua missiva del 9 novembre, indirizzata al Municipio serrese, indica in maniera sommaria le misure della scultura da riprodurre (già presente o richiesta in altre parti d’Italia) e il prezzo di 18mila lire per l’opera fusa in bronzo e di 5mila lire per il basamento «più o meno ricco a seconda dei mezzi disponibili» per un totale dunque di 23mila lire. Lontani ancora dalla commissione, e sondando il terreno per la realizzazione dell’ambita opera, l’amministrazione lavora alacremente per trovare un artista degno di quel monumento e soprattutto per la ricerca dei fondi necessari. Dopo i primi riscontri sulla possibilità di far erigere il monumento viene chiamato in causa il presidente della deputazione provinciale di Catanzaro: «Questo comune – si legge nella richiesta – assolvendo ad un obbligo doveroso ha fatto delle pratiche per far sorgere un monumento per i caduti in guerra ed è in corso di trattative con uno scultore appositamente qui venuto. Si ha una spesa intorno alle lire 35 - 40 mila». Dalla cifra, quanto dal fatto che l’artista citato nella richiesta si fosse già recato a Serra, si evince come l’amministrazione fosse in trattativa non solo con il Mistruzzi e che prima di lui qualcun altro fosse stato già contattato per un preventivo. «Prima di concludere il relativo contratto – si chiede in ultimo alla Provincia – prego V. S. Ill.ma volermi indicare approssimativamente l’ammontare del concorso che per tale opera potrebbe dare la provincia. […] È necessario assolutamente sapere preventivamente il concorso della provincia giacché questo Comitato con tale dato e con quelli che già conosce che può dare la pubblica sottoscrizione […] potrà regolarsi». 

L’accusa di plagio 

L’artista già recatosi a Serra prima che venisse aperta la trattativa con lo scultore Aurelio Mistruzzi è Vincenzo Romeo di Radicena (Taurianova). Infatti, il 16 novembre del 1921, il sindaco di Serra nello scrivere proprio a Romeo precisa che «questo Comitato (istituito appositamente per l’erezione del monumento, ndr) […] prima della sua venuta in questo Comune si trovava di aver già scritto ad uno Scultore in Roma» il quale ha offerto «migliori condizioni». Sempre il 16 novembre l’amministrazione serrese indirizza una lettera anche al Mistruzzi rimarcando l’espediente delle «migliori condizioni» che altri artisti avrebbero offerto per «la fusione del fante con le stesse caratteristiche di quella del monumento di Pasian Schiavonesco», pregando l’artista di fornire nuove e più vantaggiose proposte. Una missiva, quella del sindaco Grenci, che fa infuocare la concorrenza tra gli artisti e che se mal interpretata suggerirebbe che l’amministrazione serrese, fortemente innamorata del “Fante vittorioso” del Mistruzzi, potrebbe commissionare la stessa opera ad altro artista prestatosi al plagio. Infatti, in tutta risposta il Mistruzzi chiosa: «Non mi meraviglio affatto che qualcuno possa offrirsi di eseguire un plagio della mia opera per un prezzo inferiore. L’artista che ha dell’originalità non si abbassa al plagio per qualsiasi compenso». Non mancano riferimenti alla povertà di invenzione quanto di tecnica di coloro che si prestano a copiare sfruttando studi altrui per farne «misera imitazione», precisando anche l’intenzione di far valere i propri diritti di autore e allegando due ingrandimenti fotografici per sottolineare la qualità delle sue opere. In più, lo scultore Mistruzzi, evidenzia la forte richiesta del suo lavoro in quanto «dal giorno in cui sulla “Domenica del Corriere” apparve l’illustrazione del “Fante” ad oggi mi sono pervenute ben otto richieste di riproduzioni. Con Grottaminarda (Avellino), Teglio Veneto e Alpicella di Varazze (Genova) ho già concluso per l’erezione del monumento». Pur esponendo il suo disappunto, l’artista fa scendere comunque la spesa per la realizzazione a Serra del “Fante vittorioso” da 18 a 15mila lire.

Sopra un altro stralcio di lettera inviata dal Mistruzzi al Comune di Serra. In basso da sinistra il "Fante" di Alpicella di Varazze e di Teglio Veneto anche se quest'ultimo nella scheda di catalogo dei beni culturali non ha attribuzione. Stando alla lettera del Mistruzzi sopra riportata, e all'iconografia del "Fante vittorioso" con allegoria, potrebbe essere stato lui l'autore

Il prestigio di firmare un’opera a Serra 

Evidentemente è così alta la volontà degli artisti di poter porre la propria firma su un’opera della celebre cittadina della Certosa che lo “scontro” a suon di penna e calamaio non si placa, cosicché lo scultore Vincenzo Romeo muove nuove considerazioni. L’“arringa” di Romeo (che presenta il suo bozzetto) si concentra sulla dignità dell’artista, al di là delle condizioni più vantaggiose, che non può scendere per un simile lavoro sotto le 25mila lire (oltre il basamento). «Quindi mi creda signor sindaco – spiega Romeo – che io lavoro per la reclame nella speranza di guadagnare in seguito». In una futura lettera, sempre Romeo, con l'intenzione di accaparrarsi ancora la commissione apporta motivazioni regionalistiche facendo scendere il suo «meschinissimo» compenso per la statua (decorazioni e basamento a parte) a sole 8mila lire, motivando la mancata scelta del suo lavoro in quanto nel Comitato «sarà uscito fuori qualche protettore imponendosi che il lavoro lo facesse qualche altro e per giunta Romano». Dunque, lasciare ai posteri la propria firma a Serra per un artista sarebbe valso più di qualsiasi altro guadagno. 

1/continua.

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