mini presidio_blocco_dei_camion_20_maggioSCALA COELI – Camminando lungo la strada che porta alla discarica si intuisce subito che la calma bucolica che si respira tutt’intorno è effimera. Più che di una strada, per la verità, si tratta di un sentiero sterrato, una mulattiera che si intrufola in mezzo alle colline verdeggianti chiuse a semicerchio che sembrano proteggere, tra terreni coltivati e prati lasciati al pascolo degli animali, l’avanzata del fiume Nicà verso lo Jonio. C’è qualcuno che, senza farsi vedere, sorveglia il sentiero, dall’alto. Sono le sentinelle della valle, appostate sulle colline controllano con discrezione che non ci provino di nuovo, perché finora hanno vinto loro ma sanno bene che si tratta solo di una battaglia.
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mini 965387_387564951361158_1466367502_o"Dopo la giornata di ieri in cui si è riuscito ad evitare l'apertura illeggitima della discarica di rifiuti speciali non pericolosi di Scala Coeli, questa mattina nessun camion è arrivato in località Pipino e quindi la discarica continua a restare chiusa. Anche stamattina dall'alba agricoltori, comitati e associazioni hanno presidiato e controllato 'il luogo del misfatto'. In questo momento, fino a questa sera, a vigilare vi saranno oltre alle forze dell'ordine, a turno gli allevatori auto organizzati e noi dei comitati". La protesta va avanti ad oltranza e le barricate continuano a fermare i camion.

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mini rdt_franco_nisticMercoledì 6 marzo si consumerà l’ultimo atto di una storia divenuta ormai tragicomica: il Comitato Portuale dovrà decidere sulla concessione per la realizzazione del rigassificatore all’interno del porto di Gioia Tauro. Un’opera che, come ben ricordano i comitati e le associazioni che hanno annunciato per l’occasione un presidio davanti l’Autorità portuale, continua il suo iter nonostante la contrarietà di enti locali come il Comune di Gioia Tauro e dello stesso Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.  Un progetto spacciato come necessario per affrontare una fantomatica emergenza gas, portatore di occupazione e sviluppo, ma che in realtà è utile solamente alle lobbies che ci stanno dietro, che potranno esportare il gas trattato nel resto d’Europa, lasciando poco dal punto di vista economico nel territorio ma tantissimo per quel che riguarda i rischi per la salute e per l’ambiente.
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mini manifestazione_alaco_20_ottobre_2012Stamattina  il Comitato civico Pro - Serre ed il Coordinamento calabrese Acqua pubblica 'Bruno Arcuri' hanno promosso una manifestazione di protesta davanti ai cancelli della diga Alaco, posta sotto sequestro ormai da diversi mesi dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia per gravi carenze nella gestione e nei controlli dell’acqua “potabile”. Nonostante i provvedimenti della magistratura, la situazione non è mai cambiata. Anzi. L' acqua che sgorga dai rubinetti, dei vibonesi e dei serresi in particolare, infatti, presenta ancora un odore nauseabondo ed un colorito anomalo. Nel corso del sit-in, al quale hanno preso parte centinaia di persone, da registrare gli interventi degli attivisti locali

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mini comitato_acquaSERRA SAN BRUNO – Il comitato cittadino per l’acqua pubblica, un movimento nato dal basso e confluito nel comitato civico Pro-Serre, non indietreggia di un centimetro sulla lotta per la pubblicizzazione dei servizi idrici. Per fare il punto della situazione e rilanciare la battaglia dei comitati civici in difesa del territorio gli attivisti locali hanno convocato un incontro con i giornalisti tenutosi ieri nella nuova sala dell'associazione culturale Il Brigante. I componenti del comitato hanno sottolineato come la situazione dell’acqua pubblica, dopo i referendum del 12 e 13 giugno 2011, non soltanto non è mutata ma addirittura peggiorata e la scelta del popolo italiano sembra essere stata disattesa. Gli attivisti locali hanno sottolineato, in particolare, come le scelte dell'amministrazione comunale sull'acqua siano "inaccettabili dal punto di vista politico e morale, perchè contrarie agli interessi dei cittadini, che non vengono tutelati sia per i danni alla salute pubblica e sia per l'acqua pagata come potabile quando non lo è, e favorevoli invece a Sorical che fa profitti sulla nostra acqua". Ha introdotto l'incontro Sergio Pelaia, che ha ricordato la situazione di dipendenza dal "sistema Alaco" creato da Sorical e Veolia, e ha stigmatizzato il mancato distacco, promesso in campagna elettorale dal sindaco Bruno Rosi che "ha svenduto gli interessi del territorio a Sorical". Il riferimento è alla convenzione con la quale a fronte di un debito di circa 300 mila euro, il Comune di Serra, per ottenere uno sconto di 30 mila euro, ha rinunciato alle cause legali con le quali aveva chiesto i danni all’immagine alla Sorical, rea di non aver fornito acqua potabile per lunghi periodi. Per Sergio Gambino "l’acqua che arriva nei rubinetti è avvelenata e una parte delle istituzioni probabilmente sta facendo delle indagini serie, nella speranza che molte cose vengano alla luce. Nella memoria di tanta gente del posto quel luogo è sempre stato una discarica abusiva dove si riversava di tutto". Secondo il presidente del comitato civico Pro-Serre, Salvatore Albanese, "quello che arriva nelle nostre case non è acqua ma un liquido giallo e maleodorante, si tratta di fanghi malamente smaltiti. La questione Alaco è poco chiara, fin dalla fase in cui il bacino è stato riempito senza essere adeguatamente bonificato, già per questo è una minaccia per la salute di quasi 400.000 utenti". Secondo Gianni Di Leo, del coordinamento regionale acqua pubblica 'Bruno Arcuri' "siamo vicini agli amici di Serra che hanno formato uno dei comitati più attivi sul territorio. Sulla questione acqua in Calabria manca totalmente il controllo da parte dei cittadini, che non hanno la possibilità di sentire una controparte rispetto a Sorical. Non c’è gestione democratica di un bene che è della comunità. Le tariffe sono illegittime, perché determinate con atti regionali: 3 sentenze della Corte costituzionale hanno sancito che competenza per le tariffe è solo del Cipe nazionale. Lo denunciamo da anni. Ieri resa pubblica la relazione della Corte dei Conti regionale, sull’acqua stesse nostre conclusioni. Ci vuole una gestione  partecipata: i cittadini devono poter avere contezza delle verifiche sull’acqua. I sindaci devono chiedere chiarezza sulle bollette pagate e non dovute". Dello stesso avviso anche Alfonso Senatore: "E' necessario - ha detto - rafforzare il senso di comunità attraverso la salvaguardia dei beni comuni. Siamo riusciti a creare e rafforzare delle reti, è cresciuta la partecipazione dei cittadini, che se le cose non vanno bene hanno il diritto-dovere di controllare, anche perché il controllo della politica è sempre deficitario in Calabria. Serra è un’esasperazione della situazione calabrese. Su Alaco sono state denunciate cose gravi. Qui non è più solo questione di affari economici, ma è in gioco la salute dei cittadini".

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