mini disc_seq_0_1SERRA SAN BRUNO - La data riportata sulle foto che sono di recente pervenute all’attenzione della nostra redazione – scattate solo due giorni prima del sequestro preventivo operato all’Isola ecologica comunale – testimoniano, nel concreto, quali siano stati i motivi che hanno spinto i militari del Noe di Reggio Calabria e della locale Compagnia dei Carabinieri a porre i sigilli alla struttura ubicata sulla statale 110, alla periferia del centro abitato cittadino. Nell’impianto sarebbero state riscontrate varie criticità, relative in particolare alle condizioni di rischio in cui erano costretti a lavorare gli operatori comunali e alle modalità di gestione di umido e indifferenziata.
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mini ospedale_serra"Da 3 anni le nostre richieste di incontro per illustrare le grosse criticità in ambito dialisi e nefrologia della rete calabrese non trovano sue risposte". A denunciarlo in una nota è il presidente regionale dell'Associazione nazionale emodializzati Dialisi e Trapianto, Pasquale Scaramozzino, che ha preso carta e penna, scrivendo una lettera al governatore della Calabria, Giuseppe Scopelliti. "E mentre nel 2010 - prosegue - i problemi erano solo strutturali, per centri dialisi obsoleti e non a norma - Serra San Bruno e il Pugliese Ciaccio di Catanzaro addirittura da terzo mondo - oggi, per blocco del turn over ed ereditate pesanti criticità, i problemi sono aumentati esponenzialmente da chiedere il rispetto dei Livelli essenziali di assistenza: per carenza di personale medico o per squilibrata distribuzione dello stesso in ambito regionale - al Pugliese Ciaccio di Catanzaro è sottodimensionato l'organico medico del 40%, quello infermieristico del 20% e del 100% quello di operatori sanitari; lacunosa prevenzione delle insufficienze renali oggi in aumento esponenziale; insufficiente campagna di donazione organi mentre aumentano le richieste di trapianto; assenza totale di informatizzazione della rete sanitaria nefrologica e quindi assenza di dati regionali ufficiali; dulcis in fundo la pretesa a danno dei disgraziati dializzati la richiesta di restituzione di rimborsi chilometrici persino agli eredi di dializzati defunti". Tutto questo, secondo Scaramozzino, non fa che determinare ''condizioni di criticità nefrologiche in Calabria e di ostracismo verso i dializzati, trapiantati e nefropatici, in specie nel territorio della provincia di Vibo Valentia, abbandonata al suo destino per politiche partigiane. Questo territorio - il mio di nascita e per questo sempre nel cuore - è stato spogliato letteralmente della Unità Complessa di nefrologia diversamente da altri territori non certo più importanti. Quali sono i motivi? Mi permetta di evidenziare - dati in nostro possesso - che mentre in Calabria il rapporto tra dializzati e popolazione è 1/1479 (anno 2010) nel vibonese è 1/971( dati recenti) con aggravio per le casse della sanità vibonese di 3 milioni l'anno. Questo dovrebbe allarmarla. Per questo chiediamo una conferenza dei servizi come prevista dal DL 502/92 articolo 14 comma 4. Perché signor Presidente , ad un anno dall'approvazione del Dpgr 170, i responsabili boicottano il varo di tale decreto che da solo consentirebbe di risparmiare e soprattutto gestire ottimamente dal centro i dializzati? Con l'applicazione di tale decreto vi è la certezza di uniformità di cura e migliore distribuzione dei centri dialisi sul territorio come riportato nell'allegato 5 del richiamato decreto, frutto della collaborazione con la nostra associazione. Per l'importanza delle segnalazioni fatte, sono convinto che stavolta ci darà un riscontro".

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mini nazzareno_zaffinoSERRA SAN BRUNO - Sta bene e sembra lucido Nazzareno Zaffino, l'89enne che era scomparso da ieri sera. Dopo qualche ora di ricerche – effettuate dai carabinieri con le unità cinofile, dalla polizia, dai vigili del fuoco, dagli agenti della forestale e della polizia municipale – il pensionato è stato ritrovato nel primo pomeriggio di oggi in una zona non molto distante dal luogo, in località “Papararo”, in cui era stato visto l'ultima volta intorno alle 20 di ieri. Anche se non se ne conosce il motivo, l'89enne si era quindi allontanato a piedi dal centro abitato, si è diretto in una zona periferica circondata da boschi, e ha poi trascorso la notte all'aperto.

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Martedì, 25 Giugno 2013 10:05

Serra, storia di un' ambulanza a metà

mini ospedale_serraSERRA SAN BRUNO - Che sia necessario potenziare il presidio ospedaliero della cittadina bruniana con un ulteriore mezzo di soccorso per l'emergenza urgenza tale da affiancare quello in servizio è di fondamentale importanza. Ma quella che è stata presentata come la seconda ambulanza in dotazione presso l'ospedale serrese si è rivelata una bufala. Si tratta in realtà di un mezzo della Croce Rossa, mandato dall'Asp di Vibo Valentia, il cui compito è unicamente quello di garantire il trasferimento agli ammalati presso altre strutture ospedaliere e di operare in codice verde. Nessuna possibilità quindi di operare in caso di urgenza quando l'unica ambulanza in dotazione al nosocomio montano è impegnata in altro intervento, anche perché il mezzo della CRI è sprovvisto di equipaggio sanitario.
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mini chiesa_Mongiana_e_foto_NadileMONGIANA – Questa volta non ci sarà il solito percorso di montagna che porta al lavoro, fatto di terra umida o polvere, questa volta ad accogliere Nazzareno Nadile, l’operaio 42enne morto a causa di un incidente sul lavoro, ci sarà un sentiero fiorito che porta al ristoro dalla fatica, dove riposa chi ha vissuto con la coscienza pura. I funerali del boscaiolo si sono celebrati ieri pomeriggio nella chiesa di Mongiana dedicata alla Beata Vergine delle Grazie. Il corteo quasi ammutolito, ha seguito il feretro che dalla casa è giunto in chiesa tra la commozione di parenti, amici e colleghi di lavoro, che da sempre hanno condiviso con lo sventurato lavoratore, numerose ore di lavoro e di fatica per garantire a se stessi e alla propria famiglia un'esistenza libera e dignitosa. Nazzanero Nadile da alcuni giorni si trovava ricoverato in gravissime condizioni presso il reparto di rianimazione dell’ospedale Pugliese di Catanzaro, dov’era giunto, a bordo di un elicottero del 118, in seguito alle conseguenze di un incidente sul lavoro che lo avevano costretto a lottare tra la vita e la morte, come spesso accade alla persone meno fortunate, non ce l’ha fatta. Le condizioni negli ultimi giorni si erano aggravate al tal punto che i sanitari stessi avevano lasciato ai familiari ben poche speranze circa la ripresa del giovane. La prognosi per tutto il periodo del ricovero era stata riservata fino a quando per il giovane non c’è stato più nulla da fare. E’ deceduto dopo le gravi ferite riportate in quella che avrebbe dovuto essere una delle tante mattinate di lavoro e che invece si è trasformata in una tragedia. Ora non è rimasto altro che un ultimo saluto a quel giovane che, dopo le estenuanti ore di lavoro, con la dolcezza che solo il cuore di un figlio può avere, era solito occuparsi della madre invalida a cui ogni sera rimboccava le coperte adagiandola amorevolmente nel letto. Quel letto dove lui era nato e che ora non lo rivedrà più.

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mini mongiana

MONGIANA – Un’altra vittima del lavoro, un’altra morte bianca si aggiunge a quella che è un’autentica carneficina e che purtroppo viene sottostimata dalle statistiche ufficiali e ignorata dalla politica. Nazzanero Nadile, il boscaiolo 42enne che da alcuni giorni si trovava dalla ricoverato in gravissime condizioni presso il reparto di rianimazione dell’ospedale Pugliese di Catanzaro, dov’era giunto, a bordo di un elicottero del 118, in seguito alle conseguenze di un incidente sul lavoro che lo avevano costretto a lottare tra la vita e la morte, è morto ieri pomeriggio. Il giovane non ce l’ha fatta, è deceduto dopo le gravi ferite riportate in quella che avrebbe dovuto essere una delle tante mattinate di lavoro e che invece si è trasformata in una tragedia. 

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mini omicidioSORIANELLO – Un giovane 23enne, Salvatore Lazzaro, è stato ferito gravemente in un agguato nella frazione Fago Savini di Sorianello. Secondo quanto siamo riusciti ad apprendere, Lazzaro era seduto sul divano della propria abitazione, quando all'improvviso sarebbe stato raggiunto da alcuni colpi che lo avrebbero ferito tra la testa ed il collo. Immediati i soccorsi che hanno provveduto a trasportare il giovane presso il nosocomio di Serra San Bruno. Le sue condizioni, al momento, sarebbero gravi. Elemento, questo, che ha reso necessario un primo intervento chirurgico. Solo nella tarda serata, è stato trasferito presso la struttura di Germaneto anche se, le sue condizioni, rimangono comunque molto critiche.

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mini incontro_asp_serra
La dott.ssa Maria Pompea Bernardi, 53 anni, medico d’origini calabresi con una lunga esperienza nel campo della organizzazione dei servizi ospedalieri maturata nell’Azienda-Universitaria di Parma,  si è insediata alla guida dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Vibo Valentia solo dal 24 gennaio scorso, succedendo a Bruno Zito, nominato dal 2010 a capo della Commissione Straordinaria per infiltrazioni mafiose. Maria Bernardi ha deciso fin da subito di “conoscere l’ambito territoriale in cui è stata chiamata ad operare, partendo proprio da un contatto diretto con i Sindaci”. Quindi nel pomeriggio di ieri, nei locali del Distretto Sanitario di Serra, si è tenuto appunto un incontro con i primi cittadini del comprensorio, convocati dalla stessa Bernardi. 
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mini comitato_pro_serre

Negli ultimi otto mesi del 2012, secondo uno studio effettuato dalla Commissione parlamentare sugli errori sanitari, in tutta Italia si sono verificati 570 casi di malasanità, di cui 400 hanno portato al decesso del paziente. Quel che è peggio, è che emerge una disparità enorme nei numeri registrati da una regione all’altra e, neanche a dirlo, in questo rapporto è proprio la Calabria ad uscirne malconcia: nella nostra regione si sono registrati ben 58 casi di malasanità per ogni 1000 abitanti (contro, ad esempio, un caso su mille abitanti nel Trentino Alto Adige). 
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mini Casa_Andreacchi2SERRA SAN BRUNO - Una battaglia. Anzi, due. La prima, iniziata circa tre anni fa, contro la giustizia. O forse sarebbe meglio parlare di ingiustizia. Perchè di questo si tratta. Era il dicembre del 2009 quando furono ritrovati i resti di Pasquale Andreacchi, giovane vittima innocente della criminalità organizzata. Il 15 gennaio 2010, poi, l'esame del Dna ha confermato che le ossa appartenevano proprio al ragazzo amante dei cavalli. Insomma, tre anni di battaglie e sofferenze. Contro la giustizia. Contro chi ha deciso di archiviare il caso dopo appena dodici mesi dal delitto. Tre anni nei quali la famiglia di Pasquale, assieme al proprio legale, l'avvocato Giovanna Fronte, ha fatto di tutto per risalire ai colpevoli.

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