Il Vizzarro.it - quotidiano online
Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
VIBO VALENTIA - Sono accusati di fare parte di un'associazione a delinquere dedita al traffico di droga i nove imputati del processo scaturito dalla maxioperazione “Ghost” per i quali il pm della Dda di Catanzaro, Carlo Villani, ha chiesto altrettante condanne. L'inchiesta, condotta dalla Squadra Mobile di Vibo Valentia, ad inizio 2011 aveva portato alla scoperta di una «centrale di taglio e smistamento» di sostanze stupefacenti in un capannone ubicato nella zona impervia di località “Felicello” nel comune di Gerocarne. Le intercettazioni ed i pedinamenti, durati ben due anni, avevano portato all’arresto di 45 persone afferenti ad un’articolata rete di presunti spacciatori che, secondo gli inquirenti, gestiva un ingente traffico di droga “lavorata” proprio a Gerocarne e poi smistata verso altre zone d’Italia e della regione.
Di seguito le condanne richieste dal pm:
Nazzareno Caglioti 18 anni di reclusione;
Alfonso Namia 15 anni e sei mesi;
Nicodemo Adorisio 15 anni;
Giuseppe De Masi 13 anni;
Vincenzo Capomolla 12 anni e sei mesi;
Filippo Mazzotta 11 anni e sei mesi;
Caterina Granato 11 anni;
Rosaria Iennarella 10 anni;
Vincenzo Morano 6 anni e 40.000 euro.
Sempre il pm ha chiesto inoltre al tribunale collegiale la trasmissione degli atti alla procura per il teste Elisa Filardo ipotizzando il reato di calunnia.
SERRA SAN BRUNO Nello studiolo c’è poca luce. Il volto di dom Jacques Dupont si illumina a intermittenza mentre parla di povertà, di amore, di fragilità, di bellezza. Pesa ogni parola, ma ha la passione che non si immaginerebbe in un eremita. L'anno appena iniziato ha un'importanza particolare. Ci si appresta a celebrare i cinquecento anni dell’autorizzazione al culto di San Bruno e del ritorno dei certosini a Serra, dopo che dal 1192 al 1514 l’abbazia era passata sotto la regola cistercense. Al priore abbiamo chiesto com’è, nel 2014, la vita in Certosa, e come ci si appresta a celebrare questi anniversari nel monastero. «La vita del monaco – spiega dom Jacques – è definita dalla liturgia, che è scandita da ricorrenze. Non le viviamo come feste mondane, ma toccano la nostra esistenza. Queste ricorrenze ci portano a ringraziare Dio per questa realtà che è viva ancora oggi».
Un’idea tanto geniale quanto utile: una webcam ancorata alla finestra del Palazzo municipale per mostrare, in tempo reale, il cielo di Serra San Bruno. Un’iniziativa buona soprattutto per i tanti emigrati non più domiciliati nel paese natio, che con un semplice clic sul portale web del Comune, possono ritornare a scrutare con malinconia lo stesso cielo che li ha accompagnati nei lunghi e spensierati pomeriggi adolescenziali. Ma soprattutto, un occhio insistente sul cuore del centro urbano, spalancato costantemente – 24 ore su 24 - sulla cittadina per tenere bene in vista la situazione meteorologica locale. “Le immagini della webcam sono trasmesse in presa diretta e non costituiscono archivio storico. Le riprese sono effettuate da una distanza tale da non permettere il riconoscimento dei tratti somatici dei soggetti, come previsto dalla vigente normativa sulla Privacy” si legge nella didascalia dell’immagine aperta su uno degli snodi cruciali della viabilità urbana, dove si intersecano Corso Umberto I e via De Gasperi .
Non sembra, però, che l’amministrazione comunale sia tanto avvezza a gestire per il meglio il servizio, infatti la webcam risulta rovesciata ormai da due giorni. Ribaltata su sé stessa, forse, da una forte raffica di vento e non, piuttosto, sistemata nella sua posizione naturale. In attesa di un pronto intervento, deciso magari grazie alla convocazione di una seduta consiliare ad hoc, rimaniamo in attesa di una Serra San Bruno verticale.
La “strina” in Calabria ha origini remote. Una tradizione per molti perduta da tempo. È infatti ormai da diversi anni che non si sentono più, durante l’ultimo giorno dell’anno, i canti e i suoni festosi che annunciavano la gradita visita della “strina”. Un rito ben distante dalla moderna e consumistica mania di scambiarsi i regali durante le feste natalizie e che nella tradizione calabrese era legato alla consuetudine del “musicista” povero e meno abbiente, che in cambio di un robusto bicchiere di vino rosso, di qualche oliva o di una manciata di acciughe salate, faceva spola tra le case di amici, parenti o semplici conoscenti per augurare a loro e alle loro famiglie l’auspicio di un nuovo anno pieno di felicità e piaceri.
Ennesima giornata di mobilitazione per i precari calabresi afferenti al bacino Lsu-Lpu, ancora impegnati, su tutto il territorio regionale, in una serie di manifestazioni e presidi per rivendicare la tanto agognata stabilizzazione. La manifestazione è stata indetta dai sindacati per chiedere risposte al governo nazionale e a quello regionale anche sulle coperture finanziarie necessarie a garantire i pagamenti delle spettanze. Lo sciopero di questa mattina è stato caratterizzato dall’occupazione strategica di infrastrutture e snodi viari. I presidi sono scattati a Lamezia Terme, Roseto Capo Spulico, Reggio Calabria e Crotone.
A Cosenza lo svincolo autostradale è stato chiuso preventivamente, già dalle prime ore del mattino, dalle forze dell’ordine in assetto antisommossa. Al momento non si registrano disagi, ma l’allarme resta alto. Un gruppo di oltre 200 precari, verso le 10, dalla sede Rai si è diretto verso l’uscita dell’A3 Cosenza Sud.
Bloccato il traffico sulla 106 all’altezza di Roseto Capo Spulico, sempre nel Cosentino, da un corposo corteo di lavoratori Lsu-Lpu del comprensorio. Presenti sul posto le forze dell’ordine e molti sindaci, con addosso la fascia tricolore, solidali con i precari.
A Lamezia Terme, i lavoratori, circa 150 persone, stanno protestando invece all’ingresso dell’aeroporto. Anche in questo caso non si sono registrate disfunzioni e l’attività dello scalo prosegue normalmente. Qualche disagio solo nelle operazioni di imbarco.
C’è voluto l’intervento di alcuni residenti della zona, nel quartiere ‘Spinetto’ a Serra San Bruno, per evitare il peggio. Nella mattinata di ieri, una donna è stata sorpresa da un branco di cinque cani randagi – tutti tra l’altro di grossa taglia – che l’hanno assalita facendola stramazzare al suolo. La passante, una volta aggredita dai cani, ha iniziato ad urlare terrorizzata, destando quindi l’attenzione di molti residenti del luogo che si sono subito precipitati in strada costringendo i cinque animali alla fuga e salvando quindi la donna dall’aggressione. La stessa è stata poi accompagnata nel locale presidio ospedaliero, dove gli sono state diagnosticate ferite lievi.
Un rapporto decisamente complicato quello tra gli abitanti della cittadina della Certosa ed i randagi. Una problematica dalla doppia faccia, dove a volte ad avere la peggio è l’uomo ed altrettante volte sono invece gli animali a subire soprusi e violenze. Come nel caso del cucciolo trovato – poco meno di un mese fa – letteralmente impiccato in piazza Mercato, poi fortunatamente salvato in extremis da un passante. Altro caso di maltrattamento, quello di quest’estate in piazza Guido – che destò anche le ire dell’ENPA provinciale, quando alcuni bambini furono sorpresi a giocare utilizzando un piccolo cucciolo di meticcio come pallone.
Caso a parte resta quello del locale cimitero, divenuto oggi domicilio fisso per molti randagi, liberati in branco – si sospetta – da qualche azienda, poco ‘diligente’, operante nel settore ‘accalappiacani’. Operazione agevolata dal fatto che il parcheggio afferente allo stesso camposanto è un luogo del tutto fuori mano e chiaramente poco frequentato nelle ore notturne. I cani, circa una ventina, hanno così finito per stanziarsi definitivamente tra le mura del cimitero, incutendo panico fra i visitatori che, sempre più spesso, con i fiori in mano – decisi a far visita ai propri cari defunti – sono costretti a fare dietrofront, intimoriti dalla presenza, appunto, di numerosi randagi, alcuni ancora cuccioli, altri dall’aria non proprio benevole.
Il Vizzarro.it - quotidiano online
Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
Associazione "Il Vizzarro”
via chiesa addolorata, n° 8
89822 - Serra San Bruno